MILITARI E 007, LICENZA DI LAUREA. IL GOVERNO PREVEDE DI ISTITUIRE CORSI DI LAUREA AL FINE DI FORNIRE UNA "ADEGUATA FORMAZIONE" DEGLI UFFICIALI (ItaliaOggi)
domenica 03 aprile 2011
ItaliaOggi
Numero 078 pag. 7 del 2/4/2011
PRIMO PIANO
Corsi universitari in difesa e sicurezza
MILITARI E 007, LICENZA DI LAUREA
Andrà  a finire che per fare il comandante o l'agente dei servizi segreti bisognerà  laurearsi. Il governo, infatti, prevede di istituire corsi di laurea e di laurea magistrale in scienze della difesa e della sicurezza.
Se ne sentiva la necessità  , a detta di quanto scritto nell'atto del governo sottoposto a parere parlamentare, al fine di fornire una «adeguata formazione» degli ufficiali delle forze armate e del corpo della Guardia di finanza. Serviranno a militari, carabinieri, 007 e finanzieri. Mobilitati per gli insegnamenti anche le accademie e gli istituti militari di istruzione superiore. Tra laurea e laurea magistrale sono previsti dai 12 ai 20 esami. Ma chi saranno i futuri laureati con le stellette? Testuale dal decreto: «I laureati sono professionisti, militari (ufficiali dell'esercito, della marina, dell'aeronautica, dei carabinieri e della guardia di finanza) o civili, dotati della preparazione culturale (umanistica, socio-politologica, scientifica e tecnologica) e dell'addestramento professionale specialistico adeguati per operare con incarichi di comando, di pianificazione e di coordinamento (amministrativo, logistico e tecnico-operativo), nonchà © per valutare e gestire in termini sistemici situazioni e organizzazioni complesse...». Quindi tutti a lezione di geografia per capire gli scenari delle missioni internazionali nei quali i militari dovranno svolgere le funzioni di comando.
Gli 007 una volta laureati, invece, saranno esperti di «analisi di documenti d'interesse e d'impiego professionale e di elaborazione, archiviazione, gestione e produzione di memorie e rapporti tecnici, anche in una o più lingue». Peccato, però, che la Crui (la Conferenza dei rettori), alla quale palazzo Chigi ha chiesto un parere, ha molti dubbi, e non soltanto tecnici, perchà © «tra gli obiettivi qualificanti non si fa alcun riferimento ai diritti umani e per quanto riguarda i diritti individuali se ne fa cenno soltanto in relazione alle calamità  naturali». Per i rettori, poi, «suscita qualche perplessità  il modo in cui viene intesa la sicurezza, considerata più un problema tecnico e soprattutto «statale» nel senso della ragion di stato», quando invece «la sicurezza dovrebbe essere considerata materia di attenzione e interesse per l'intera collettività  , tanto dei residenti quanto degli immigrati temporanei».
Se ne sentiva la necessità  , a detta di quanto scritto nell'atto del governo sottoposto a parere parlamentare, al fine di fornire una «adeguata formazione» degli ufficiali delle forze armate e del corpo della Guardia di finanza. Serviranno a militari, carabinieri, 007 e finanzieri. Mobilitati per gli insegnamenti anche le accademie e gli istituti militari di istruzione superiore. Tra laurea e laurea magistrale sono previsti dai 12 ai 20 esami. Ma chi saranno i futuri laureati con le stellette? Testuale dal decreto: «I laureati sono professionisti, militari (ufficiali dell'esercito, della marina, dell'aeronautica, dei carabinieri e della guardia di finanza) o civili, dotati della preparazione culturale (umanistica, socio-politologica, scientifica e tecnologica) e dell'addestramento professionale specialistico adeguati per operare con incarichi di comando, di pianificazione e di coordinamento (amministrativo, logistico e tecnico-operativo), nonchà © per valutare e gestire in termini sistemici situazioni e organizzazioni complesse...». Quindi tutti a lezione di geografia per capire gli scenari delle missioni internazionali nei quali i militari dovranno svolgere le funzioni di comando.
Gli 007 una volta laureati, invece, saranno esperti di «analisi di documenti d'interesse e d'impiego professionale e di elaborazione, archiviazione, gestione e produzione di memorie e rapporti tecnici, anche in una o più lingue». Peccato, però, che la Crui (la Conferenza dei rettori), alla quale palazzo Chigi ha chiesto un parere, ha molti dubbi, e non soltanto tecnici, perchà © «tra gli obiettivi qualificanti non si fa alcun riferimento ai diritti umani e per quanto riguarda i diritti individuali se ne fa cenno soltanto in relazione alle calamità  naturali». Per i rettori, poi, «suscita qualche perplessità  il modo in cui viene intesa la sicurezza, considerata più un problema tecnico e soprattutto «statale» nel senso della ragion di stato», quando invece «la sicurezza dovrebbe essere considerata materia di attenzione e interesse per l'intera collettività  , tanto dei residenti quanto degli immigrati temporanei».