VICENDA P4, INTERROGAZIONE URGENTE DEL VICEPRESIDENTE PD LUIGI ZANDA A BERLUSCONI: EPISODI CENSURABILI CONTRARI ALLA DIGNITA' ISTITUZIONALE. SERVONO LEGGI CHE TUTELINO L'AFFIDABILITA' DEI FINANZIERI
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Premesso che:
a seguito della pubblicazione di ampi stralci di documentazione giudiziaria relativa ad inchieste in corso, sta emergendo il coinvolgimento di alti ufficiali della Guardia di Finanza in episodi che - a prescindere dal rilievo giudiziario, tuttora in corso di accertamento - appaiono senz'altro censurabili sotto il profilo dell'opportunità  e della dignità  istituzionale, in quanto in contraddizione con lo stile di sobrietà  , rigore e riserbo che deve improntare gli atti e le condotte pubbliche e personali di tutti gli appartenenti al Corpo;
considerato, altresì, che:
nella scorsa legislatura, in relazione alla vicenda della rimozione del Comandante generale della Guardia di Finanza, l'allora Ministro dell'economia e delle finanze Tommaso Padoa-Schioppa, in sede di audizione al Senato e a seguito di delicatissime circostanze, aveva censurato con parole molto chiare opacità  di comportamenti e gestioni personalistiche e anomale da parte dei titolari di incarichi di vertice nella Guardia di finanza, segnalando come "la continua distorsione di regole e procedure" esponga al rischio di "portare il Corpo dall'autonomia alla separatezza";
si chiede di sapere
se il Governo, alla luce degli episodi citati e di altre numerose circostanze che in questa sede non fa conto ricordare, non ritenga opportuno adottare provvedimenti, anche legislativi, orientati a scongiurare i rischi sinora emersi dagli atti giudiziari e a tutelare - in coerenza con la migliore tradizione di un Corpo militare come la Guardia di Finanza che nel corso della sua storia è stato insignito numerose volte di importanti onorificenze al valore militare e civile - l'onorabilità  e l'affidabilità  dei suoi appartenenti, tanto più rilevanti in relazione alla estrema delicatezza delle funzioni che l'ordinamento ha loro assegnato.
ZANDA
RISPOSTA:
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=16&id=617528
Legislatura 16ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 629 del 20/10/2011
PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-02319 su vicende che hanno interessato esponenti della Guardia di finanza.
Il rappresentante del Governo ha facoltà  di rispondere a tale interrogazione.
GENTILE, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, rispondo all'interrogazione presentata dal puntuale e attento senatore Zanda su un argomento che in questi mesi ha fatto molto discutere.
Il Comando generale ha rappresentato che la Guardia di finanza è un corpo di polizia a ordinamento militare che ha sempre prestato elevatissima attenzione a: prevenire, limitare e circoscrivere il fenomeno della corruzione nel proprio ambito; dare concreta attuazione, più in generale, ai princìpi fondamentali cui deve ispirarsi ogni dipendente della pubblica amministrazione (doveri di fedeltà  , diligenza, efficienza, trasparenza, lealtà  , correttezza, prevalenza dell'interesse comune su quello privato).
Al riguardo, occorre evidenziare che i militari del Corpo soggiacciono, oltre che alle disposizioni riguardanti la generalità  dei pubblici ufficiali contenute nella Costituzione, nei codici penale e di procedura penale e nella normativa in materia di pubblico impiego: alle leggi di Stato, nel cui ambito sono contemplate rigorose misure disciplinari e cautelari applicabili anche in caso di commissione di illeciti di natura amministrativa; ai codici penali militari di pace e di guerra; alla «legge sui principi» al regolamento di disciplina militare, ora riprodotti nel codice dell'ordinamento militare e nel pertinente testo unico regolamentare; allo Statuto dei diritti del contribuente (legge n. 212 del 2000), che ha ulteriormente sancito il principio della collaborazione e buona fede nei rapporti tra contribuente ed amministrazione finanziaria; ad alcune leggi speciali, tra cui quella che configura uno specifico reato militare, la collusione con estranei per frodare la finanza (legge n. 1383 del 1941), che si integra con il semplice accordo con un soggetto estraneo all'amministrazione e rileva anche ai fini del diritto penale comune; ad un codice deontologico interno che, tra l'altro, delinea dettagliatamente i canoni comportamentali ai quali i militari del Corpo devono attenersi nei rapporti con i soggetti privati economici con cui vengano in contatto nel corso dell'attività  , nonchà © fuori dal servizio.
Parimenti, le disposizioni interne riguardanti l'attività  operativa, tra tutte quelle sull'attività  di verifica fiscale, contengono norme e procedure riguardanti controlli ed adempimenti puntuali finalizzati ad evitare casi di incompatibilità  , conflitti d'interesse e, più in generale, a prevenire fenomeni corruttivi.
Il complessivo quadro delle disposizioni adottate dalla Guardia di finanza configura, in sostanza, un articolato sistema di controllo interno di cui l'istituzione si avvale anche in chiave preventiva, per la verifica dell'operato e delle eventuali responsabilità  del proprio personale, nell'ottica di assicurare la piena correttezza nei rapporti con il pubblico, attraverso gli accertamenti avviati su iniziativa dei comandi o su segnalazione del cittadino.
Qualora dai riscontri effettuati dovessero emergere condotte valutabili disciplinarmente, il relativo procedimento potrà  condurre all'irrogazione delle cosiddette sanzioni di corpo o, nei casi più gravi, all'instaurazione di una più complessa inchiesta disciplinare, da cui potranno discendere provvedimenti incidenti sullo stesso stato giuridico.
Diversamente, ricorrendo gli estremi di una fattispecie criminosa, verrà  interessata la competente autorità  giudiziaria, ferma restando la potestà  sanzionatoria del comandante in presenza di mancanze disciplinari autonome diverse dal fatto reato.
Provvedimenti cautelari potranno, infine, essere adottati dall'amministrazione anche durante lo svolgimento del procedimento penale in presenza di determinati presupposti.
ZANDA (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà  .
ZANDA (PD). Signor Presidente, ringrazio innanzitutto il sottosegretario Gentile per la sua cortese presenza in questa sede, che definisco sorprendente, avendoci il Governo abituato a considerare le nostre interrogazioni atti utili solo a riempire gli archivi del Senato e a rimanere molto frequentemente senza alcuna risposta. Lo ringrazio quindi per essere presente, ma gli devo dichiarare la mia totale insoddisfazione per la risposta che ha dato.
Riguardo al merito della risposta, onorevole Sottosegretario, poichà © lei ha ricordato quanto riferitole dal Comando della Guardia di finanza, debbo anzitutto ribadire la mia più sincera considerazione per il Corpo ed anche per il suo attuale Comandante generale, al quale voglio dare atto pubblicamente di senso dello Stato, qualità  professionali e grande equilibrio nelle scelte di comando. Ed al Corpo voglio riconoscere sia specializzazione che competenza.
Come lei sa bene, signor Sottosegretario, oggi è molto più frequente rispetto al passato che denaro e finanza siano la chiave investigativa più efficace per venire a capo dei cancri criminali che ci condizionano così pesantemente, la grande criminalità  , il traffico di droga, la prostituzione anche minorile, la corruzione, l'evasione, i reati finanziari, il riciclaggio. Ma è da qui, da questo rilievo, dalla delicatezza dell'attività  del Corpo militare - come lei ha ricordato - della Guardia di finanza, dai comportamenti pubblici e privati dei suoi alti gradi e dei suoi comandi, dalla sobrietà  e dalla linearità  dei comportamenti di tutti i militari del Corpo, dalla prudenza delle loro relazioni sociali, dal rigore con cui viene assicurata la neutralità  politica, specie quella degli ufficiali generali, da tutto questo nasce la necessità  di garantire al Corpo serenità  e fiducia.
Il tramonto della moralità  pubblica è l'origine prima della crisi italiana, e lo testimoniano le numerosissime iniziative della magistratura e le numerosissime, documentate inchieste della stampa italiana. Ebbene, sul reticolo vitale dei doveri pubblici e sulle precauzioni che il Governo deve adottare perchà © vengano rigorosamente osservati anche dagli alti gradi della Guardia di finanza, il Sottosegretario oggi nulla ha riferito al Parlamento, mostrando in questo modo di non aver compreso il senso della mia interrogazione, ovvero, se lo ha compreso, fingendo di non averlo capito. Ella poteva cavarsela con una sola frase, signor Sottosegretario, riconoscendo molto semplicemente l'effetto devastante per la pubblica amministrazione e per i Corpi militari del nostro Paese delle relazioni e del sistema di comportamento messo in atto dal Presidente del Consiglio: sarebbe bastato solo questo per cavarsela, ma lei non l'ha fatto.
Ora, per rispetto del Corpo della Guardia di finanza, oggi non mi dilungherò in Aula per riportare puntualmente le gravi manchevolezze e i numerosi episodi disdicevoli venuti alla luce negli ultimi tempi, nei quali alti e altissimi gradi appaiono essere coinvolti: una trama di relazioni, di conversazioni, di interessi personali e politici assolutamente non consoni alla onorabilità  del Corpo. E qual è la grande questione elusa dalla sua risposta? Qual è il grande pericolo che con la mia interrogazione volevo segnalare e mettere in luce al Governo? Il punto, onorevole Sottosegretario, è che l'Italia è ormai infestata da una moltitudine di consorterie, giri di potere, cricche che, autonomamente e sempre più spesso su delega personale di uomini di Governo e persino frequentemente del Capo del Governo, fanno e disfano affari di Stato di competenza esclusiva dell'autorità  politica.
Il pericolo è che, per il cinismo e la disinvoltura di alcuni leader politici e principalmente del presidente Berlusconi e per la fragilità  civile o le ambizioni personali di qualche alto ufficiale, anche la Guardia di finanza possa rimanere infettata di un modo malato, illegale e corrotto di gestire la cosa pubblica. Il pericolo è che anche la Guardia di finanza possa diventare un tassello di quel processo di sgretolamento dello Stato che a me pare essere il danno più serio che la politica del Governo di cui lei fa parte lascerà  al nostro Paese. Oggi il sottosegretario Gentile poteva rassicurarci. Purtroppo lei, signor Sottosegretario, non l'ha fatto, e non facendolo ha confermato e convalidato tutto il mio allarme.