"PIU' RISPETTO, BASTA CON IL FISCO ARROGANTE". VIA AL DECRETO: NO A CONTROLLI VESSATORI E NELLE VERIFICHE GUARDIA DI FINANZA IN BORGHESE. LA LETTERA DI BEFERA AL PERSONALE DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE ("Il Corriere della Sera)

venerdì 06 maggio 2011


Da "Il Corriere della Sera" di venerdì 6 maggio 2011

Via al decreto: no a controlli vessatori, nelle verifiche Guardia di Finanza in borghese

"PIU' RISPETTO, BASTA CON IL FISCO ARROGANTE"

La lettera di Befera che richiama gli ispettori: «Scorretto cercare pseudo-infrazioni da sanzionare»


ROMA - Basta con i comportamenti arroganti e vessatori del fisco. «La regola da seguire è molto semplice, ed è una regola di rispetto: comportiamoci tutti, come funzionari del fisco, così come vorremmo essere trattati come contribuenti» scrive il direttore dell`Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, in una lunga ed accorata lettera spedita ieri a tutti i dipendenti.
Lettera che non a caso arriva nel giorno in cui il consiglio dei ministri ha approvato il decreto per lo sviluppo che contiene norme sulla semplificazione dei controlli fiscali sulle imprese, disponendo per esempio che quelli della Guardia di Finanza debbano avvenire sempre in borghese. Un in- tervento di richiamo, quello di Befera, indotto dalle segnalazioni ricevute dai contribuenti sui metodi qualche volta spicci e un po` brutali degli agenti del fisco.
Che magari non sono tutte affidabili, ma che «possono esprimere un disagio reale», scrive Befera, ricordando ai dipendenti dell`Agenzia che «la nostra azione di controllo può rivelarsi realmente efficace solo se è corretta. E non è tale quando esprime arroganza o sopruso» aggiunge Befera. Sottolineando la gravità  di certi comportamenti e la gravità  delle ,sanzioni che scatteranno:
«Se determinate azioni infrangono la relazione di fiducia tra l`Agenzia e i cittadini, non si vede come possa con- tinuare a permanere l`elemento fiduciario che è alla base del rapporto di lavoro con l`Agenzia». «Se un accertamento non ha un fondamento solido, non va fatto e se da una verifica non emergono fatti concreti da contestare non è corretto cercare a ogni costo pseudo-infrazioni formali da sanzionare.
Se il contribuente ha dato prova di buona fede e lealtà , ripagarlo con l`accanimento formalistico significa venir meno a un obbligo morale di reciprocità , così come non è ammissibile pretendere dal contribuente adempimenti inutili, ripetitivi e defatiganti» sottolinea il direttore dell`Agenzia, dicendosi «sconcertato» quando, a giu- stificazione di certi comportamenti, si obietta la necessità  di raggiungere gli obiettivi.
«Non so se in questi casi sia più la mediocrità  della competenza professionale o la carenza di consapevolezza del proprio ruolo istituzionale che impedisce di comprendere quale devastante danno di immagine venga in questo modo inferto all`Agenzia, all`ufficio e ai colleghi, finendo quasi per apparentarne l`azione a quella di estorsori».

Mario Sensini

 

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