MA DA GIULIO ADESSO LE AZIENDE ATTENDONO I FATTI, ANZI I DECRETI. DIETRO LE QUINTE MONTA LA PREOCCUPAZIONE PER LE VERIFICHE SEMPRE PIU' INVADENTI (ItaliaOggi)
domenica 01 maggio 2011
ItaliaOggi
Numero 094 pag. 4 del 21/4/2011
Dietro le quinte monta la preoccupazione per le verifiche sempre più invadenti
MA DA GIULIO ADESSO LE AZIENDE ATTENDONO I FATTI, ANZI I DECRETI di Michele Arnese
Convinzioni personali, sollecitazioni del mondo imprenditoriale e un auspicio chiaro della presidenza del Consiglio in vista delle elezioni amministrative. Sono queste le tre ragioni della rinnovata enfasi antifiscalista del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che si evince dalle parole pronunciate ieri.
Non siamo ancora alle tesi e ai toni del saggio «Lo Stato criminogeno» che il professore di Sondrio firmò nel 1998 per l'editore Laterza. Eppure ci manca poco. Molti hanno notato che le dichiarazioni di ieri stridono con quelle nerborute che le Finanze riservano a evasori piccoli e grandi, sottolineando come fa spesso l'Agenzia delle Entrate retta da Attilio Befera i risultati nel gettito derivante dal contrasto all'evasione. A parte lo stridore, e magari un sapore elettoralistico degli annunci alla vigilia di elezioni comunali rilevanti per la maggioranza, resta la sostanza di un ritorno al passato che sa tanto di presente.Nel mondo dell'impresa c'è una preoccupazione montante per l'invasività  dei controlli fiscali che sono acuiti sia dal periodo di bassa crescita sia da uno stato di complicazione tributaria che professionisti e piccole e medie imprese lamentano non essere diminuito. Questi umori sono stati percepiti e raccolti dall'entourage di Palazzo Grazioli. Il risultato è stato un brano passato inosservato nel discorso del premier Silvio Berlusconi a Milano, in quanto sovrastato dalle critiche sopra le righe del leader del Pdl ai magistrati della Procura di Milano: «Noi non vogliamo uno Stato di polizia tributaria e giudiziaria dove ci sia l'oppressione burocratica e fiscale: vogliamo uno Stato libero e al servizio dei cittadini». Quasi un comandamento per le «brigate parasindacali» a tutela di contribuenti e cittadini che sta allestendo il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, a sostegno del Pdl. Si dirà  : argomenti e toni tipici per scaldare gli animi nell'imminenza di elezioni amministrative. Sarà  . Però del tema dell'oppressione fiscale s'è parlato anche ai vertici della Confindustria, che sta preparando per il 7 maggio un'assise con la Piccola Industria, ovvero con quegli associati che più si lamentano della pervasività  fiscale, come gli imprenditori dei servizi e del commercio riuniti in Rete Imprese Italia. Argomenta un esponente di vertice della confederazione presieduta da Emma Marcegaglia: «I pm di Milano non dipendono dal governo, ma Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate dipendono dall'esecutivo». Come dire: se c'è oppressione fiscale è colpa delle leggi e della politica. E che non siano soltanto sensazioni e indiscrezioni è attestato da un documento tecnico inviato da viale dell'Astronomia al ministero dell'Economia e all'Agenzia delle Entrate: 19 pagine ad alto contenuto tecnico con richieste esplicite di semplificazioni, sburocratizzazioni e riduzioni di sanzioni per «errori puramente formali che peraltro spesso non comportano nessun rilievo tributario». Un viatico anche per il dl Sviluppo su cui stanno lavorando in particolare i ministeri dell'Innovazione (Renato Brunetta) e della Semplificazione (Roberto Calderoli). Ma c'è bisogno di un impulso e di un coordinamento che al momento non c'è, dicono nelle maggiori confederazioni. Insomma, dopo le parole servono i fatti, anzi i decreti.