DALLA LISTA FALCIANI 300 MILIONI. IL BILANCIO DELLE INDAGINI DELLA GDF MENTRE IN TUTTA EUROPA CI SI CONFRONTA SULLA VALIDITà € DEGLI ELENCHI (Il Sole 24 Ore)
venerdì 15 aprile 2011
Il Sole 24 Ore - 2 aprile 2011
Il bilancio delle indagini della Gdf mentre in tutta Europa ci si confronta sulla validità  degli elenchi
DALLA LISTA FALCIANI 300 MILIONI
di Marco Bellinazzo e Marco Mobili
Sono giunte a quota 1.100 le verifiche effettuate dalla GdF sulla base dei dati della lista Falciani. Al 28 febbraio 2011, sono stati scoperti redditi non dichiarati per circa 300 milioni di euro e sono stati denunciati 103 contribuenti all'autorità  giudiziaria. Fra questi 34 erano evasori totali. La Guardia di Finanza, dunque, almeno fino alla prova dei fatti davanti ai giudici tributari italiani, prosegue la sua attività  di indagine su tutto il territorio nazionale, seguendo la pianificazione del Comando generale e le indicazioni provenienti dalle oltre 40 Procure, in possesso della stessa documentazione ottenuta tramite gli strumenti di cooperazione giudiziaria. E questo senza preoccuparsi di quanto sta accadendo in Francia sulla validità  dei dati Falciani.
Oltre confine, infatti, sarà  la Cassazione francese a dover sciogliere ogni dubbio sulla legittimità  dell'acquisizione delle informazioni contenute nella lista. Se a febbraio la Corte di appello di Parigi aveva sancito l'inutilizzabilità  delle informazioni riportate nell'elenco dei clienti di Hsbc, sottratto dall'ex informatico Hervè Falciani, il 22 marzo scorso un'altra corte di appello francese (quella di Chambery) si è pronunciata in senso diametralmente opposto, dichiarando infondato il ricorso contro le operazioni di accesso e sequestro eseguite nei confronti di un consulente finanziario "ignoto" al fisco transalpino. Almeno fino a poco prima che il fisco entrasse in possesso dei conti cifrati del giovane informatico.
Se la Francia (per ora) si è divisa, la Germania procede invece spedita nella lotta all'evasione internazionale senza formalizzarsi troppo su come l'autorità  fiscale è entrata in possesso di dati utili. A tal punto che la Corte costituzionale federale di Germania si è da tempo pronunciata sulla validità  delle informazioni acquistate dai servizi segreti per stanare gli evasori tedeschi che avevano conti segreti a Vaduz, in Liechtenstein. Per i giudici tedeschi «i reati commessi dagli informatori non possono essere sottoposti a una valutazione per un possibile divieto di utilizzabilità  dei dati», così come non c'è abuso di potere da parte degli organi dello Stato che hanno acquisito i dati e come se non bastasse, aggiunge ancora la Corte, nell'ordinamento tedesco non è presente «un assoluto divieto di utilizzazione scaturente da un'irrituale acquisizione». Come dire, che la riscossione delle imposte e la lotta all'evasione vengono prima, anche rispetto al diritto della privacy.
Sul versante italiano, della piena utilizzabilità  ai fini dell'accertamento delle imposte dei dati contenuti nella lista Falciani è pienamente convinta la Guardia di Finanza. Come più volte sottolineato la lista è stata acquisita legittimamente presso l'amministrazione fiscale francese, rispettando le procedure della collaborazione internazionale. Nel pieno rispetto dell'articolo 2 della direttiva n. 799/77 e dell'articolo 27 della convenzione contro le doppie imposizioni Italia-Francia stipulata il 5 ottobre 1989 (poi ratificata dalla legge n. 20 del 1992).
A supporto della piena validità  dei dati acquisiti, secondo le Fiamme gialle, c'è poi la legislazione italiana, come l'articolo 31-bis del cosiddetto testo unico dell'accertamento (Dpr 600/73), secondo cui l'amministrazione finanziaria «provvede allo scambio, con le altre autorità  competenti degli Stati membri dell'Unione europea, delle informazioni necessarie per assicurare il corretto accertamento delle imposte sul reddito».