SICUREZZA: SILP-CGIL, PREOCCUPANO DEVOLUTION E TAGLI RISORSE - STATALI: UN ESERCITO DI 3,5 MILIONI DI PERSONE

sabato 14 maggio 2005

 

SICUREZZA: SILP-CGIL, PREOCCUPANO DEVOLUTION E TAGLI RISORSE

POLITICHE ORDINE PUBBLICO IN DIBATTITO 'QUADERNI RADICALI'

 

   (ANSA) - ROMA, 12 MAG - La riforma costituzionale della devolution rischia di pesare sulle politiche di sicurezza nel paese, mentre preoccupano i tagli alle risorse destinate alle forze di polizia, proprio mentre cresce l'allarme sicurezza nel Paese. Sono questi i principali temi emersi oggi in un dibattito sui nuovi problemi dell'ordine pubblico promosso a Roma dalle riviste 'Quaderni Radicali' e 'Polizia e Democrazia'.

   ''La devolution frantuma e non rafforza l'investimento sulla sicurezza - ha osservato il segretario generale della Silp-Ggil, Claudio Giardullo -. Di venti nuove polizie regionali non vi e' davvero alcun bisogno, quando ve ne sono gia' tante nel paese, e si corre il serio rischio di complicare il coordinamento e di disperdere risorse. Quella delle polizie regionali e' inoltre una scelta in contrasto con il fatto che ormai il crimine e' sempre piu' globalizzato. In un paese come il nostro, in cui non si e' ancora sciolto il nodo tra mafia, politica e amministrazione, mi inquieta poi pensare ad una polizia calabrese o siciliana''.

   Ma le critiche di Giardullo - unico sindacalista di polizia presente, tra i tre invitati dai promotori - si sono rivolte a tutte le politiche di sicurezza degli ultimi anni, rivelatesi ''perdenti - ha detto - alla luce delle analisi di tutti i maggiori istituti di rilevazione''. ''Sono aumentati i reati e anche il senso di insicurezza - ha sottolineato -, tanto che dai dati Censis per il 2004 emerge come la spesa delle famiglie per la sicurezza sia aumentata del 7 per cento''. ''Si e' strategicamente scelto di privilegiare la 'rassicurazione', per esempio con il poliziotto di quartiere - ha rilevato ancora Giardullo - senza rafforzare contestualmente il contrasto del crimine con maggiori risorse per le attivita' di pattugliamento e investigative. E intanto vi sono aree, come Scampia a Napoli, dove e' addirittura in dubbio la sovranita' dello Stato, mentre a Catania e Palermo il racket colpisce otto imprenditori su dieci''. Infine, i tagli dell'ultima finanziaria, che ammontano, ha concluso, al 20 per cento nei capitoli di bilancio destinati alle varie forze dell' ordine.

   Al centro del dibattito anche l'attualita' della riforma del 1981, dopo un quarto di secolo in cui - ha rilevato Paolo Andruccioli, di 'Polizia e Democrazia', ricordando la figura del sostenitore di quella stessa riforma Franco Fedeli - ''e' cambiato il bisogno di sicurezza''. Come e' cambiata del resto, e in positivo - ha aggiunto, ricordando libri e fiction tv - anche la percezione pubblica del poliziotto.

   Ma lo spirito di quella riforma, ha sostenuto con convinzione il prefetto Carlo Mosca, rimane valido per la sua lungimiranza, in particolare per quanto riguarda gli elementi di coordinamento tra le diverse forze di polizia, e rappresenta un esempio di architettura istituzionale cui si guarda tuttora con attenzione. (ANSA).

 

STATALI: UN ESERCITO DI 3,5 MILIONI DI PERSONE

 

   (ANSA) - ROMA, 8 mag - Un esercito di oltre tre milioni e mezzo di persone. Sono i dipendenti pubblici italiani, concentrati in gran parte nella scuola, settore che da solo occupa circa un terzo degli statali. Nelle aule si contano infatti oltre un milione di insegnanti, per la netta maggioranza donne (oltre 850 mila).

   In base ai dati diffusi in occasione della sedicesima edizione del Forum PA, che prendera' il via domani a Roma, la sanita' e' il secondo piu' folto comparto pubblico: il numero di dipendenti assunti a tempo indeterminato nel servizio sanitario nazionale si aggira infatti sui 692 mila. Anche in questo caso, le donne rappresentano oltre la meta' dei lavoratori, con piu' di 400 mila persone assunte.

   Alto anche il numero degli impiegati nelle regioni e nelle autonomie locali, oltre 605 mila (di cui 276 mila donne).

   Il rosa scarseggia decisamente invece nella polizia e nelle forze armate. In particolare tra gli oltre 336 mila dipendenti dei corpi di polizia, le donne sono meno di 20.000, una percentuale quasi irrisoria. E lo stesso vale per le forze armate: tra 219 mila dipendenti a tempo indeterminato, le donne sono in tutta Italia appena 1.335.

   Il numero dei lavoratori e' piuttosto folto anche nei ministeri: nei palazzi romani lavorano infatti circa 262 mila persone (le donne sono circa la meta'). A seguire ci sono le Universita' con circa 113 mila dipendenti, mentre gli enti di ricerca occupano poco meno di 17 mila dipendenti.

   Ben piu' esiguo il numero degli occupati nella magistratura (circa 10.000) e soprattutto nella diplomazia. Tra diplomatici e prefetti si contano infatti 2.574 persone.    Sommando tutti i comparti si arriva ad un totale di 3,5 milioni di statali. Ma a questi, si legge tra i dati, occorre aggiungere 300 mila rapporti di lavoro 'flessibili' (tempo determinato, collaborazione, contratti di formazione lavoro) che soddisfano spesso esigenze permanenti di personale. Oltre 100.000 persone ricoprono infine i lavori 'socialmente utili' prestando funzione presso le pubbliche amministrazioni.

   Ecco una tabella con il quadro dei pubblici dipendenti suddivisi nei vari comparti della p.a.

Servizio sanitario nazionale                      692.002

Enti pubblici non economici                        62.873

Enti di ricerca                                    16.992

Regioni e autonomie locali                        605.392

Ministeri                                         261.915

Aziende autonome                                   37.453

Scuola                                          1.130.658

Universita'                                       113.393

Corpi di polizia                                  336.371

Forze armate                                      219.171

Magistratura                                       10.514

Diplomatici e prefetti                              2.574

Enti art.70                                         5.030

Enti art.60                                         8.499

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TOTALE PUBBLICO IMPIEGO                         3.502.837

(ANSA).


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