TERREMOTO: UGL, IN CASERMA GDF GLI ALLOGGIATI NEGLI ALBERGHI - MOLESTIE SESSUALI IN CASERMA, SOLDATESSA DENUNCIA. 'IO MUSULMANA ANCHE COSTRETTA A MESSA'. MOLESTIE IN CASERMA: 11 CASI NEL 2009. GIUDICI CON LE STELLETTE, NORME MILITARI INADEGUATE

martedì 08 marzo 2011

TERREMOTO: UGL, IN CASERMA GDF GLI ALLOGGIATI NEGLI ALBERGHI
SINDACATO: 'SI RISPARMIEREBBERO 25 MLN L'ANNO'
(ANSA) - L'AQUILA, 7 MAR - L'Ugl propone di trasferire alla
caserma della Guardia di Finanza dell'aquila i 1.300 sfollati
attualmente ospitati negli alberghi. Questa soluzione - secondo
il sindacato - consentirebbe di risparmiare 25 milioni l'anno,
utilizzabili per iniziative a sostegno del rilancio eonomico
della citta'.
La proposta e' stata illustrata dal segretario generale
UGL-Abruzzo, Piero Peretti, al Presidente della Provincia
dell'Aquila, Antonio Del Corvo, che l'ha condivisa e si e'
impegnato a sollevare il problema nel corso del prossimo tavolo
tecnico congiunto previsto per giovedi' prossimo.
Peretti ha illustrato la situazione che vede attualmente
1.300 sfollati negli alberghi con un costo giornaliero di 73
euro, mentre le piu' economiche strutture ricettive della scuola
della GdF sono occupate da appena 190 persone per un costo
giornaliero di 22 euro.
''Spostando le persone nella GdF si avrebbe un risparmio di
25 milioni l'anno - ha ribadito Peretti - importo che potrebbe
essere utilizzato per il rilancio economico della citta'.
Inoltre, l'operazione garantirebbe, inoltre, la salvaguardia del
posto di lavoro a 40 persone. (ANSA).


MOLESTIE SESSUALI IN CASERMA, SOLDATESSA DENUNCIA
'IO MUSULMANA ANCHE COSTRETTA A MESSA'. ESERCITO,TOLLERANZA ZERO
(di Vincenzo Sinapi)
(ANSA) - ROMA, 7 MAR - Molestie sessuali da parte di tre
superiori, compresa una donna: le ha denunciate all'autorita'
giudiziaria ordinaria e militare una giovane soldatessa
siciliana, figlia di extracomunitari e di religione musulmana,
che sarebbe stata anche oltraggiata nel suo sentimento
religioso, con l'obbligo a partecipare a funzioni religiose
cattoliche.
La notizia della denuncia, resa nota dal sito del comparto
Sicurezza e Difesa Grnet.it, e' stata confermata all'ANSA dal
legale della giovane militare, l'avvocato Giorgio Carta, che ha
detto di aver presentato le denunce alla procura di Catania (la
provincia dove la ventiquattrenne risiede con i genitori) e a
quella militare di Napoli, territorialmente competente.
L'Esercito, si legge in una nota diffusa in serata, ''intende
garantire la massima trasparenza sui fatti e fornire la massima
collaborazione alla magistratura inquirente e conferma la
propria linea di 'tolleranza zero' verso ogni tipo di molestia
o abuso nei confronti del personale. In tale quadro - assicura
lo Stato maggiore - saranno condotte indagini
tecnico-amministrative con assoluta tempestivita' e rigore''.
I fatti si sarebbero verificati in parte in Sicilia, dove
presta servizio la soldatessa, e in parte in Kosovo, dove era in
missione circa due anni fa. La volontaria, in ferma
quadriennale, ha denunciato tre superiori - un maresciallo,
comandante della sua squadra, una tenente e un capitano - che
l'avrebbero fatta oggetto nel tempo di ''numerosi atti di
molestia sessuale''.
Tra i superiori denunciati, dunque, anche un tenente donna
che nel corso della missione in Kosovo, risalente a circa due
anni fa, avrebbe preteso di coinvolgere la soldatessa in un
rapporto sessuale di gruppo con due militari stranieri e che
l'avrebbe poi mobbizzata per vendicarsi del rifiuto ricevuto. Ma
non solo. La giovane caporale, musulmana, ha denunciato anche di
essere stata ''comandata'' a partecipare alle funzioni religiose
cattoliche, per esempio in qualita' di corista delle cerimonie
natalizie, sempre per una sorta di ritorsione.
Oggetto della denuncia anche il comportamento dei superiori
dei tre comandanti che non avrebbero creduto alla soldatessa,
invitandola anzi a ''lasciar perdere''. Circostanza che viene
pero' smentita dallo Stato maggiore dell'Esercito, visto che i
fatti denunciati sono stati oggetto di una notizia di reato
inviata il 28 gennaio scorso alla magistratura dal comandante
del reparto dove la volontaria presta servizio, il 62/o
reggimento fanteria 'Sicilia''.
La soldatessa - che e' stata sentita dalla linea di comando e
domani sara' ascoltata presso il Comando delle Forze operative
terrestri, il gradino piu' alto, prima del capo di Stato
maggiore - si sarebbe convinta a denunciare tutto alla
magistratura ''solo dopo che e' stata ignorata anche la sua
semplice richiesta di essere impiegata in una caserma diversa da
quella dei tre molestatori''. Ma anche in seguito - secondo
quanto si e' appreso - alle note caratteristiche negative
scritte dai suoi superiori, 'note' da cui dipende la permanenza
nell'Esercito della giovane 'precaria'.
L'avvocato Carta sottolinea che quello della ventiquattrenne
siciliana ''non e' un caso isolato. E' almeno il terzo caso che
mi viene sottoposto da una donna militare - dice - e dispiace
constatare che, negli altri due episodi, la vittima delle
molestie si sia convinta a non denunciare gli abusi proprio per
timore di non poter stabilizzare il proprio rapporto di
lavoro''. Peraltro nello stesso esposto presentato dalla
soldatessa, questa farebbe riferimento a ''molestie sessuali
subite da una sua collega, che pero' - rileva Carta - non ha
avuto il coraggio di denunciarle''. (ANSA).

MOLESTIE IN CASERMA: 11 CASI NEL 2009
GIUDICI CON LE STELLETTE, NORME MILITARI INADEGUATE
(ANSA) - ROMA, 23 GEN - Nel 2009 si sono registrati 11 casi
di molestie sessuali nelle Forze armate. E' quanto si legge
nell'ultima ''Relazione sullo stato della disciplina militare e
sullo stato dell'organizzazione delle Forze armate'' consegnata
nei giorni scorsi dal ministero della Difesa al Parlamento.
La relazione conferma che il fenomeno del nonnismo e'
praticamente scomparso, con un solo episodio che ha coinvolto
due militari in ferma annuale (autore e vittima); si sono poi
avuti un caso di abuso d'autorita' ''contro inferiore'' e un
''atto di vessazione''. Nel 2009, pero', si sono verificati
anche un caso di mobbing e 11 di molestie sessuali, tutti
sottoposti al vaglio dell'autorita' giudiziaria.
Questo fa dire alla Difesa che, ''pur se il fenomeno del
nonnismo sembra debellato, si ritiene che l'azione di
prevenzione e di contrasto contro qualsiasi episodio di
sopraffazione fisica e morale all'interno delle strutture
militari continui con livelli di attenzione elevati, in modo da
cogliere sul nascere anche altre forme di comportamenti devianti
(con particolare attenzione all'aspetto relativo alle molestie
sessuali), direttamente connessi ad una sempre maggiore presenza
di personale femminile nelle Forze armate''.
Di molestie in caserma si e' parlato anche nel corso della
recente inaugurazione dell'anno giudiziario militare. Pur senza
fornire dati, il presidente della Corte militare d' appello,
Vito Nicolo' Diana, ha sottolineato che ''la sempre maggiore
presenza delle donne nelle Forze armate comporta il verificarsi,
peraltro in dimensioni del tutto limitate, di casi di molestie e
offese alla liberta' morale e sessuale'', attuati ''nel contesto
di attivita' di servizio e talvolta strettamente intrecciati con
le modalita' di svolgimento del servizio (in un recente caso
giudiziario i fatti sarebbero stati commessi durante
un'esercitazione per schieramenti contrapposti)''.
Si tratta di una problematica 'nuova', rispetto alla quale
''si fa sentire - ha denunciato Diana - la lacunosa e
frammentaria competenza della giurisdizione militare, che
sovente, a fronte di molestie commesse nel corso di attivita' di
servizio e maliziosamente occultate sotto le sembianze di
modalita' esecutive del servizio, non ha adeguati e puntuali
strumenti di intervento''. E i problemi connessi alle
''obsolete'' norme militari sono ''senza dubbio destinati ad
accentuarsi'' in relazione allo stalking, un fenomeno che si sta
verificando anche in caserma ma che, dopo la recentissima
introduzione del relativo reato nel codice penale, e' destinato
ad essere sottratto al giudice militare (che non puo' contare su
una fattispecie criminosa ad hoc) ed affidato all'esclusiva
competenza del giudice ordinario. (ANSA).
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