LA MOSSA DEL CAVALIERE, MENO POTERI ALLE FIAMME GIALLE. «GLI ITALIANI SONO VESSATI, FERMIAMO LA FINANZA.» (Il Secolo XIX)

giovedì 26 maggio 2011


Il Secolo XIX – 26 maggio 2011

La strategia fiscale per riparare al danni elettorali: «La colpa è tutta di Tremonti»

LA MOSSA DEL CAVALIERE
MENO POTERI ALLE FIAMME GIALLE

«Gli italiani sono vessati, fermiamo la Finanza. Manovra da 40 miliardi? Non esiste»

di Giovanni Palombo


ROMA. Introdurre il quoziente familiare. Passare dall'imposta sui redditi a quella sui consumi. Aumentare l'Iva sui beni non di prima necessità  in modo da aumentare le entrate e utilizzare gli introiti per abbassare le tasse. Silvio Berlusconi punta tutto sulla riforma fiscale. Non importa che a metà  giugno – Tremonti dixit - arriverà  la correzione dei conti pubblici. Il premier non vuole sentire ragioni. Per «impedire che i cittadini vengano vessati» vuole addirittura presentare in Parlamento una legge per «impedire che la Guardia di Finanza possa fare dei controlli sulle imprese». «Basta, non lasciano lavorare la gente in pace», ha sbottato ieri con i suoi collaboratori. Il Cavaliere ha anche dato dei dettagli sul provvedimento: la Finanza «mette le ganasce, avalla le ipoteche, è ora di fermarla. Al massimo potrà  andare una volta sola dagli imprenditori e i controlli non potranno durare più di 15 giorni». Ieri Giulio Tremonti, che pur nei giorni scorsi aveva promesso di allentare la pressione della Guardia di Finanza, è rimasto in silenzio durante l'ufficio di presidenza. Il ministro dell'Economia non intende scucire un euro e anzi ritarda qualsiasi tipo di discorso. «Berlusconi sogna», dice uno dei deputati vicini al Professore di Sondrio. Ma il Pdl è di nuovo in fermento, per non dire in guerra con il titolare di via XX Settembre. «La verità  - è la tesi all'interno del partito - è che abbiamo perso per colpa sua». La sconfitta ai ballottaggi viene data per sicura e in via dell'Umiltà  è partito un processo nei confronti dell'uomo del Tesoro. Un'area del governo e del partito avrebbe intenzione di passare all'azione: è in preparazione una rivolta per chiedere che la politica economica ritorni a palazzo Chigi.

L'iniziativa - una lettera da consegnare al presidente del Consiglio dopo Il 29 maggio - è avallata da "Liberamente". Il pressing nei confronti di Tremonti ha il via libera dell'inquilino di palazzo Grazioli che intende spostare proprio su Tremonti la "colpa" dell'eventuale sconfitta di Moratti e di Lettieri. Due giorni fa Tremonti era stato invitato al vertice con Bossi in via del Plebiscito, ma ha rifiutato. E allora il Cavaliere ha "attivato" il partito: «E arrivato il momento - questo il ragionamento - che Tremonti faccia un passo indietro». Berlusconi vuole giocare in contropiede, anche perchà© sa che tra poco potrebbe essere sostituito proprio dal Professore di Sondrio. E il partito "in toto" a chiedere al premier un'iniziativa. Altrimenti - è l'invito che i "big" del Pdl gli suggeriranno in caso di terremoto a palazzo Chigi - è meglio lasciare spazio a Gianni Letta. Quindi, via libera alla smentita facile, contro Tremonti. «Una manovra da 40 miliardi a giugno? Non è così», dice Berlusconi a "Porta a porta", contraddicendo il suo ministro. Per il premier, inoltre, «non saremo chiamati ad una riduzione di 46 miliardi l'anno, dai 2015, del debito, cosa che non sarebbe possibile, ma a una gestione accorta del debito pubblico». «Dobbiamo tendere a ridurre il deficit, quest'anno siamo al 4,3%, siamo i secondi in Europa, e ha fatto meglio di noi solo la Germania», ha detto il Cavaliere in tv (subito smentito dal dipartimento economico del Pd), ricordando poi che per quanto riguarda la riduzione del debito «su mio consiglio» sono stati introdotti nuovi fattori da considerare come, tra gli altri, «la solidità  del sistema bancario e la riforma delle pensioni».


 

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