IL PM DI NAPOLI: "ARRESTATE IL DEPUTATO MILANESE". E SCATTANO PERQUISIZIONI NEL CENTRO DI ROMA. I MOTIVI DELLA RICHIESTA DI ARRESTO (da www.repubblica.it)
Nuovo capitolo dell'istruttoria condotta dalla Procura di Napoli. L'ipotesi di reato per il deputato del Pdl, fino a pochi giorni fa consigliere politico del ministro Tremonti, è di corruzione, rivelazione di segreto e associazione per delinquere
di CONCHITA SANNINO
ROMA - Una ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa nei confronti del deputato del Pdl, Marco Mario Milanese. Il provvedimento, spiccato su richiesta del pm Vincenzo Piscitelli della sezione Criminalità  economica della Procura di Napoli, è stato trasmesso oggi alla Camera dei Deputati per l'autorizzazione all'arresto.
Le accuse contestate sono di corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio e associazione per delinquere.
IL PROCURATORE: Noi non guardiamo in faccia a nessuno
Le indagini rappresentano lo sviluppo dell'inchiesta in cui è coinvolto, tra gli altri, Paolo Viscione in relazione alle attività  della società  assicurativa Eig. Secondo l'accusa, Milanese avrebbe ricevuto da Viscione e dalla società  somme di denaro nonchè orologi di valore, gioielli e auto di lusso come una Ferrari e una Bentley, viaggi e soggiorni all'estero.
Documento: la richiesta di arresto (pdf)
Tali "regali", secondo le affermazioni fatte da Viscione costituivano il corrispettivo della rivelazione di notizie riservate e interventi per rallentare le indagini della Guardia di Finanza sulla società  assicurativa. Nell'ambito dell'inchiesta, gli agenti della Digos di Napoli hanno eseguito anche altre due ordinanze agli arresti domiciliari nei confronti del sindaco di Voghera, Carlo Barbieri, e del commercialista Guido Marchesi, anch'egli di Voghera.
L'attenzione degli investigatori è incentrata sulla vendita di alcuni immobili posseduti da Milanese in Francia ad altre persone tra cui Guido Marchese e Carlo Barbieri. "Le numerose incongruenze relative a tale compravendita - è scritto in un comunicato della Procura - hanno consentito di ritenere che Milanese avesse favorito l'attribuzione di incarichi per Barbieri e Marchese in diverse società  controllate dal ministero dell'Economia, quali Ferrovie dello Stato, Ansaldo Breda ed Otomelara". Gli investigatori intendono ora "accertare i collegamenti all'interno della Guardia di Finanza che hanno consentito a Milanese di accedere a notizie coperte dal segreto di indagine nonchè per ricostruire l'origine delle disponibilità  economiche di Milanese ed altri connessi episodi corruttivi".
Il tutto segue una mattinata di perquisizioni e dunque un evidente allargmento dello spettro dell'inchiesta sul deputato del Pdl Marco Milanese, fino a pochi giorni fa il consigliere politico del ministro delle Finanze Giulio Tremonti, nonchè suo strettissimo collaboratore da anni ed ex ufficiale della Guardia di Finanza.
La Digos ha bussato alle prime ore del mattino alle porte di alcuni prestigiosi immobili nel cuore di Roma di proprietà  del Pio sodalizio dei Piceni. Immobili che risultano presi in fitto dallo stesso Milanese.
I nuovi accertamenti giudiziari sono scattati nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, titolare del fascicolo, sul deputato del Pdl: una istruttoria del pm Vincenzo Piscitelli, inquirente del pool guidato dal procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli.
Le perquisizioni sono in corso da qualche ora nel centro di Roma: in appartamenti e nelle sedi di societa private, una delle quali, secondo l'indagine, in stretto contatto con società  del ministero dell'Economia.
La principale ipotesi di reato che torna, ancora una volta per Milanese (cinquantenne deputato di origine irpine che risulta essere stato già  in contatto anche con alcuni faccendieri implicati nell'indagine sulla P3), è di corruzione.
Si tratta almeno del quarto episodio che la Procura di Napoli avrebbe individuato a carico dell'ex plenipotenziario del ministero delle Finanze. Proprio quel Milanese che, invece, appena qualche settimana fa è stato prezioso testimone nell'inchiesta sulla P4 durante un faccia a faccia con il generale della Guadia di Finanza, capo di Stato maggiore, Michele Adinolfi.