CONTINUA L'INCREDIBILE VICENDA DEL MARESCIALLO DI GIORGIO. "IL MARESCIALLO E IL SINDACATO - PARTE SECONDA" - DI SALVATORE RULLO (FA SEGUITO A QUANTO PUBBLICATO SU QUESTO SITO IL 9 MAGGIO 2005)

mercoledì 01 giugno 2005

Cari colleghi e cortesi lettori, torno doverosamente ad occuparmi del caso del 1^ M.llo della Marina Militare Alessandro Di Giorgio, un caso così straordinario che non può essere chiuso dopo una interrogazione parlamentare anche perché l’interessato smentisce quanto dichiarato in Commissione Difesa dal Ministero Difesa .

Qualche giorno fa, dopo un mio articolo ( dal titolo : il maresciallo e il sindacato ) pubblicato sui siti : ventosociale.it - militari.org – ficiesse.it – assolama.it è stata presentata un’interrogazione parlamentare alla quale è stata data una risposta;

Di seguito vi propongo l’interrogazione parlamentare, la risposta del sottosegretario alla difesa On. Cicu e le dichiarazioni del collega Di Giorgio.

 

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE N. 5-04367

PRESENTATA DALL'ON. GIUSEPPE MOLINARI E DALL'ON. ERMETE REALACCI

IL 24 MAGGIO 2005, NELLA SEDUTA N. 631

Interrogazione 5-04367 Molinari e Realacci: Richiesta di proroga del congedo straordinario di un sottufficiale per gravi motivi familiari.


MOLINARI e REALACCI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:


il maresciallo Alessandro Di Giorgio è padre di 4 gemelle, tutte non vedenti di cui una, Paola Rita, soffre anche di gravi disturbi cerebrali e ritardi nella crescita; oggi le ragazze hanno 19 anni e sono state accudite fino all'anno scorso sia dal padre che dalla madre, morta nel gennaio 2004 a causa di un infarto non diagnosticato dal pronto soccorso; da due anni, e tanto più dallo scorso anno, quando il maresciallo è rimasto vedovo, accudisce personalmente in tutto le ragazze, vestirle, farle mangiare, portarle a scuola; per far questo il Di Giorgio si è giovato della legge 388 che prevede, per un genitore di un disabile, di giovarsi di due anni di congedo retribuito. Da ottobre 2004, sono scaduti i termini, previsti dalla Legge 388;

il maresciallo, per continuare ad accudire le figlie, ha chiesto che il congedo gli venisse prorogato in virtù della presenza di altri 3 disabili. Fino ad oggi, a parole, tutti gli hanno dato ragione ma nessuno ancora ha formalizzato ufficialmente la proroga;

il Ministero della Difesa, direzione generale per il personale militare, a cui il Di Giorgio si è rivolto per dipanare questo gravissimo stallo della sua situazione, si evidenzia che da ottobre 2004 il maresciallo si è giovato di permessi, giorni di malattia e ferie maturate per continuare ad accudire le figlie, ha risposto che non ha diritto alla proroga ma solo a tre giorni di permesso mensile, per ogni figlio;

si evidenzia che il Senato della Repubblica ha accolto un Ordine del Giorno con il quale si impegna il governo a valutare concretamente la modifica delle norme, di cui all'articolo 42, comma 5 del Decreto Legislativo 26 marzo 2001 n.151, contemplando la possibilità che le famiglie con più figli disabili possano avvalersi di una estensione del periodo di congedo fruibile, di ulteriori due anni per ogni figlio -:

se non intenda immediatamente intervenire per risolvere tale situazione umana vista l'assoluta gravità e particolarità del caso del maresciallo Alessandro Di Giorgio
.

 

TESTO DELLA RISPOSTA DEL SOTTOSEGRETARIO SALVATORE CICU

 Sul caso del Capo di 1a Classe DI GIORGIO, l'Amministrazione ha posto in essere ogni azione di sostegno, ivi incluse quelle di natura assistenziali, previste dalla normativa vigente dedicando, inoltre, una costante attenzione alla situazione del Sottufficiale a cui non è mai mancato il sostegno morale e la considerazione di questo Ministero e della Forza Armata di appartenenza.
Quanto alla problematica sollevata dagli Onorevoli interroganti, si precisa che il Sottufficiale dopo aver fruito dell'intero periodo di licenza straordinaria di anni due, ha presentato un'istanza al Comando di appartenenza, con la quale - sulla base di una interpretazione soggettiva della circolare dell'INPDAP n. 2 del 10 gennaio 2002 - invocava l'ulteriore diritto ad ottenere due anni di astensione retribuita dai servizio, per ciascuna delle figlie disabili.

Tenuto conto della delicatezza del caso, l'Amministrazione, per nulla insensibile alla problematica, ha chiesto apposito parere al Dipartimento della Funzione Pubblica, al fine di verificare l'eventuale sussistenza del diritto invocato.
Il citato Dipartimento ha confermato l'impossibilità a concedere ulteriori periodi di assenza retribuita dal servizio, oltre a quelli già disposti.
A tal riguardo e allo scopo di fornire all'interessato ogni ulteriore possibile forma di sostegno, lo stesso è stato reso edotto dalla Direzione Generale, attraverso il Comando di appartenenza, sulla possibilità di fruire di tre giorni di permessi mensili retribuiti per ciascuna figlia, per un totale di dodici giorni al mese, in quanto unico genitore ad assistere la prole con handicap in situazione di gravità.

In altri termini, tale possibilità consente all'interessato di lavorare al massimo 10 giorni nell'arco di un mese.

Inoltre, stante la delicatezza e la particolarità del caso in esame, sono al vaglio tutte le possibili ed ulteriori forme di sostegno finalizzate a risolvere o, quantomeno, alleviare la situazione di grave disagio in cui versa il Sottufficiale.

 

REPLICA DELL'ON. ERMETE REALACCI

Ermete REALACCI (MARGH-U) nell'esprimere apprezzamento sia per la sensibilità manifestata dal Comando competente nei confronti del sottufficiale Di Giorgio sia per l'impegno assunto dal Governo ad intraprendere tutte le iniziative necessarie ad alleviare la situazione di grave disagio in cui versa il citato sottufficiale, ritiene, comunque, che l'interpretazione letterale della normativa vigente adottata dal Dipartimento della Funzione pubblica sia eccessivamente restrittiva e non tenga conto delle situazioni concrete a cui la normativa stessa deve essere applicata.

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Fin qui avete potuto leggere: interrogazione, risposta ed osservazioni degli interroganti…. Appena lette ho informato il collega Di Giorgio il quale mi ha comunicato tutta la sua sorpresa , il suo sconcerto e, comprensibilmente amareggiato, mi ha inviato una dichiarazione firmata che di seguito vi riporto fedelmente.

 

LETTERA DI ALESSANDRO DI GIORGIO A SALVATORE RULLO

Caro Rullo

In merito alla risposta del sottosegretario alla difesa dichiaro che non è vero niente che ho l’assistenza domiciliare ; non è vero niente che ho l’aiuto morale; non è vero che il comando mi è vicino non è vero niente di tutto quello che hanno scritto nella risposta. E’ vero solo una cosa, che mi stanno violentando psicologicamente; che sono nove mesi che aspetto una risposta concreta alla mia situazione familiare . Troppe parole e niente fatti, ho un diritto di legge e non capisco perché non me lo vogliono concedere. Forse qualcuno ci trova piacere a crearmi ulteriori problemi a parte quelli che già ho. Perché non mandano una commissione a constatare di persona cosa significa accudire 4 (quattro) persone nelle note condizioni. Solidarietà a parole però fatti niente. NON SO SE RESISTERO’ ANCORA A LIVELLO PSICOLOGICO.

Grazie - firmato – Alessandro Di Giorgio

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Chi dice cose non esatte? C’è qualche " cattivo consigliere " ?. C’è qualcuno che pensa di chiudere il caso dopo la risposta in commissione?

Come si è già detto, nel primo articolo, al Maresciallo è stata offerta assistenza legale da parte di una organizzazione sindacale. Intanto tutti i militari aspettano da anni di avere uno strumento di rappresentanza efficace ed almeno simile ai sindacati di polizia. Eppure di fronte al dramma di questo Maresciallo qualcuno mi ha detto : " ma come ti sei permesso di occuparti di questo caso ? addirittura ti occupi di un maresciallo che non appartiene alla tua forza armata ?" ; addirittura si è ironizzato sul fatto che avevo chiuso il mio precedente articolo su questo caso scrivendo : " Caro Alessandro da oggi non sei più solo ". Ha suscitato anche " sorpresa " una lettera sul caso Di Giorgio inviata dal presidente del CoCeR AM al gabinetto del ministro della difesa.

Che riforme si possono fare, come si fa a migliorare i diritti di tutti se si arriva a fare queste affermazioni?. Interpreti fuori dal tempo, semplici comparse destinate all’estinzione ( altro che rielezione ! ) e senza futuro. I diritti e la tutela non hanno prezzo.

Lo ripeto, caro Alessandro, non sei solo e spero tanto che questo mio piccolo contributo ti possa essere d’aiuto per una rapida soluzione del tuo caso e spero anche che ti sia restituita al più presto una serenità familiare che ti meriti ampiamente.

Salvatore RULLO

s.rullo@tin.it


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