IL GENERALE D'ARRIGO: CORDATE? FALSO. «IL MINISTRO DELEGO' IL RAPPORTO CON NOI AL SUO EX CONSULENTE» (Corriere della Sera)

sabato 09 luglio 2011

Corriere della Sera – 09 luglio 2011
 
 

Il generale Adinolfi non è un capo cordata, sono testimone della sua assoluta correttezza, mi informava di ogni suo passo, di ogni incontro

IL GENERALE D'ARRIGO: CORDATE? FALSO. «IL MINISTRO DELEGà’ IL RAPPORTO CON NOI AL SUO EX CONSULENTE»


Il titolare dell'Economia ha commesso un errore ad affidare quasi in toto il collegamento con la Finanza. Era impossibile parlare con lui, era sempre all'estero


ROMA — «Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha commesso un errore a delegare quasi in toto il rapporto con la Guardia di finanza al suo ex consigliere politico Marco Milanese». L'ex comandante generale delle Fiamme gialle, Cosimo D'Arrigo, ha l'espressione cupa. Ha lasciato il posto al suo successore, Nino Di Paolo, esattamente un anno fa. E adesso è di nuovo bufera sul Corpo che D'Arrigo ha diretto per tre anni, da quando andò via il generale Roberto Speciale sulla scia dei veleni e delle polemiche con l'allora viceministro dell'Economia Vincenzo Visco per il trasferimento di quattro ufficiali impegnati nelle indagini sull'Unipol.
«Sia chiaro, con tutto il rispetto per la professionalità  che chiunque gli riconosce. Con Tremonti abbiamo avuto momenti di frizione, ma anche di grande condivisione. Ha un carattere difficile, come del resto lo aveva il ministro della Difesa Beniamino Andreatta, con cui ho lavorato a lungo: sarà  una caratteristica dei professori universitari... Dico soltanto che era difficile, praticamente impossibile, parlare con lui: era sempre all'estero, per carità ...».
Non è nello stile di D'Arrigo barricarsi, non dire apertamente quello che pensa. E di fronte a una tazzina di caffè si lascia andare. E snocciola ricordi e sensazioni, si sbilancia sugli uomini, sui suoi uomini. Quelli che ha voluto attorno a lui quando si è seduto sulla poltrona più ambita della Guardia di finanza, dopo una lunga carriera nell'Esercito. E non lesina critiche a Tremonti: «Per carità , con Milanese parlavo di questioni di "routine". Tremonti non aveva il tempo per occuparsi della Guardia di finanza, ma Milanese era a volte il "perno" attorno a cui ruotavano i rapporti tra noi e il ministero, a volte era il "diaframma", altre diventava o rappresentava una sorta di sbarramento... Certamente una distorsione... ».
Ma non sarà  che lei è così polemico con Tremonti perchà©, sentito dai magistrati di Napoli, lui ha parlato di «cordate» all'interno della Finanza? «Ma quali cordate e cordate... Ma smettiamola con questa storia. Tutt'al più si tratta di legittime aspirazioni personali. Come accade in ogni luogo di lavoro... ». Eppure la scalata al vertice delle Fiamme gialle potrebbe tentare più d'uno, giustificare accordi sottobanco per avere poi promozioni facili... «Guardi, tutti gli ufficiali che arrivano al Comando generale sono stati i primi nei rispettivi corsi. E sono stati valutati, di volta in volta, da persone diverse. E guarda caso sono risultati sempre nei primi posti. E poi...
E poi? «Per l'esperienza che mi sono fatto e, soprattutto, la conoscenza diretta e profonda delle persone, maturata in tre anni di contatti quotidiani, mi sento di poter escludere l'esistenza di qualsiasi cordata. E sicuramente il generale Michele Adinolfi non è un capo cordata, visto che sono personalmente testimone della assoluta correttezza con cui ha gestito i rapporti esterni, sempre informandomi di ogni suo passo e incontro all'esterno del Comando generale. Anzi, vuole sapere una cosa? A me risulta che, già  all'inizio di quest'anno, proprio per stroncare sul nascere qualsiasi strumentalizzazione, Adinolfi abbia espressamente manifestato a Tremonti l'intenzione di non figurare tra la "rosa" dei candidati alla successione del generale Di Paolo».
Lei sostiene dunque che la Guardia di finanza è sana, che tutt'al più c'è qualche «mela marcia». Allora come mai viene periodicamente coinvolta in vicende come questa? «La Guardia di finanza è un corpo di polizia economico-finanziario fondamentale e preziosissimo, le cui investigazioni finiscono per impattare su interessi di altissimo livello. Di qui il costante rischio di essere, comunque, strumentalizzata, utilizzata come parafulmine per coprire interessi altrui. Quando fu il caso delle indagini sull'alloggio del ministro Scajola, si disse che fu Tremonti a mandargli contro la Finanza. Nel caso della signora D'Addario, sarebbe stato Tremonti contro Berlusconi. E oggi, invece, per la questione Milanese, la Finanza sarebbe stata contro Tremonti. Ma le pare possibile?».

Flavio Haver

La scheda
Chi è? Cosimo D'Arrigo, 66 anni, è l'ex comandante generale della Guardia di finanza. àˆ subentrato nel giugno 2007 al generale Roberto Speciale che era stato prima destituito, poi reintegrato, e che infine si è dimesso. Ha ricoperto la carica fino al 10 giugno 2010, quando è stato sostituito dal generale Nino Di Paolo

Le «cordate» Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, sentito a Napoli nell'ambito dell'inchiesta sulla P4, ha rivelato l'esistenza di cordate all'interno ella Guardia di finanza. Tremonti ha parlato di una sorta di battaglia intestina al Corpo in vista della nomina del nuovo comandante generale della Guardia di finanza, che andrà  a sostituire il generale Di Paolo

La replica Il generale Cosimo D'Arrigo ha smentito l'esistenza di cordate: «Smettiamola con questa storia. Tutt'al più si tratta di legittime aspirazioni personali»

Tua email:   Invia a: