LA UIL CONTRO IL 17 MARZO: COSàŒ SONO FERIE OBBLIGATORIE. UNA TRUFFA, RIDOTTI DA 4 A 3 I GIORNI DI FESTIVITà€ SOPPRESSE RETRIBUITI (Corriere della Sera)

giovedì 10 marzo 2011


5 marzo 2011 - Corriere della Sera

Unità  d'Italia - Il segretario per la pubblica amministrazione: una truffa, ridotti da 4 a 3 i giorni di festività  soppresse retribuiti

LA UIL CONTRO IL 17 MARZO: COSàŒ SONO FERIE OBBLIGATORIE

ROMA — «Alla fine il 17 marzo si celebrerà  l’Unità  d’Italia a spese dei lavoratori che vedranno scendere da 4 a 3 i giorni di festività  compensativi» . Grida al «pasticcio dagli evidenti profili di illegittimità » il segretario generale della Uil pubblica amministrazione, Benedetto Attili, sia pure rivendicando a nome dei lavoratori «l’orgoglio di festeggiare i valori dell’unità  nazionale» . E non è l’unico a denunciare il «trucco» contenuto nel decreto legge voluto dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che, a dispetto dell’ostilità  della Lega e delle perplessità  di Confindustria, ha introdotto, solo per quest’anno, la Festa Nazionale del 17 marzo. Un artificio contabile che ha scambiato alla pari, ai fini della paga, due giornate: il 4 novembre che, come le altre tre «festività  soppresse» poteva essere consumato a piacimento durante l’anno (magari attaccandolo alle ferie estive) e il 17 marzo che dovrà  essere consumato «obbligatoriamente» il giorno del 150esimo anniversario dell’Unità  d’Italia. Quella che gli ottocento lavoratori del comune di Novara avevano interpretato come una forzatura dell’amministrazione leghista, dunque, è solo l’interpretazione autentica del decreto. E così mentre la questione infiamma i consigli delle amministrazioni del Nord (ieri in quello regionale del Friuli Venezia Giulia i leghisti hanno gridato «volete festeggiare un’unità  di salame e formaggio» ) appare chiaro che sarà  una realtà  per tutti i dipendenti pubblici d’Italia. Le direzioni risorse umane stanno già  diramando le circolari ad hoc. Alle strutture centrali e territoriali dell’Inail, dell’ex Ispels e dell’ex Ipsema, è già  stata inviata.
Vi si legge: «Stante che la citata festività  soppressa del 4 novembre dà  diritto a godere di una  giornata di riposo, questa giornata, solo nel 2011, sarà  obbligatoriamente fruita il 17 marzo. Di conseguenza, il monte annuo di festività  soppresse fruibili nel 2011 sarà  diminuito, in procedura Ferie di un giorno da 4 a 3» (la festa di San Giuseppe, l’Ascensione e il Corpus Domini). Scontata anche la decisione del ministero della Pubblica Amministrazione guidato da Renato Brunetta. Lo spiega Antonio Naddeo, capo dipartimento della Funzione Pubblica: «Ci siamo limitati a  pubblicare sul sito quello che nella legge e poi nella relazione tecnica è stato scritto in modo molto evidente: è chiaro che ci sarà  un riposo compensativo in meno» .
Nella relazione di accompagnamento al decreto, in effetti, era già  scritto nero su bianco: «L’effetto derivante dalla compensazione tra 17 marzo e 4 novembre, come disposto dal provvedimento, si risolve nella circostanza che i lavoratori non potranno disporre in piena libertà , secondo le loro esigenze, di tutte e quattro le giornate di riposo compensativo, essendo sostanzialmente previsto l’obbligo ex lege che uno di questi riposi cada nella giornata del 17 marzo» . La festa è  obbligatoria e il riposo sarà  scalato, dunque. Ma «il disagio fra i lavoratori c’è. E va compreso» evidenzia Giovanni Faverin, della FP Cisl. «Ã Ë† frutto di un equivoco.
C’è chi aveva capito che quella fosse una vera giornata festiva. E non che fosse invece sottratta da quelle che puoi consumare quando vuoi. Da lì la delusione soprattutto in quelle realtà  dove magari è difficile prendere le ferie non consumate quando vuoi passarle assieme alla tua famiglia. Nessuno si esprime sul 17 marzo che giustamente il capo dello Stato ha voluto valorizzare. Ma quando ti promettono una giornata di sole e invece nevica è logico che sei un po’ deluso. Soprattutto se sei in camicia».

Virginia Piccolillo

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