LA SEZIONE DI COMO E TUTTA FICIESSE SI STRINGONO CON COMMOZIONE E AFFETTO ATTORNO ALLA FAMIGLIA DEL CARO MARESCIALLO CAPO LUIGI VERGINE, CHE CI HA LASCIATO ALL'ETA' DI SOLI 38 ANNI

martedì 14 giugno 2011

Luigi Vergine è stata una persona splendida, un uomo specchiato e generoso, un finanziere modello. Prestava servizio presso la Compagnia della Guardia di Finanza di Olgiate Comasco, come Comandante del Nucleo Mobile.

Alla Signora Maria Teresa e ai Suoi Familiari il nostro più sentito, addolorato e affettuoso cordoglio.

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Articolo de  "laprovinciadicomo" da http://www.laprovinciadicomo.it



OLGIATE COMASCO Sognava di continuare a fare indagini e di onorare la divisa cui teneva tanto, ma un male crudele non gli ha lasciato scampo. Il maresciallo Luigi Vergine - 38 anni, responsabile dell'unità  operativa della locale compagnia della Guardia di Finanza - è deceduto all'ospedale Sant'Anna, attorniato dagli affetti più cari. Originario di Sogliano Cavour, in provincia di Lecce, si arruolò nel 1997; dal 2000 operava alla compagnia di Olgiate Comasco, cittadina dove aveva scelto di vivere con la moglie Maria Teresa. Da tre anni comandava il nucleo mobile, distinguendosi nell'attività  investigativa e operativa, come ricorda il maggiore Salvatore Mirarchi, suo comandante e amico: «Era un finanziere modello. Era il primo ad arrivare e l'ultimo ad andare via. Si caricava lui tutto sulle spalle, come un vero comandante. Nei tre anni in cui ha diretto il nucleo mobile ha sequestrato più di quattrocento chilogrammi di sostanze stupefacenti e ottenuto risultati importanti nell'attività  di polizia giudiziaria nel settore stupefacenti e traffico illegale di tabacchi. Collaborava con tutte le altre forze di polizia e teneva i contatti con la magistratura». Aveva fortemente voluto diventare un finanziere: dopo aver vinto il concorso, aveva frequentato la scuola sottufficiali della Guardia di Finanza a L'Aquila. Forse in futuro avrebbe desiderato avvicinarsi al suo paese di origine, ma per ora la sua “seconda casa” era la compagnia di Olgiate. Sperava di poter riprendersi per tornare presto al suo lavoro, come conferma il maggiore Mirarchi: «Il suo sogno era di tornare al comando del nucleo operativo, per continuare a fare indagini».
La malattia, contro cui ha combattuto con tutte le sue forze, in otto mesi gli ha negato di poter avere un futuro. Un maresciallo dal: «Cuore gentile – prosegue il maggiore Mirarchi – Era un ragazzo d'oro. Una persona simpaticissima, cordiale, disponibile; non se la prendeva mai, anche se lo si massacrava di scherzi. Non criticava mai nessuno. Era profondamente buono».
Un'umanità  che ha lasciato il segno in chi l'ha conosciuto e dall'altro ieri lo piange. Incessante la mesta processione di finanzieri della compagnia di Olgiate, del comando di Como, della tenenza di Ronago e delle altre forze dell'ordine alla camera ardente allestita nell'obitorio dell'ospedale Sant'Anna. Domani, alle 14.30, l'ultimo saluto nella chiesa di San Gerardo, non distante dalla locale caserma delle Fiamme gialle. Al termine delle esequie, il feretro partirà  alla volta del suo paese natale, dove sarà  tumulato accanto alla madre, morta un mese fa.
 

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