LA MANOVRA TRIENNALE CI SARA'. FRA LE TANTE LA CONFERMA FINO AL 2014 DEL BLOCCO DEGLI STIPENDI DEL PUBBLICO IMPIEGO (La Stampa)
venerdì 10 giugno 2011
La Stampa – 10 giugno 2011
LA MANOVRA TRIENNALE CI SARà €. NEL MENà ™ LE PENSIONI DELLE DONNE
Con i tagli la delega sulle tasse: l'ipotesi tre aliquote
di Alessandro BarberaRoma - La verità  Berlusconi l'ha celata fra non detti e la promessa al via libera, entro la pausa agostana, della legga delega per la riforma fiscale. Al di là  delle parole, per ora la certezza sono tagli, tagli e ancora tagli. Circa quaranta miliardi di qui al 2014, l'inevitabile manovra di riduzione delle spese per portare (una volta per tutte) l'Italia fuori dei Paesi a rischio. La parola chiave della conferenza stampa del premier è «close to balance», «pareggio di bilancio». Il decreto che conferma gli impegni presi con Bruxelles ad aprile arriverà  un po' più tardi del previsto: non a fine giugno, bensì attorno a metà  luglio. II premier vuole allontanare le scelte difficili da tre appuntamenti cruciali della maggioranza: l'approvazione del decreto Sviluppo (alla Camera già  la prossima settimana), la verifica parlamentare (il 22 giugno), il consiglio nazionale del Pdl del primo luglio. L'aggiustamento dei conti di quest'anno sarà  minimo: circa tre miliardi di euro, quanto basta per rifinaziare alcune spese rimaste senza copertura come le missioni militari. I nuovi e pesanti tagli arriveranno dal 2012 in poi. II menù delle misure possibili, messo a punto dai tecnici della Ragioneria e del Tesoro è quasi pronto. Dopo le scadenze di cui sopra, la maggioranza deciderà  cosa tagliare e cosa no. Fra le tante c'è la conferma fino al 2014 del blocco degli stipendi del pubblico impiego, già  prevista dalla manovra della scorsa estate. Nei corridoi del Tesoro circolano un'ipotesi di riorganizzazione e cessione di parte di immobili statali e, dal 2013, la riduzione di sei miliardi della spesa sanitaria per via dell'introduzione dei cosiddetti costi standard previsti dalla riforma federalista. Maurizio Sacconi smentisce l'ipotesi, ma sul tavolo c'è anche l'aumento da 60 a 65 anni dell'età  di pensionamento delle lavoratrici private: un anno ogni due a partire da gennaio 2011 vale (a regime) sei miliardi. Tremonti tenterà  di riproporre alcune delle misure saltate dall'ultimo round di tagli come la riduzione degli enti inutili: al Tesoro hanno una lista in cima alla quale c'è sempre l'Istituto per il Commercio estero, l'ente che da anni tenta (senza successo) di accorpare alla Farnesina. La trattativa sui tagli sarà  parallela ad un altra partita, quella sui contenuti della delega fiscale. Trattandosi di una legge che fisserà  i principi della riforma, potrà  essere molto generica o, all'inverso, definire nel dettaglio i suoi contenuti. Per capire le intenzioni del governo sarà  decisiva la scadenza della delega: sei mesi? un anno? L'unica parola d'ordine per Tremonti è «invarianza di gettito», vale a dire una riduzione delle aliquote Irpef da compensare con una drastica semplificazione delle agevolazioni fiscali o dall'aumento dell'Iva. Nell'ultimo vertice notturno, Berlusconi ha chiesto e ottenuto di allargare la simulazione già  fatta da Tremonti sulla prima aliquota Irpef (dal 23 al 20%), riducendo le attuali cinque a tre: 20, 30 e 40%. Per compensare il taglio ci sono varie ipotesi: l'armonizzazione delle rendite finanziarie al 20%, il taglio dei contributi a fondo perduto alle imprese e delle agevolazioni sulla prima casa. Oggi queste ultime valgono quasi dieci miliardi di euro all'anno e sono garantite a tutti. Nelle ipotesi di riforma fiscale ne avrebbero diritto solo i redditi inferiori ai 25mila euro l'anno.