PRIMA CONFERENZA NAZIONALE SULLA SICUREZZA DEL P.D.: ALLO STUDIO DEL PARTITO UNA RIFORMA PER IL COORDINAMENTO DI COMUNI E UFFICI/COMANDI DI PS, CC E GDF CHE GARANTISCA LA SICUREZZA URBANA SUL TERRITORIO NELL'INTERESSE DEI CITTADINI - di Giuseppe Fortuna

mercoledì 22 giugno 2011

La Prima Conferenza del Partito Democratico sulla Sicurezza che si è tenuta lunedì 20 giugno 2011 a Roma ha presentato diversi spunti di interesse, su alcuni dei quali val la pena svolgere qualche breve riflessione.

Prima dei complimenti, però, anche per non rinunciare allo stile leggermente caustico che ci caratterizza (e al quale in fondo in fondo siamo un po' affezionati), qualche appunto all’organizzazione, sperando che l’onorevole Fiano e il bravo Di Bartolomei non ce ne vorranno per questo.

Innanzi tutto, come altre iniziative organizzate dal P.D. in tema di sicurezza, anche questa ci è sembrata un po' troppo "P.S.-centrica", vista la completa assenza di contributi da parte di appartenenti alle forze di polizia a struttura militare.

Certamente è difficile ottenere dagli organismi della rappresentanza militare apporti originali e di qualità  su temi diversi da quelli economici e di carriera, mentre nell’incontro di ieri si trattava di affrontare questioni squisitamente operative come quelle della sicurezza urbana. Temi, quindi, di naturale elaborazione per i sindacalisti e che sono invece preclusi ai delegati militari di Cobar, Coir e Cocer dalla vecchia e decisamente superata legge del 1978.

Ma comunque è un fatto (negativo) che più della metà  dei lavoratori del comparto sicurezza non fosse rappresentato. E questo segnala probabilmente una falla per un partito che aspira a porsi alla guida del paese. Che volete fare amici del P.D.? Continuare a lasciar mietere consensi tra i cittadini con le stellette all'onorevole Gasparri e al ministro La Russa? Non credete che possa valer la pena cambiare atteggiamento in un settore così importante (e non soltanto elettoralmente) considerato che la rete è entrata da padrona anche nelle caserme e che c'è oggi un’informazione di settore capillare e di crescente qualità  che ha portato tra i militari una grande crescita di cultura e di voglia di partecipazione?

Un’altra osservazione riguarda una certa autoreferenzialità  dell’iniziativa, nella quale è stata concessa la parola (a parte l'intervento in chiusura del ministro Maroni) soltanto a parlamentari e sindaci del P.D. e a segretari di sindacati della Polizia di Stato che certamente non sono ostili al centrosinistra (Silp, Siap, Coisp, ANFP). La conferenza, infatti, non prevedeva spazi per gli interventi dei presenti, anche se noi siamo ugualmente riusciti (come al solito) a fare un intervento.

Si dirà , per ribattere all'osservazione, che il partito ha organizzato e organizza le Consulte per la sicurezza, dove ognuno può dire la sua per tutto il tempo che vuole. Ma tali incontri sono stati davvero pochi, più d'una volta rinviati e, comunque, almeno noi di Ficiesse, abbiamo potuto partecipare in una sola occasione.

Dopo aver fatto arrabbiare gli organizzatori, veniamo alle notazioni che giudichiamo senza dubbio positive.

Innanzitutto, l’intervento dell’onorevole Minniti, che si è dichiarato contrario all’unificazione delle Forze di polizia e ha sottolineato come in democrazia si debba evitare che le politiche della sicurezza rimangano in una mano sola. Bisogna comunque rilanciare il coordinamento o, meglio, la "complementarietà ". La legge 121, infatti, dopo trent’anni, è ancora largamente inapplicata perchà© il testo presenta ambiguità  che non sono mai state sciolte. La prossima riforma dovrà  evitare le duplicazioni sul territorio e le sovrapposizioni tra le cinque polizie nazionali e le tante polizie locali. In più, sarà  opportuno cercare di valorizzare le polizie private, alle quali si dovrebbe chiedere un livello minimo di qualità .

Minniti ha anticipato, poi, un tema di centrale rilievo sviluppato nella tavola rotonda del pomeriggio, quello del coordinamento tra forze di polizia nazionali e sindaci. àˆ indispensabile, secondo il parlamentare, partire dai territori, conoscere i territori, che sono tra loro profondamente diversi. Padova e Reggio Calabria hanno problemi di sicurezza diversi e per questo ci vuole molta maggiore flessibilità  da parte delle amministrazioni centrali delle forze di polizia, coordinamento e, appunto, complementarietà .

Ci vuole una vera e propria “alleanza” tra Stato e sindaci, per rendere questi ultimi protagonisti di un nuovo modello. Sicurezza, quindi, come politica di integrazione, perchà© macchine e pattuglie per prevenire i reati le deve continuare a mettere lo Stato, ma, ad esempio, alla luce per illuminare le piazze a rischio deve provvedere il sindaco.

Siamo d'accordo su tutto il fronte. Anche se non possiamo non ricordare a noi stessi che Marco Minniti è l'uomo politico che, nella campagna elettorale 2006, ci entusiasmò parlando di libertà  di associazione e di "archi tesi verso il sindacato" in favore dei cittadini con le stellette, per poi, da viceministro dell'interno, non muovere un dito per bloccare l'imbarazzante disegno di legge elaborato di concerto dai senatori Ramponi (A.N) e Nieddu (D.S.) che, se non fosse caduta la legislatura, avrebbe "contro-riformato" in senso autoritario e gravemente restrittivo la legge del 1978 sulla rappresentanza militare. Speriamo che queste nuove e altrettanto nobili intenzioni non rimangano ugualmente sulla carta qualora il P.D. dovesse affermarsi alle prossime elezioni politiche.

Comunque, il tema dell'integrazione tra forze di polizia nazionali, comuni e cittadini sul territorio ci è sembrato certamente l’aspetto più interessante e innovativo della conferenza. Mentre, ci è apparso un po’ propagandistico il richiamo al tema delle risorse da restituire alle amministrazioni di polizia. Siamo tutti d’accordo che i tagli lineari sono sempre sbagliati, perchà© danneggiano le strutture efficienti e produttive rispetto a quelle ipertrofiche e parassitarie. Ma i sacrifici bisogna farli chiunque sia al governo e non si è detto ieri, nà© da parte di Minniti nà© delle altre personalità  intervenute al dibattito, dell’esigenza di incidere sugli enormi sprechi delle organizzazioni nazionali di polizia, specialmente nei livelli dirigenziali e nelle strutture di coordinamento interforze, che tanto pregiudizio recano alle attività  operative sul territorio.

Visto che sappiamo tutti che questi sprechi ci sono e che sono doviziosi, quali alternative propone il P.D. ai tagli lineari? Perchà© il P.D. non prova a chiedere, magari nella prossima Consulta per la sicurezza, se qualcuno ha idee in merito?

Al dibattito successivo hanno partecipato i sindacalisti Giardullo, Tiani, Letizia e Maccari. Dal nostro punto di vista, interessanti sono state specialmente le osservazioni del segretario del Silp, sull’esigenza di rendere la sicurezza più vicina ai cittadini coinvolgendo le realtà  locali e sulla necessità  di evitare l’errore, gravissimo, della mancanza di trasparenza sulle rispettive responsabilità . Maccari ha poi opportunamente riconosciuto il ruolo utile e positivo delle associazioni di volontariato, che restituiscono vivibilità  ai quartieri e svolgono funzioni di sensibilizzazione, di rieducazione, di collaborazione e di recupero dei territori.

Nel pomeriggio abbiamo particolarmente apprezzato la tavola rotonda moderata dal giornalista di Repubblica Custodero, alla quale hanno partecipato i sindaci P.D. di Bari, Padova, Piacenza e Modena e i parlamentari Casson e Bressa.

Dalla discussione è emersa chiaramente la crisi dei "primi cittadini" di riuscire a interpretare il difficilissimo ruolo loro assegnato dall’ordinamento stretti, come sono, tra tagli di bilancio lineari e pretese legittime e crescenti dell’elettorato verso interventi immediati, concreti e visibili.

Molto interessante anche il dibattito sugli effetti della recente sentenza con la quale la Corte Costituzionale, la n. 115 del 7 aprile scorso, ha ricondotto il potere di ordinanza dei sindaci in materia di incolumità  pubblica e sicurezza urbana alle sole ordinanze contingibili ed urgenti.

Sul punto, Custodero ha chiesto ai presenti di fare degli esempi concreti di materie che possono essere oggetto di ordinanze della specie. E qui è emersa la grande difficoltà  di coniugare la prospettiva di un sindaco che risponde direttamente ai cittadini elettori e quella di pubbliche amministrazioni nazionali i cui obiettivi sono posti rigidamente dai livelli centrali.

Può essere considerata urgente un’ordinanza anti-prostituzione quando in una strada il traffico viene bloccato e si producono incidenti anche gravi? E le ordinanze di contrasto ai parcheggiatori abusivi, che giungono talvolta all’estorsione con intimidazione? Per non dire dell’accattonaggio molesto, delle demolizioni di edifici pericolanti, del sequestro di prodotti alimentari guasti, dello spaccio di stupefacenti in determinate zone, del fenomeno dei giovani che si ubriacano il sabato sera specialmente in determinate zone, dei lavavetri che a volte bloccano il traffico, dell’esigenza di disciplinare gli interventi dei privati in caso di eccezionali nevicate e decine di altri casi.

Il senatore Casson ha concluso che ci vuole un coordinamento serio ed efficace tra livello nazionale e livelli territoriali e ha comunicato che il partito sta approfondendo da qualche tempo, con particolare attenzione, il tema.

Condividiamo in pieno l'esigenza rappresentata da Casson perchà© pensiamo anche noi, ed è stato questo il senso della domanda che abbiamo rivolto alla tavola rotonda, che specialmente per i servizi pubblici "divisibili" com’è certamente la sicurezza urbana, cittadini e sindaci abbiano il diritto di essere coinvolti nella determinazione degli obiettivi degli uffici e comandi territoriali di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza in termini di risorse impiegate, di output e di outcome, che debbano poter controllare se tali obiettivi sono stati raggiunti e in qualche modo riuscire a influire sia sulle carriere dei dirigenti capaci sia di quelli che si siano dimostrati inetti.


GIUSEPPE FORTUNA
Presidente "Comitato Articolo 52
Militari tra la Gente"

Direttore del sito www.ficiesse.it

g.fortuna@ficiesse.it


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