I REDDITI DEI MANAGER PUBBLICI: LA CRISI NON TOCCA I GRANDI DI STATO. I REDDITI DELLE CARICHE. (Libero)

sabato 18 giugno 2011


Libero – 10 giugno 2011

I REDDITI DEI MANAGER PUBBLICI

La crisi non tocca i grandi di Stato

Pressioni per un tetto ai compensi in banche e assicurazioni. Non nelle partecipate del Tesoro. Di seguito i redditi delle cariche elettive.

di Antonio Spampinato


L'Isvap, l'istituto che vigila sulle compagnie assicurative, ha deciso di mettere un tetto agli stipendi dei manager. Il governo si sta attrezzando per dare a Banca d'Italia il potere di porre limiti agli emolumenti dei banchieri e a introdurre un limite di 350mila euro ai bonus per quanti lavorano in istituti che hanno usufruito di aiuti di Stato. Insomma, l'ondata moralizzatrice partita dagli Stati Uniti che vuole imporre un tetto agli stipendi di chi occupa i piani alti di società  che abbiano ottenuto soldi provenienti dalle tasche dei cittadini è arrivata anche da noi nella sua fase cruciale. E se questo vale per gli amministratori delle società  private non è a maggior ragione estendibile ai manager pubblici? Tanto per dare un ordine di grandezza, il presidente del Consiglio europeo ha uno stipendio di 309mila euro l'anno, quello degli Stati Uniti 282mila. Paolo Scaroni, numero uno Eni ha ricevuto, bonus compresi e senza contare i doppi incarichi, oltre 4,4 milioni di euro. Secondo i dati che pubblichiamo in calce, il reddito complessivo del supermanager alla cabina di comando del colosso energetico italiano, è di poco più di 4 milioni perchà© si riferisce alla denuncia 2010 e quindi ai redditi 2009. In piena crisi dunque Scaroni, come pure l'ad Enel Conti, ha registrato un aumento. Chi spinge per limitare i compensi si fa forte del sostegno dell'opinione pubblica verso chi guadagna multipli esagerati rispetto a operai e impiegati. I contrari sostengono invece che i manager migliori stanno sul mercato e se non li si strapaga fanno le tende e vanno altrove. Fatto sta che il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, ha dichiarato nel 2010 un reddito (reddito complessivo e non solo stipendio) di 507mila euro. Gli fa buona compagnia Fabrizio Saccomanni, Banca d'Italia, forte di un reddito di 762mila euro. Ce ne sono anche tanti che registrano redditi con due zeri in meno.
 

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