FISCO: EURORITENUTA; TREMONTI PONE VETO A ECOFIN. SANZIONI PER STATI CHE VIOLANO NORME O RICORSO A CORTE UE

mercoledì 18 maggio 2011

FISCO: EURORITENUTA; TREMONTI PONE VETO A ECOFIN
SANZIONI PER STATI CHE VIOLANO NORME O RICORSO A CORTE UE
(ANSA) - BRUXELLES, 17 MAG - Sanzioni per gli Stati, come la
Svizzera (ma non solo), e le banche che ignorano le norme
sull'euroritenuta. Altrimenti l'Italia e' pronta a ricorrere
alla Corte europea di giustizia. Per il ministro dell'Economia
Giulio Tremonti e' ''scandaloso'' e ''inaccettabile'' che ''gli
operatori di Paesi che hanno firmato la direttiva accettino la
sistematica violazione delle norme''. Lo sfogo del ministro e'
arrivato durante il dibattito pubblico tra i 27 dell'Ecofin
sulla revisione della direttiva Ue del 2003 che definisce i
meccanismi della tassazione degli interessi sui capitali dei
cittadini residenti all'estero. In una materia come quella
fiscale in cui e' richiesta l'unanimita', Tremonti ha minacciato
il veto se non saranno introdotti strumenti sanzionatori per chi
aggira o viola la legge europea. Di fatto, una nuova fumata nera
su un tema all'ordine del giorno ormai da anni.
Tremonti, che ha ripetutamente lamentato disfunzioni e
asimmetrie del meccanismo di lotta all'evasione fiscale sui
capitali all'estero, oggi ha definito ''perfetto'' il testo
presentato dalla Commissione Ue. Peccato che continui a mancare
il capitolo sanzioni: ''Non ci sono e quindi stiamo parlando di
un testo che non ha un minimo contenuto giuridico''.
''Oggi - ha continuato - non mi sento di esprimere una
valutazione positiva sulla revisione della direttiva se non c'e'
l'impegno da subito a mettere le sanzioni agli Stati e alle
banche che violano quel testo''. Chi avesse in mente, lo ha
chiarito dicendo: ''Nel 2000 e nel 2003, quando fu fatta la
direttiva, io c'ero. E vi posso assicurare che e' una direttiva
scritta dalla Svizzera. Non e' stata la Svizzera ad entrare in
Europa, ma l'Europa ad entrare in Svizzera''.
Il ministro ha quindi ricordato di aver chiesto a Bruxelles
un rapporto sugli stati che hanno violato la direttiva.
''Aspetto ancora quel rapporto - ha affermato - Una volta avuto,
chiedero' alla Commissione le sanzioni contro gli Stati che
hanno violato la direttiva, perche' almeno questo e' dovuto. Se
non e' il caso andremo davanti alla Corte di giustizia
europea''.
Come possa essere ''sistematica'' la violazione, Tremonti lo
ha fatto capire spiegando che le banche pagano la ritenuta solo
quando l'investitore estero si presenta con piccole cifre. Ma
quando i capitali sono grandi ''e' la banca'' a suggerire
societa' offshore, trust o strumenti assicurativi che permettono
di evitare le tasse aggirando le norme. Ed ha ricordato che ''ci
sono piu' societa' di Cayman a Lugano che non a Cayman''.
La direttiva 2003/48 attualmente in vigore richiede che ci
sia scambio di informazioni tra gli stati membri sui conti delle
persone fisiche residenti all'estero. Le tasse sugli interessi
andrebbero pagate in base alle aliquote dello Stato di residenza
fiscale del depositante. Il testo pero' prevede una norma
transitoria per cui in Austria e Lussemburgo, dove vige il
segreto bancario, si puo' pagare una tassa locale in cambio
della mancata informazione del paese d'origine dei capitali. Un
vantaggio che sparira' solo quando anche nei 'paradisi fiscali'
di Andorra, Liechtenstein, Monaco, San Marino e Svizzera nonche'
dieci 'territori' olandesi e gli Usa accetteranno
l'automaticita' dello scambio di informazioni e del pagamento
delle'euroritenuta, anziche' - come avviene attualmente - su
richiesta. Richiesta che ovviamente non puo' partire se il fisco
che dovrebbe incassare la tassa ignora l'esistenza del conto
estero.
La revisione della norma vuole estendere la copertura a tutti
i redditi da risparmio, compresi i trust o i prodotti
assicurativi. Ma per Tremonti e' inutile se non si rende davvero
operativa la legge che gia' c'e': ''E un tema serio, che vuol
essere trattato in modo serio e non in modo, come dire,
'svizzero'''. (ANSA)

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