L'INTERVENTO DEL MARESCIALLO SANSONI ALL'INCONTRO TRA COCER GDF E I COBAR DEL NORD OVEST: BASTA PAROLE, NOI DELEGATI COMPATTI NEL CHIEDERE AL MINISTRO IL RICONOSCIMENTO DI UNA ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE DI FINANZIERI

giovedì 30 giugno 2011

TORINO, 15 GIUGNO 2011
INCONTRO TRA COCER E COBAR DEL PIEMONTE, LIGURIA E VALLE D’AOSTA

CONTRIBUTO DEL DELEGATO SIMONE SANSONI

Innanzitutto vorrei fare una premessa: non sono mai stato aprioristicamente critico in maniera negativa nei confronti dei delegati del CoCeR, ma non lo sono mai stato nemmeno in maniera positiva.

Infatti, ho sempre cercato di giudicare le singole azioni dell’organismo, valutandole favorevolmente quando le ho ritenute positive, come la conquista del diritto al premio antievasione oppure la partecipazione alle manifestazioni sindacali. Ciò non toglie che mi sento di poter esprimere forti critiche negative per quanto riguarda l’atteggiamento tenuto in occasione delle due proroghe, per le quali il CoCeR non ha sentito il dovere di esprimersi in alcun modo prima della loro approvazione da parte del Governo.

Ciò premesso, vado all’oggetto di questo incontro ossia la riunione plenaria degli organismi della Rappresentanza che è stata chiesta dal CoCeR; penso che sia opportuno partire rammentando i punti essenziali che mi sembrano essere stati stabiliti all’unanimità  nell’assise del 2008 per una riforma degli organismi di rappresentanza: ente esterno al Corpo, con il Ministro dell’Economia quale autorità  referente ed estraneità  all’Interforze.

A parte il primo punto sul quale tornerò, vorrei porre l’accento che le altre due caratteristiche non sono per nulla rivoluzionarie visto che erano previste già  fin dal 1976 nel disegno di legge dell’allora Ministro della Difesa Lattanzio ove, all’art. 16, era previsto che:

- le attribuzioni del Ministro della Difesa per il personale della Guardia di Finanza sarebbero state esercitate dal Ministro delle finanze;

- il Cocer della Guardia di Finanza sarebbe stato costituito presso il Comando Generale del Corpo in maniera autonoma da quelli delle Forze Armate.

Come sappiamo purtroppo dall’esame parlamentare, probabilmente sotto la spinta di soggetti esterni, scaturì una legge ben diversa che rinchiuse impropriamente la rappresentanza militare dei Finanzieri nel contenitore dell’Interforze, con interlocutore istituzionale il Ministro della Difesa.

A me pare che nel tempo le richieste della rappresentanza militare GdF siano andate sempre più in diminuendo come portata innovativa: dalle istanze di smilitarizzazione di qualche decennio fa si è passati alla richiesta di sindacalizzazione (Villa Spada, marzo 2004), per poi ripiegare (L’Aquila , gennaio 2008) su di un organismo esterno con le previsioni governative del 1976!!

Se questo percorso a ritroso nei diritti dovesse portare infine a un inadeguato Decreto Legge con poche concessioni, penso che dovremmo rigettarlo con forza e non dare nessun avallo a tale disegno.

Tra l’altro mi pare assai improbabile che un Decreto Legge possa contenere delle previsioni veramente utili e innovative giacchà© con tale strumento è stata solamente elargita la proroga e non è stato nemmeno utilizzato per dei semplici accorgimenti, come la divisione della categoria B nella quale i Sovrintendenti sono ancora sottorappresentati.

Cosa ci possiamo attendere quindi da un decreto legge: forse una misera rieleggibilità ? No grazie. Se la politica vuol elargire quest’altro regalo a qualcuno che lo faccia ma senza la complicità  dei rappresentanti del personale.

Tra l’altro l’attenzione delle proposte parlamentare è spesso esclusivamente incentrata sulle prerogative dei CoCeR, mentre sarebbe invece altrettanto necessario focalizzare l’irrilevanza che viene riservata a livello locale ai CoBaR (come ha raccontato poco fa il collega delegato al quale stava per essere, di fatto, impedita dal suo Comando la partecipazione a questo incontro).

Per esempio, giusto per dare un’immagine plastica ancorchà© futile, della diversa considerazione che è riservata agli organismi locali rispetto al CoCeR, osservate la collocazione in seno alla festa del Corpo: i delegati CoCeR sono invitati dal Comando Generale, mentre i delegati CoBaR, che dovrebbe essere “affiancato” al Comandante, sono schierati, solitamente sotto al palco delle autorità , ma subito dopo l’A.N.F.I. che sicuramente gode di maggior considerazione.

Naturalmente il mio è un esempio paradossale e trascurabile, ma che può rendere bene l’idea di come, anche simbolicamente, sia valutato il ruolo degli organi di rappresentanza a livello locale; la simbologia non è da sottovalutare in una organizzazione militare.

A proposito di politica, è stato detto che le forze parlamentari non hanno fatto proprie le richieste del documento di L’Aquila. E’ vero, ma credo che il motivo principale, sul quale è opportuno riflettere, è che quando la politica si interessa di questioni militari, nello specifico di riforma della rappresentanza, non pensa alla Guardia di Finanza ed al suo personale, ma lo fa rivolta alle Forze Armate e pertanto vede con forte diffidenza le aperture di tipo sindacale.

I Finanzieri sono altro rispetto ai soldati; in questo caso veramente si può parlare di specificità  poichà© la Guardia di Finanza ha caratteristiche del tutto diverse dalle Forze Armate. Perciò credo che prima di tutto si dovrebbe chiedere che le proposte all’esame della politica italiana non ci devono riguardare: la “Guardia di Finanza” dovrebbe essere completamente stralciata dai disegni di legge al Senato.

Anche questa impostazione non sarebbe una proposta rivoluzionaria visto che per anni sono esistite rappresentanze militari (per le Guardie di PS, gli agenti di custodia e le guardie forestali) non previste dalla legge 382/1978 e quindi non inserite nell’Interforze e tuttora ve nà© una, quella del Corpo militare della Croce Rossa, che è disciplinato anch’essa da norme interne di tipo dirigenziale.

Si tratterebbe quindi, per l’immediato, di tornare nient’altro che al progetto Lattanzio di 36 anni fa, in forza della diversità  del Corpo rispetto le Forze Armate e dell’estraneità  dallo Stato Maggiore della Difesa.

A tal proposito devo muovere la seconda forte critica nei confronti dell’azione del CoCeR il quale, a mio avviso, si è lasciato sfuggire l’anno scorso una utile occasione per porre sul tavolo la questione dell’estraneità  dei Finanzieri dall’Interforze quando si è discusso ed approvato la norma che ha consentito la nomina del Comandante Generale dal Corpo.

Questa è stata, se non erro, l’unica riforma che ha riguardato direttamente il Corpo nell’ultimo decennio e poteva essere utile approfittarne per introdurre nel dibattito anche le questioni di cui stiamo discutendo; invece il CoCeR ha preferito acriticamente sposare la posizione dello Stato Maggiore il quale ha conquistato un’innovazione che, a prescindere dalle personalità  coinvolte, per il momento non ha avuto alcun riverbero positivamente avvertibile dalla generalità  del personale.

Per inciso mi piacerebbe conoscere quali sarebbero nella realtà  chi contrasterebbe la nostra eventuale uscita dall’Interforze: la politica in generale, il Ministro dell’Economia o quella della Difesa, le Forze Armate oppure il nostro Stato Maggiore? Se si potesse saperlo, si capirebbe quale strada conviene intraprendere e se, forse, sia più lineare perseguire l’obiettivo della smilitarizzazione tout court.

Tornando quindi alle prospettive e alla posizione da assumere voglio ricordare che, comunque, in questo momento tutta la rappresentanza è delegittimata politicamente in seguito alla proroga: in questo momento non siamo più rappresentanti del personale ma della controparte governativa che ha voluto, su richiesta di qualcuno, mantenerci in un incarico scaduto. (Personalmente avrei preferito che tutta la rappresentanza si dimettesse in blocco e contestualmente, come segnale di dissenso e come simbolo del fallimento del mandato; tuttavia poichà© ciò è utopistico, ho ritenuto più utile autosospendermi dall’attività , scelta condivisa con altri tre delegati del CoBaR Piemonte.)

Pertanto non siamo legittimati a ritornare su di una scelta presa unanimemente tre anni fa, quando eravamo nel pieno dell’incarico; non sarebbe etico quindi farsi complici di scelte che fossero contrarie alla linea di allora e imponessero una “riforma regressiva”.

A questo punto vado a terminare lanciando una provocazione: nel 2008 abbiamo unanimemente condiviso un documento che chiede un ente esterno di rappresentanza; qualcuno, mi pare lo stesso Presidente del CoCeR, rifacendosi all’esempio dell’Associazione Nazionale Magistrati. Ebbene, poichà© dovremmo essere tutti d’accordo su tale obiettivo, perchà© non passiamo dai proclami ai fatti? Tutti i rappresentanti inizino un percorso concreto per chiedere al Ministro dell’Economia il riconoscimento di un’associazione nazionale tra Finanzieri, nei modi previsti dalle leggi. Smettiamo di giocare in difesa in attesa degli eventi e poniamo invece la questione concretamente nelle mani della politica, mai come ora così debole. Cerchiamo il supporto morale anche dei colleghi non delegati e in questo modo la rappresentanza della GdF, ancorchà© prorogata, potrebbe essere nuovamente legittimata in tale azione democratica.

Se la politica italiana sarà  sorda anche a un’iniziativa ufficialmente intrapresa da un istituto dello Stato (perchà© questo è la rappresentanza militare), e non semplicemente da singoli individui, vorrà  dire che si seguiranno altre strade e altri interlocutori anche fuori dai patri confini.

In sostanza credo che sia inutile continuare a leccarci le ferite o elaborare gli ennesimi annunci includenti: le parole producono parole, i fatti producono fatti.

 
M.llo Capo Simone Sansoni
Delegato (prorogato e auto-sospeso)
del Cobar GdF Piemonte


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