IL DECRETO ALLA QUALUNQUEMENTE SUI CONTROLLI MULTIPLI - di Cleto Iafrate

mercoledì 25 maggio 2011

Negli ultimi mesi c’è stata una accesa polemica secondo la quale le imprese italiane sarebbero oppresse dall’eccessivo numero di controlli che, oltre a far perdere tempo agli imprenditori, avrebbero dei costi esorbitanti per le aziende e, a volte, innesterebbero “un meccanismo di corruzione”.

Al fine di dare soluzione alle problematiche esposte, è stato inserito in tutta fretta un articolo nello schema di decreto legge sullo sviluppo (nr. 70/2011). Si tratta dell’art. 7, intitolato “semplificazione fiscale”. La norma si propone di disciplinare i controlli amministrativi che richiedono l’accesso nei locali dell’impresa, eseguiti da tutti i controllori appartenenti a qualsiasi amministrazione sia centrale che locale (Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Vigili urbani, Carabinieri, INPS, INAIL, ASL, Ispettori del Lavoro, ecc., ecc.).

Il decreto legge dispone che, per le piccole e medie imprese, questi tipi di controlli vengano unificati, avvengano al massimo con cadenza semestrale e non possano durare più di 15 giorni.   

Mi chiedo: se l'accesso deve essere unico, nell'arco dei sei mesi, come avverrà  il coordinamento fra i singoli controllori appartenenti alle diverse amministrazioni?

Secondo la lettera della norma, si potrebbe verificare che quando la Guardia di Finanza busserà  alla porta di una impresa per eseguire un controllo, l’imprenditore sarà  legittimato a non aprire la porta; cioè potrà  dire, parafrasando il Ministro, “Non rompete più di tanto”. All’imprenditore basterà  mostrare la copia di un verbale di operazioni eseguite con data non anteriore a sei mesi; magari un verbale redatto a seguito deil controllo delle acque reflue eseguito dagli ispettori della ASL locale.

Nelle prospettate circostanze, certamente nessun militare della G. di F. rischierà  di procedere al controllo. La norma, infatti, prevede che nel caso di controlli plurimi entro l’arco dei sei mesi, scatteranno da subito i provvedimenti di illecito disciplinare per i soggetti delle amministrazioni pubbliche coinvolti. 

Le difficoltà  attuative della norma lasciano molto perplessi, ma la sua tempistica fa venir in mente una scena dell’ultimo film di Antonio Albanese: quella in cui il protagonista durante la sua campagna elettorale promette “cchiù pilu pe’ tutti”.

Il decreto legge, infatti, viene emanato con carattere d’urgenza il 13 maggio 2011 come risposta alle richieste che proverrebbero dal mondo degli imprenditori. Lo stesso, ovviamente, prevede delle eccezioni; si tratta di eccezioni da un lato, così ampie da potere annullare l’efficacia della norma e dall'altro, così vaghe da lasciare considerevoli margini di incertezza interpretativa.

Nel frattempo ci sono le elezioni amministrative. Dopo verrà  emanato il decreto attuativo – non c’era tempo, ovviamente, di farlo prima - e tutto probabilmente finirà  in una bolla di sapone.

CLETO IAFRATE
Direttivo nazionale Ficiesse
c.iafrate@ficiesse.it


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