SUICIDA VICE-PREFETTO INQUISITO PER FINMECCANICA (La Repubblica)
SUICIDA VICE-PREFETTO INQUISITO PER FINMECCANICA (La Repubblica)
Salvatore Saporito si è sparato un colpo di pistola nella caserma di Castro Pretorio a Roma. In una lettera alla moglie e alla figlia racconta la sua depressione. A suo carico una serie di anomalie nell'adozione nelle procedure per l'assegnazione degli appalti ad alcune società  .
di CONCHITA SANNINO
ALLA moglie e alla figlia ha lasciato una lettera in cui chiede scusa e racconta. Della depressione. Del fatto che non meritava di chiudere la carriera con un'ombra. Magari senza la promozione a prefetto. Così si è tolto la vita, a Roma, Salvatore Saporito, viceprefetto sott'inchiesta a Napoli.
Un colpo secco, a sera, rompe il silenzio della caserma della polizia al Castro Pretorio, a Roma, due passi dalla Stazione Termini. Quella pallottola uccide il viceprefetto Salvatore Saporito, un uomo che non sopportava - per sua fragilità  , per sedimentato malessere - l'onta di un'inchiesta di cui non era neppure riuscito a parlare con sua moglie. E che lo vedeva coinvolto a Napoli, insieme a una schiera di eccellenti, come persona sottoposta agli accertamenti del pool antimafia di Napoli, per presunte irregolarità  su alcuni appalti della polizia.
Saporito era stato indagato nell'ambito della inchiesta sugli appalti per la realizzazione del Cen (centro elaborazione dati della polizia) previsto dal Piano sicurezza del 2007 per fronteggiare l'emergenza criminalità  nel capoluogo campano.
Nel maggio scorso era stato convocato dai magistrati della procura di Napoli in qualità  di persona informata dei fatti ma nel corso dell'interrogatorio - dieci mesi fa - la sua posizione si era modificata in indagato. A suo carico erano infatti emerse almeno due ipotesi di reato. Lo scenario tracciato dai magistrati partenopei - il procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, e i pm della Dda Vincenzo D'Onofrio, Raffaello Falcone, Pierpaolo Filippelli e Catello Maresca - riguarda una serie di anomalie nell'adozione delle procedure per l'assegnazione degli appalti ad alcune società  del gruppo Finmeccanica.
Nell'inchiesta non risultano indagati dirigenti e funzionari di Finmeccanica o di società  del gruppo, alcuni dei quali sono però stati ascoltati come testimoni nel corso delle indagini. Ai colleghi Saporito, che lascia la moglie e una figlia, aveva confidato di essere molto preoccupato per gli effetti che l'inchiesta avrebbe avuto sulla sua carriera. "Ho dato tutto a quest'amministrazione", scuoteva spesso la testa.
L'inchiesta della Procura di Napoli che travolge Saporito rappresenta una costola dell'indagine sugli appalti al Comune partenopeo. Era il Natale 2008, esplodeva l'inchiesta "Magnanapoli" sull'appalto per il Global Service che coinvolge l'imprenditore Alfredo Romeo e, in un altro filone parallelo, porta al coinvolgimento di Mario Mautone, ex provveditore alle Opere pubbliche della Campania e del Molise.
Nel corso dell'inchiesta vengono alla luce presunte irregolarità  relative ad alcuni appalti riguardanti il cosiddetto "piano sicurezza", a Napoli e in provincia. Anche lì, tragico gesto: Nugnes, già  indagato e arrestato per gli scontri su Pianura, non regge il peso di una tale pressione, giudiziaria e mediatica. Si uccide.
Va avanti l'inchiesta sugli appalti per la sicurezza, intanto. E macina indagati eccellenti. L'attenzione dei magistrati si concentra sulla videosorveglianza e sulla realizzazione del Centro di elaborazione dati della polizia che sarebbe dovuto sorgere a Capodimonte. Sotto la lente, un appalto da 37 milioni per il Centro della polizia aggiudicato alla Elsag Datamat del gruppo Finmeccanica. Saporito se n'era occupato.
(01 aprile 2011)