ECCO LA MANOVRA: 1,8MLD QUEST'ANNO. BLOCCO TURN OVER E STOP AI CONTRATTI. TICKET IN ARRIVO. DAL 2012 "TASSA" DA 10 EURO (ilsole24ore.it)

mercoledì 29 giugno 2011

Da www.ilsole24ore.it.

 

di Marco Mobili e Dino Pesole


Non più tagli lineari, ma dal 2012 un avvio di «spending review» per definire i «fabbisogni standard» di tutte le amministrazioni dello Stato. Se tuttavia si verificheranno scostamenti rilevanti degli obiettivi sarà  il ministro dell'Economia a intervenire direttamente sugli impegni di spesa dei singoli ministeri «entro limiti percentuali determinati in misura uniforme rispetto a tutte le dotazioni di bilancio», oppure selezionando e ricalibrando le singole dotazioni. Via XX settembre però non avrà  mano libera, visto che prima di intervenire con i tagli dovrà  incassare una delibera formale del Consiglio dei ministri. Partirà  in contemporanea una vera e propria stretta sull'utilizzo dei residui passivi: in particolare verrà  soppressa la possibilità  di conservare nel conto residui somme non utilizzate, perchà© vengano spese nell'esercizio successivo.

Sono alcune delle novità  della manovra per complessivi 47 miliardi, limitata a 1,8 miliardi per il 2011 e a 5,5 miliardi per il 2012, e dunque concentrata per gran parte nel biennio 2013-2014 così da raggiungere tra tre anni un deficit vicino al pareggio.

 

Lavori in corso e confronto


Le consultazioni politiche preliminari di ieri a livello di maggioranza e di Governo confermano l'impianto della manovra che, dopo gli ulteriori ritocchi che saranno apportati nella giornata di oggi, sarà  domani mattina all'esame del Consiglio dei ministri insieme alla delega fiscale. Intanto, nel confronto del tardo pomeriggio di ieri a Palazzo Chigi, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti ha indicato ai colleghi dell'Esecutivo i tagli dei vari dicasteri per il piano triennale: per il 2011 la riduzione delle spese si assesterebbe sui 262 milioni, per il 2012 toccherebbe 1,4 miliardi, due miliardi e mezzo per il 2013 e quasi cinque miliardi per il 2014.
Il grande assente della bozza fatta circolare ieri da Via XX Settembre è l'intero capitolo della riduzione dei costi della politica, che comunque dovrebbe aprire il testo del nuovo provvedimento d'urgenza che sarà  varato nelle prossime ore.

 

La manutenzione 2011-2012


Il quadro delle «spese indifferibili» per il 2001 inserite nella bozza del decreto legge mobilita nel totale 1,8 miliardi. In primo piano la proroga della partecipazione italiana alle missioni militari internazionali: vengono stanziati 700 milioni che integrano il finanziamento del primo semestre, in scadenza domani. Ulteriori 36,4 milioni vengono stanziati per assicurare anche nella seconda parte dell'anno il concorso delle forze armate alle attività  di controllo del territorio, mentre 314 milioni vengono dirottati alle regioni «per le esigenze del trasporto pubblico locale». In questo stesso capitolo del decreto è inserita la norma che dispone l'introduzione di un sovrapprezzo al canone per l'alta velocità , così da consentire «uno sviluppo dei processi concorrenziali nel settore dei trasporti ferroviari». Ulteriori 200 milioni sono diretti al consentire l'adempimento degli impegni dello Stato italiano che derivano dalla partecipazione a banche e fondi internazionali. Infine, sono in arrivo 64 milioni per la gestione dei mezzi della flotta area della Protezione civile.

 

Il controllo della spesa


Le analisi che dal 2012 dovranno portare l'Economia e la Ragioneria ad individuare i fabbisogni standard per le singole amministrazioni centrali, serviranno ad evitare la duplicazione di strutture e allo stesso dovranno individuare le best practices da esportare. Fabbisogni che dall'anno successivo dovranno essere rispettati sulle base di piani triennali per il superamento della spesa storica sulla base di valori peredeterminati secondo una tabella allegata al decreto (la bozza non la prevede ancora). Per chi non lo farà , scatterà  ancora una volta la scure dei tagli lineari. A fare eccezione saranno i fondi per il finanziamento ordinario delle università , nonchà© le risorse destinate alla ricerca, all'istruzione scolastica e al finanziamento del 5 per mille dell'Irpef. Nel processo di razionalizazione della spesa pubblica un ruolo strategico, secondo i tecnici di via XX Settembre, sarà  affidato alla centralizzazione degli acquisti.

 

Enti e organismi pubblici


Aziendalizzazione della Croce rossa italiana, federalizzazione dell'Anas, commissariamento dell'Istituto sul credito sportivo e accorpamento dell'istituto Luce e Cinecittà . Ancora tutta da scrivere, invece, la norma sull'Istituto per il commercio estero di cui nei giorni scorsi si ipotizzava la soppressione. La razionalizzazione degli enti pubblici partirà , dunque, dalla Croce rossa: dal 1° gennaio 2012 la Cri svolgerà  la sua attività  in regime di diritto privato come associazione umanitaria a carattere volontario. Dal 1° gennaio 2012, infine, dalle ceneri di Anas Spa sarà  costituita Anas Holding Spa la quale parteciperà  alla costituzione di società  per lo svolgimento all'estero di attività  infrastrutturali, nonchà© alla gestione delle partecipazioni in società  concessionarie autostradali, anche regionali.

 

Trattativa difficile sull'aumento dell'Iva

 

Nessun taglio fiscale nell'immediato, conferma il leader della Lega Umberto Bossi al termine del vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli. La riforma - come più volte ha annunciato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti - sarà  affidata al disegno di legge delega, la cui approvazione è prevista per domani insieme alla manovra triennale da 47 miliardi.
Tremonti ha consegnato la bozza del ddl al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Lo schema dell'Irpef a tre aliquote è confermato (20, 30 e 40%), così come l'intenzione di pervenire a regime a una struttura basata su cinque imposte (Irpef, Ires, Iva, imposta sui consumi e Irap fino alla sua abolizione nel 2014). La trattativa è in corso e riguarda soprattutto l'Iva. La bozza circolata nei giorni scorsi prevede che per finanziare gli sgravi Irpef, a partire dal «primo modulo» con l'aliquota del 23 che scenderebbe al 20%, si faccia fronte con l'aumento di un punto delle aliquote Iva del 10 e 20%, che piace molto poco a Berlusconi. Una decisione in tal senso verrà  presa tra oggi e domani, e non è escluso che, laddove il pendolo pendesse per l'aumento della principale delle imposte indirette la misura possa essere inserita direttamente nel testo del decreto legge.

L'alternativa (che al momento pare la più attendibile) è che ci si limiti per ora a indicare il percorso verso lo spostamento graduale del prelievo dai redditi ai consumi. Sarà  poi un successivo decreto legislativo a indicare l'eventuale intervento sull'Iva. àˆ Paolo Romani, il ministro dello Sviluppo economico, a farsi carico di sintetizzare così il pensiero del premier: «Ribadisco che non vi è alcuna intenzione del governo ad aumentare l'Iva. C'è una delega che realizzerà  la riforma fiscale, poi sarà  il governo e il ministro dell'Economia a decidere cosa fare e in che modo procedere». Per delega arriverà  anche la tassazione sulle rendite finanziarie, con un prelievo del 20% che escluderebbe comunque Bot e Cct. Le nuove misure sulle rendite dovrebbero essere pienamente operative entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge delega.
A fianco della riforma, il Governo è pronto ad inserire nella manovra misure per la manutenzione del sistema tributario. Oltre al ritorno della tassa sulle transazioni finanziarie (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), arriva una norma attesa da imprese e consulenti sull'indeducibilità  dei cosiddetti "costi da reato". La misura prevede, in particolare, che l'indeducibilità  del costo sussiste quando il contribuente commette un delitto non colposo. Un rimando a fattispecie penali certamente tutte da chiarire. La stessa norma, inoltre, evita, per le operazioni oggettivamente inesistenti, l'imposizione ai fini delle imposte sui redditi, introducendo però una sanzione dal 25 al 50% dell'importo dell'operazione fittizia.
M.Mob.
D.Pes.

 

Blocco del turn over e stop ai contratti

 

Blocco del turn over esteso al 2014, esclusi vigili del fuoco, corpi di Polizia e anche i Dipartimenti di Ragioneria a Tesoro, i quali potranno continuare a reclutare dirigenti senza fare concorsi. Proroga di un altro anno (sempre al 2014) degli adeguamenti economici, con possibili deroghe parziali o totali per «incentivare l'efficienza». Velocizzazione delle procedure di mobilità  interne. Completamento del processo di digitalizzazione e di semplificazione delle procedure. Quello sul pubblico impiego è un pacchetto dal valore di poco più di un miliardo fino al 2015, destinato però a salire di altri 370 milioni l'anno dal 2016 in poi. Almeno stando alle bozze della manovra in circolazione ieri, peraltro già  in fase di modifica in tarda serata. Correzioni che potrebbero far rientrare nel capitolo sugli statali anche il taglio del 5% agli stipendi dei dirigenti superiori ai 70mila euro, al momento accantonato. Gli obiettivi di riduzione di spesa indicati nel decreto che sarà  varato domani per il comparto dei dipendenti pubblici dovranno essere rigidamente rispettati, anche perchà© in caso di sforamenti scatterebbero automaticamente i tagli lineari per salvaguardare i target. Dalle riduzioni lineari verrebbero comunque esclusi i fondi per scuola, università  e ricerca e il finanziamento del cinque per mille.

Il pacchetto sul pubblico impiego si presenta abbastanza snello. Tra le misure contenute nella bozza in circolazione ieri anche quella relativa all'immediato annullamento di assunzioni, stabilizzazioni di precari e promozioni "invalidate" da pronunce della Corte costituzionale.
Allo stato attuale le due misure cardine sono il blocco totale del turn over e la proroga del congelamento gli adeguamenti contrattuali. Lo stop alle assunzioni varrà  anche per le agenzie fiscali e gli enti non economici. Sul versante dei trattamenti, le amministrazioni oltre che sulla proroga al 2014 del blocco degli adeguamenti retributivi, anche sulla cosiddetta quota «accessoria» potranno anche decidere se (come e quando) eventualmente erogare l'indennità  di vacanza contrattuale. Allo stesso tempo per incentivare l'efficienza le strutture pubbliche potranno, solo in alcuni settori, individuare un percorso, attraverso sessioni negoziali ad ho con i sindacati, per evitare in modo parziale (o anche in toto) lo stop agli adeguamenti degli stipendi.

La bozza prevede anche che venga favorita il più possibile la mobilità  interna tra amministrazioni attraverso la semplificazione delle procedure. Viene infine ipotizzati altri risparmi con il completamento dei pian di sburocratizzazione e digitalizzazione.
Novità  anche per il comparto scuola. Come precisato da un comunicato di ieri pomeriggio del Miur, la manovra non apporterà  alcun «taglio agli organici della scuola, ai fondi per l'università  e sui finanziamenti alla ricerca». In realtà  per le dotazioni di personale docente e Ata una novità  ci sarà  visto che quelle dell'anno scolastico 2012/2013 dovranno rimanere identiche a quelle del 2011/2012. Con l'effetto implicito di prorogare di 12 mesi gli effetti del dimagrimento degli organici imposto dalla manovra triennale del 2008, che sarebbe dovuto terminare l'anno prossimo. Al tempo stesso viene elevato a 1.000 alunni il requisito minimo per assegnare l'autonomia (e dunque un proprio dirigente scolastico) agli istituti comprensivi di scuole dell'infanzia, elementari e medie. Un tetto che scende a 500 nelle zone disagiate. Sul filo di lana sarebbe invece saltata la riorganizzazione del sostegno agli allievi con disabilità  prevista in alcuni articolati circolati in mattinata.
Eu.B.
M.Rog.

 

Raffica di ticket in arrivo Dal 2012 «tassa» da 10 euro

 

L'antipasto, dal 1 gennaio del 2012, sarà  il ritorno del superticket da 10 euro su visite specialistiche e analisi mediche. Ma dal 2014 scatterà  una vera propria raffica di ticket aggiuntivi imposti dallo Stato: sui farmaci e su tutte le prestazioni sanitarie, magari anche sui ricoveri in ospedale. E non sarà  poca cosa: i ticket potrebbero dover garantire il 47% dei risparmi.

Tra tagli alla spesa e ticket, la sanità  è chiamata a dare un contributo sostanzioso alla manovra di contenimento dei conti pubblici. L'ultima bozza del decreto legge – che conferma dal prossimo anno la privatizzazione della Croce Rossa – parla chiaro: forse anche per effetto dei costi standard, si prevede un aumento ridotto dei fondi per la salute che nel 2013 aumenteranno dello 0,5% e nel 2014 dell'1,4% sul 2012, al netto dei tagli al personale (stop di un altro anno del contratto e blocco del turn over) sia dipendente che convenzionato.
Naturalmente i tagli secchi alla spesa faranno la loro parte, eccome. Dal 2012, in attesa dei costi standard per servizi e forniture, ci sarà  una prima applicazione dei prezzi di riferimento sugli acquisti di beni e servizi anche per dare sprint alle centrali regionali d'acquisto: dai dispositivi medici ai farmaci fino alle prestazioni e ai servizi sanitari e non sanitari. Mentre dal 2013 l'Aifa sposterà  in farmacia altri farmaci ospedalieri, che oggi valgono 2,2-2,4 miliardi di rosso per le Regioni, cambiando insieme il tetto di spesa farmaceutica sul territorio. E ancora dal 2013 nascerà  un «tetto» di spesa (sia nazionale che regionale) per l'acquisto dei dispositivi medici.

Ma la novità  è il capitolo ticket: dal 2014, si legge, saranno «introdotte misure di compartecipazione sull'assistenza farmaceutica e sulle altre prestazioni erogate dal Ssn». I ticket saranno «aggiuntivi» rispetto a quelli già  in vigore nelle Regioni e dovranno garantire appropriatezza, efficacia ed economicità  delle prestazioni sanitarie «nel rispetto del principio dell'equilibrio finanziario». Gli importi delle manovre dovranno essere concordati in un'intesa tra Governo e Regioni entro fine 2012, altrimenti il decreto già  predispone il menu percentuale dei tagli: i ticket da soli dovranno garantire il 47% dei risparmi nel 2014. Anche perchà© dal prossimo anno lo Stato non rifinanzierà  il superticket da 10 euro su specialistica e diagnostica (non quello da 25 euro sui pronto soccorso, già  oggi in vigore dappertutto): lo farà  per quest'anno, concedendo i 486,5 miliardi che mancano all'appello da giugno a dicembre, poi dovranno pensarci le Regioni. O meglio, i cittadini, se i governatori (come è facile) non troveranno risorse in altre pieghe dei loro bilanci.

 


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