PROROGA DELLA R.M. E STRATEGIE PER I DIRITTI AI CITTADINI MILITARI, COMUNICAZIONE A FIRMA DI TUTTI I DELEGATI COCER GDF (TRANNE TRINX): IN UNA SOCIETà€ DOVE I DIRITTI REGREDISCONO, LA GUERRA TRA POVERI CONTRIBUISCE AD AGEVOLARE QUESTO PROCESSO

giovedì 24 febbraio 2011

Pubblichiamo dui seguito e in allegato il documento pervenuto dai Delegati del Cocer Guardia di Finanza.

 

COMANDO GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA

Consiglio Centrale di Rappresentanza

 

 

I DELEGATI

 

 

IN UNA SOCIETà€ DOVE I DIRITTI REGREDISCONO, LA GUERRA TRA POVERI CONTRIBUISCE AD AGEVOLARE QUESTO PROCESSO.

 

L’Assise di tutti i Consigli di Rappresentanza Militare della Guardia di Finanza, denominata “Per una moderna rappresentanza”,  tenutasi a L’Aquila e Roma il 22 e 23 Gennaio 2008 - fortemente voluta ed organizzata dai delegati di questo Consiglio Centrale di Rappresentanza - vide, per la prima volta in un consesso militare, la presenza di esperti giuslavoristi, segretari generali dei sindacati di polizia ed esponenti nazionali dei vari schieramenti politici.

L’intento era quello di porre le basi culturali, sociali e politiche che avrebbero potuto condurre il nostro mondo verso quelle riforme profondamente sentite e da anni auspicate dal personale.

Nel corso degli anni sono stati sensibilizzati sulle tematiche oggetto delle auspicate riforme tutti i settori della società  civile, dalla politica, alle organizzazioni sindacali, ai mass-media, con l’intento di rafforzare ed innovare lo strumento di rappresentatività  del personale del Corpo in chiave più moderna, più attinente alle esigenze del personale e confacente all’evoluzione del sistema paese.

E’ però emersa chiaramente la totale chiusura da parte della maggior parte delle componenti politiche: sia alla possibilità  di estensione di un sistema di rappresentanza analogo a quello delle forze di polizia ad ordinamento civile, sia alla previsione di associazioni professionali di categoria.

Le attuali condizioni sociali e lavorative degli appartenenti al Corpo o delle altre  forze di polizia, seppur da migliorare, non sono comparabili con quelle condizioni precarie, gravose e prive di diritti che negli anni ottanta caratterizzarono il processo di riordino, smilitarizzazione e sindacalizzazione del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza e successivamente di altre forze di polizia. Allo stesso modo, sono diverse e molto più attenuate le sensibilità  e le attenzioni che la politica, gli intellettuali ed i mass-media ripongono oggi, alle esigenze, alle problematiche ed alle rivendicazioni di una equa applicazione dei principi democratici della Repubblica in questi peculiari settori dello Stato. Una disattenzione o una precisa volontà  che si riflette nel contesto sociale che viviamo e che oggi vede addirittura i lavoratori del settore privato dover difendere il posto di lavoro ed i diritti conquistati in oltre 60 anni di legislazione giuslavorista e sindacale. 

Adesso, ancor più di allora, viviamo un momento storico che vede il mondo del lavoro viaggiare verso una regressione delle tutele e dei diritti.

Le cause sono molteplici e per quanto ci possano sembrare lontane ed irrazionali, ci riguardano molto da vicino. Gli effetti indotti dalle dinamiche economiche e finanziarie - spesso di portata globale - che indubbiamente si riflettono su tutti gli ambiti lavorativi, devono inevitabilmente indurci ad un’intima riflessione e condurci ad un percorso riformatore condiviso tra tutte le parti in causa.

Questo non significa che vogliamo o dobbiamo rinunciare  agli obiettivi che ci siamo prefissati.

La nostra visione di una moderna rappresentatività , caratterizzata dall’obiettivo di ottenere un’organizzazione autonoma ed esterna all’Amministrazione, pur alla luce delle dinamiche regressive che stanno interessando il mondo del lavoro, non solo non è mutata rispetto alle scelte operate nell’Assise dell’Aquila, ma si è rafforzata considerevolmente. Ma la piena consapevolezza del momento storico che stiamo vivendo e la maturità  acquisita - che ci deriva anche dall’esperienza maturata in questi anni – deve portarci a ricercare le sentite e  nobili esigenze di maggiori tutele con altre strategie.

Una scelta di metodo, certamente più attinente ai tempi che viviamo ed ai cambiamenti sociali che la società  ci impone. Il cammino che è stato intrapreso - in un momento così delicato - è connotato da una politica dei piccoli passi -  senza alcun dubbio più lenta - ma in una visione prospettica speriamo più produttiva.

Se vogliamo davvero vedere il nostro mondo cambiare, crescere e migliorare dobbiamo preservare, oggi più di ieri, i risultati ottenuti nel corso degli anni e, tassello dopo tassello, rafforzare l’attuale sistema di rappresentanza. Nel contempo, intraprendere un’opera di sensibilizzazione e di mobilitazione costante, che produca un effettivo cambiamento culturale.

Scelte diverse, di completa rottura non supportate da una partecipazione diretta e concreta del personale, non porterebbero da nessuna parte.

Il Governo, in questi giorni, ha formalizzato un’ulteriore proroga di tutti i Consigli di Rappresentanza (Centrali, intermedi e di base). 

Su questa tematica assistiamo ad un dibattito vivo, a tratti anche aspro. In particolare, c’è chi sostiene che i delegati dei Consigli Centrali di Rappresentanza avrebbero, direttamente o indirettamente, chiesto o tollerato l’emanazione di questo provvedimento.

Qualcuno, addirittura, ha ipotizzato una sorta di mercimonio e di scambio di favori ponendo tutti i delegati della Rappresentanza Militare (COCER, COIR e COBAR), senza alcuna distinzione, sullo stesso livello e disconoscendo il lavoro da essi svolto ed i risultati ottenuti nel corso di questi ultimi anni.

Qualcuno altro invoca, a gran voce, le dimissioni di massa di tutti i delegati dei Consigli di Rappresentanza del Corpo perchà© questa proroga è antidemocratica e anticostituzionale.

Noi non possiamo che partire dalla considerazione che reagire al male con una cura sbagliata potrebbe produrre danni peggiori. In altre parole, sia ben chiaro che se qualcuno ha chiesto ed ottenuto la proroga, e non siamo noi, non sarà  certo pronto a lasciare la poltrona. Allora le semplici dimissioni di massa dei delegati dei vari Consigli della Guardia di Finanza produrrebbero solo l’infelice risultato di lasciare libero campo ad altri. Più nel dettaglio:

·       noi per un moderno sistema di rappresentanza, altri contro;

·       noi contro la norma trappola della specificità , altri a favore a prescindere dai contenuti della stessa;

·       noi convinti sin da subito della necessità  di modifiche normative di rango primario alla manovra finanziaria, altri fiduciosi nella dichiarata volontà  politica della maggioranza di attenuare gli effetti per il comparto. Poi, “”“l’asettico controllo della Ragioneria generale dello Stato …“”” Superfluo dire chi ha avuto ragione!

Ed ora, “fare di tutta l’erba un fascio” è il peggior ben servito che si possa restituire. Non ai singoli delegati, ma al trasparente e, pur tra mille difficoltà , produttivo operato di questa rappresentanza!

Da qui fino al termine del nostro mandato, comunque, continueremo a consolidare le azioni necessarie per il raggiungimento di ulteriori obiettivi, oltre a quelli sin qui conseguiti, tra cui si cita:

·       l’assegnazione al personale della Guardia di Finanza delle somme derivanti dal cosiddetto “premio antievasione” già  percepito da tutto il personale del MEF;

·       la fornitura di schede di telefonia per ogni appartenente al Corpo con prezzi al traffico estremamente vantaggiosi;

·       la partecipazione degli organismi della Rappresentanza militare alla nomina dei Consigli di Amministrazione degli Enti previdenziali;

·       l’assegnazione nella medesima provincia in cui si presta servizio dei militari giudicati non più idonei al servizio militare incondizionato;

·       la non validità  ai fini del computo del periodo massimo di aspettativa - per il personale colpito da gravi patologie - dei giorni di ricovero ospedaliero, di day-hospital o destinati alle terapie salvavita;

·       la previsione nella contrattazione collettiva di lavoro di nuovi istituti giuridici per la tutela alla salute (licenza straordinaria per esami clinici e visite mediche);

·       il conseguimento della laurea triennale al termine del corso di studi per gli Ispettori.

Riteniamo che la semplice scelta delle dimissioni di massa, per quanto condivisa sul piano dei principi, in questo particolare momento storico, connotato da politiche economiche che taglieggiano gli stipendi pubblici e che non sembrano esser terminate sarebbe devastante per il nostro comparto e per gli interessi del personale che rappresentiamo.

Bisogna invece adottare una strategia che guardi lontano, che, se proprio ritenuta opportuna, potrebbe produrre un vuoto rappresentativo “politicamente utilizzabile” che dimostrerebbe la forte volontà  di cambiamento.

Ma per far questo bisogna evitare le strumentali fughe in avanti di coloro i quali si pongono, per partito preso, contro i delegati in carica, a prescindere dalla loro storia e dai risultati prodotti. Sarebbe molto più proficuo, invece, ricercare un’unica identità  collettiva e percorrere un cammino condiviso, che oltre al semplice rigetto della proroga, si ponga contestualmente degli obiettivi di brevissimo termine, che:

·     avvicinino la posizione di coloro i quali saranno chiamati a rappresentare nel futuro prossimo gli interessi professionali del personale militare alle tutele della rappresentanza civile;

·     diano attuazione sistematica al principio di responsiveness, ossia all’indissolubile rapporto che deve necessariamente intercorrere tra responsabilità -rappresentanza-elezione. In altre parole: "se voglio essere eletto devo rispondere alle esigenze rappresentate dagli elettori".

E’ in questa duplice chiave che si vince definitivamente l’uso improprio delle proroghe governative e chi non vuol prenderne atto, oggi che si sta creando una certa attenzione, dà  l’impressione di combattere l’attuale sistema solo per questioni di opportunità .

 

Roma, lì 23 febbraio 2011

 

Firmato:

 

Gen. D. Domenico MINERVINI

Col. t.ST Bruno BARTOLONI

Lgt. Maurizio DORI

Lgt. Francesco LEOTTA

Lgt. Raffaele DALESSANDRO

M.O. Salvatore SCINO

App. sc Ippazio DE MATTEIS

App. sc Eliseo TAVERNA

App. sc Daniele TISCI

App. sc Enrico ZACCARIA


 




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