COME REAGIRE ALL'ANTIDEMOCRATICA PROROGA DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE: IMPEGNARSI ANCORA DI PIU' TUTTI INSIEME PER UNA RIFORMA CHE VADA COMUNQUE, ANCHE SE GRADUALMENTE, NELLA DIREZIONE DEL SINDACATO - di Domenico Belcastro
Di seguito, un intervento di Domenic Belcastro, segretario della Sezione Ficiesse di Genova. Il titolo è della redazione del sito.
La proroga del decimo mandato della rappresentanza militare, stabilita d’imperio dal legislatore, è sicuramente un colpo basso contro la democrazia rappresentativa.
Viene inflitto in un momento di estrema debolezza ed è sicuramente finalizzato a produrre maggiori divisioni ed ulteriore sfiducia nell’Organismo.
Si può affermare che rappresenta una sonora sconfitta, e che potrebbe essere un colpo mortale capace di allontanare per sempre la possibilità  di realizzare la sindacalizzazione attraverso i principi Costituzionali nel solco tracciato della stessa legge sui Principi.
La sconfitta la si può evitare giocando d’anticipo, ma quando non si riesce è bene accettarla ed affrontarla con gli strumenti in quel momento disponibili: esperienza, razionalità  , sobrietà  , personalità  , coraggio.
Quando riguarda una intera collettività  non è consigliabile rispondere con iniziative isolate di singoli o piccoli gruppi, infatti, prima di agire è opportuno fare collegialmente tutte le valutazioni del caso ed individuare gli eventuali errori commessi al fine di evitare di ripeterli.
Per fortuna alle sconfitte non ci si abitua, evidentemente è innata nell’uomo una sana propensione a reagire, prova ne sia che alla notizia della seconda proroga consecutiva della rappresentanza militare, si è acceso un serrato dibattito sul sito e sul forum ficiesse.
Le analisi esposte sono tutte condivisibili, le proposte invece appaiono sbagliate o quantomeno inadeguate.
Si limitano infatti a prendere in considerazione o la sterile protesta, con la richiesta delle dimissioni dei delegati della rappresentanza militare (avrebbe senso la richiesta di dimissioni dei parlamentari che hanno approvato la cosiddetta milleproroghe), o la semplice supplica finalizzata ad ottenere norme più favorevoli, rivolta allo stesso legislatore che ha ideato la proroga.
Dal mio modesto punto di vista andrebbe riconsiderata la linea tratteggiata in questo ultimo periodo.
L’errore di fondo, perpetrato nel tempo, può essere individuato nell’aver sottovalutato la portata dei principi di democrazia introdotti con la legge 382, e non aver prestato la giusta attenzione alla corretta e concreta applicazione.
Ancora oggi, a 33 anni dal varo della legge sui principi, solo una più attenta valutazione e la conseguente concreta applicazione rappresenterebbero una rivoluzione.
Da qui, dalla consapevolezza di dette semplici considerazioni è necessario ripartire per acquisire credibilità  ed autorevolezza di fronte ai vari interlocutori.
La situazione suggerisce di abbandonare le illusorie scorciatoie, quali ad esempio, dimissioni, reali o solo minacciate, uscite propagandistiche stile campagna elettorale, ecc..ecc..; chiede invece a tutti di rimboccarsi le maniche ed impegnarsi nel quotidiano e laborioso lavoro, rimanendo ognuno nell’ambito delle proprie competenze: rappresentanza, associazioni, comitati spontanei.
Questa potrebbe essere la prima giusta risposta a quel legislatore che alle istanze del riconoscimento dei diritti di lavoratore, risponde con provvedimenti antidemocratici mirati ad umiliare ulteriormente la rappresentanza militare.
Solo dopo aver adottando con fermezza la linea sopra esposta sarà  possibile rivolgersi al legislatore ed avanzare, con qualche possibilità  di successo, la richiesta della mini riforma illustrata dai delegati Cocer Tisci e Taverna. Proposta pienamente condivisibile nei primi tre punti.
Avendo cura di spiegare a tutti che rappresenta solo la prima pietra per la costruzione del futuro Sindacato.
DOMENICO BELCASTRO
Segretario Sezione Ficiesse Genova