DOPO LE FORTI PROTESTE DELLE OO.SS. E DEI COCER, IERI IL CONSIGLIO DEI MINISTRI HA VARATO UN PROVVEDIMENTO CON ALCUNE LUCI E MOLTE OMBRE. UNA COMPLESSA ED IMPROBABILE OPERAZIONE DI AUTOFINANZIAMENTO - di Eliseo Taverna e Daniele Tisci
giovedì 24 marzo 2011
DOPO LE FORTI PROTESTE DELLE OO.SS. E DEI COCER, IERI IL CONSIGLIO DEI MINISTRI HA VARATO UN PROVVEDIMENTO CON ALCUNE LUCI E MOLTE OMBRE.
di Eliseo Taverna e Daniele Tisci
Un provvedimento da tempo auspicato e rivendicato con forza dai Co.Ce.R. e dalle OO.SS., che purtroppo denota solo alcune luci ed ancora molte ombre sulle reali volontà  del Governo di voler dare effettiva copertura agli assegni funzionali, alle progressioni di carriera ed al tetto salariale.
Alcuni in uno slancio di estrema generosità  o in un fase di scarsa informazione hanno manifestato apertamente e senza alcuna remore la propria soddisfazione, senza evidenziare le varie contraddizioni insite nel provvedimento.
In realtà  , infatti, si tratta semplicemente di una complessa ed improbabile operazione di autofinanziamento delle misure economiche restrittive contenute nella manovra finanziaria varata la scorsa estate con modalità  , che ad eccezione per l’anno 2011, non danno assolutamente certezza circa la disponibilità  delle risorse necessarie alla copertura finanziaria.
Alcuni sono soddisfatti e possibilisti, altri sono critici e dopo i vari impegni non mantenuti in questi ultimi tempi, non si fidano certo di questa rinnovata promessa del Governo, anche se è stata tradotta in una specifica norma.
Il provvedimento, sostanzialmente, incrementa di 115 milioni di euro per gli anni 2011, 2012 e 2013 la dotazione del fondo perequativo di cui all’art. 8, comma 11 bis del D.L. 78/2010 convertito nella L. 122/2010, già  finanziato con 80 milioni di euro per il 2011 ed ulteriori 80 milioni di euro per il 2012.
La norma prevede che la dotazione del fondo potrà  essere ulteriormente incrementata con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze di concerto con i Ministri della Difesa e dell’Interno a favore del personale delle forze armate, con quota parte delle risorse che si otterranno dalle minori spese effettuate, rispetto all’anno precedente, in conseguenza delle missioni internazionali di pace ed a favore del personale appartenente alle forze di polizia e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, con quota parte delle risorse che confluiscono nel Fondo Unico di Giustizia. Alla luce degli impegni internazionali sempre più gravosi, appare poco verosimile ottenere risparmi di spesa dalle missioni di peace keeping, per sovvenzionare i tagli che la finanziaria ha prodotto sugli stipendi. Non ci rimane allora che sperare sulla possibilità  di poter attingere al Fondo Unico di Giustizia.
Allo stato attuale, a fronte, quindi, di un’esigenza finanziaria complessiva per tutto il comparto difesa e sicurezza di circa 170 milioni di euro per il 2011, di circa 300 milioni di euro per il 2012 e circa 450 milioni di euro per il 2013, a seguito del provvedimento emanato dal Governo vi è la disponibilità  di 195 milioni di euro per il 2011, con possibilità  quindi, di ristorare complessivamente tutti i tagli, 195 milioni di euro per il 2012 con un disavanzo di circa 110 milioni di euro e di 115 milioni di euro per il 2013, con un disavanzo di circa 330 milioni di euro.
Sancisce, definitivamente, che le finalità  perequative del fondo hanno natura “una tantum” e non “ad personam”, così come peraltro aveva già  rilevato la Ragioneria Generale dello Stato in fase di esame della bozza del D.P.C.M. presentata dalle Amministrazioni. Questa inaspettata interpretazione del Governo, anche nei confronti dell’assegno funzionale, del trattamento economico superiore correlato all’anzianità  di servizio senza demerito, compresa quella nella qualifica o nel grado, degli incrementi stipendiali parametrali non connessi a promozioni, è in evidente controtendenza con le numerose dichiarazioni fatte fino ad oggi da autorevoli esponenti politici, nonchà © con gli ordini del giorno presentati ed approvati in Parlamento. Questa definizione, oltre a non consentire il totale ristoro degli effetti economici negativi che si rifletteranno sui singoli dipendenti a seguito delle misure contenute nella manovra finanziaria correttiva dei conti pubblici, comporterà  verosimilmente la non utilità  delle somme percepite, sia ai fini del conteggio per il trattamento di fine servizio, sia per quello pensionistico.
Una particolare riflessione va fatta anche sulla provenienza delle tanto decantate somme che sono state ulteriormente stanziate nel Consiglio dei ministri di ieri, per il 2011, 2012 e 2013 pari a 115 milioni di euro per ogni anno. Le stesse, infatti, sono una sorta di partita di giro, poichà © originano dalla pari riduzione - per le citate annualità  - dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 3, comma 155, ultimo periodo della legge 350/2003. In pratica, dai 119 milioni di euro annui che a far data dal 2011 avrebbero costituito le somme da utilizzare per il riordino delle carriere.
Importi che erano stati così stabiliti, sempre dalla stessa manovra correttiva dei conti pubblici, dopo che in un solo colpo il provvedimento aveva scippato quasi 700 milioni di euro - non strutturati - ma che negli anni costituivano economie per il tanto auspicato riordino.
Ed ancora, un’ulteriore riflessione va fatta sull’utilizzo di questo risorse originariamente destinate al riordino delle carriere per il personale contrattualizzato del comparto difesa e sicurezza e che oggi con questa operazione vengono utilizzate per calmierare i tagli della manovra finanziaria, anche per il personale non contrattualizzato appartenente a questi comparti e per tutto il personale appartenente al soccorso pubblico.
Ora la parola ripassa nuovamente ai COCER ed alle OO.SS. delle Forze di Polizia ad ordinamento civile, che dovranno ripartire da quelle certezze che la norma ha affermato e far fronte comune affinchà © il decreto possa essere, in fase di conversione in legge in Parlamento, ancora una volta migliorato.
*Delegati Co.Ce.R. Guardia di Finanza