P4, INCONTRO COMANDANTE GENERALE-COCER GDF: PERCHE' IL GEN. DI PAOLO (ANCHE SE IN IMBARAZZO) MERITA ANCORA LA FIDUCIA DEI FINANZIERI E DEI CITTADINI. MA ADESSO VA SUBITO FISSATA LA DATA DELL'ADUNANZA PLENARIA - di Giuseppe Fortuna

venerdì 29 luglio 2011

Il generale Nino Di Paolo ha risposto alle domande che gli abbiamo rivolto dai siti di Ficiesse e del Comitato Articolo 52. Lo ha fatto di fronte ai rappresentanti nazionali del personale, i delegati del Cocer della Guardia di finanza.

 

Diciamo subito che le risposte non sono del tutto esaustive. Di Paolo non è entrato, ad esempio, nel merito delle decisioni di mantenere il generale Bardi ancora per diversi mesi al Comando Interregionale di Napoli, sebbene indagato dalla locale Procura della Repubblica, e di destinare il generale Adinolfi all’importantissimo Comando Interregionale di Firenze, nonostante l’avviso di garanzia ricevuto. Si tratta di decisioni ben diverse da quelle che normalmente la Guardia di finanza assume per il personale di grado più basso e che quindi suonano inevitabilmente come una sorta privilegio per i due altissimi ufficiali.

 

Anche alle domande più retoriche, quanto inevitabili, il Generale non ha dato, nà© poteva dare, risposta. Ci riferiamo agli interrogativi sulle indagini che la Procura di Napoli ha trasferito dalla Guardia di finanza alla Polizia di Stato (è ovvio che non si tratti “normale dialettica”), a quelli sul ripensamento di regole e prassi per la comunicazione ai superiori di notizie coperte dal segreto istruttorio assoluto (non c'è niente da ripensare perchà© sta scritto tutto nel codice di rito e nelle già  esistenti circolari interne), al fatto se gli avvenimenti in questione possano essere considerati “normali” per una forza di polizia (certo che no, sono situazioni inaccettabili e preoccupanti) e infine quale impatto morale stia avendo sul personale del Corpo la vicenda (pesantissimo, semplicemente).

 

Ma il Comandante generale però, ed è questo l’aspetto fortemente positivo, non si è tirato indietro e ha risposto, anche se in “comandogeneralese”, per usare il termine coniato da un componente della comunità  internet di Ficiesse, sugli altri punti, non mancando, almeno così sembra, di assumersi qualche impegno in tema di diritti e di trasparenza interna.

 

Prima di entrare nel merito, però, una notazione sulla forma. Per la prima volta, il Numero Uno della Guardia di finanza non ha, come al solito, ricevuto il Cocer nel suo “palazzo” ma è andato lui a far visita al Consiglio, dove si è trattenuto per oltre sette ore. Si tratta di segni importanti di attenzione e di considerazione nei confronti del Cocer e quindi di tutto il personale. Ne siamo lieti.

 

Di Paolo ha, quindi, sottolineato le novità  sulle nuove (e opportune) incompatibilità  di impiego degli ufficiali Dirigenti, per le quali chi ha comandato un nucleo di polizia tributaria o un comando provinciale/regionale non potrà  assumere un incarico superiore alla stessa sede. Il pensiero, ovviamente, non può che correre a Bardi e ad Adinolfi. Il primo, se fossero state in vigore le regole attuali, oggi non sarebbe a Napoli. Il secondo non sarà  mai destinato a Milano e a Palermo, avendo già  comandato reparti a livello provinciale alle sedi di Monza e di Catania.

 

Regola condivisibile? Sicuramente. Ma come mai non ci si era pensato prima?

 

Sulla disparità  di comportamento tra generali di corpo d’armata e gradi più bassi Di Paolo, come detto, è stato in imbarazzo. Il Cocer gli ha opportunamente ricordato che i criteri “di equilibrio e di equità ” di fronte a fatti simili debbono essere gli stessi a prescindere dal grado rivestito dalle persone che ne sono destinatarie. Così non è stato e così non è ancora oggi. Diversamente, il maresciallo indagato e accusato (speriamo ingiustamente) di essere la “talpa” dei No-Tav della Val di Susa farebbe già  da domani ritorno dal reparto del nord-est dove, secondo La Stampa, è stato immediatamente trasferito.

 

Si è parlato, poi, dell’uso delle foresterie e delle autovetture del Corpo da parte di soggetti esterni all’amministrazione, cioè del caso dell’onorevole Papa, oggetto delle prime due domande rivolte dai nostri siti al Comandante generale. Di Paolo ha fatto sapere “di aver già  diramato ordini” (da intendersi quindi come nuovi ordini, dei quali evidentemente c’era bisogno) e di aver richiamato anche “l’assoluto rispetto delle disposizioni in vigore” (ammettendo indirettamente, almeno così par di capire, che anche le insufficienti regole attuali possano non essere state esattamente seguite nel caso dell’onorevole Papa).

 

Sui rapporti tra vertici e politica c’è stata una reprimenda molto opportuna del Cocer nei confronti degli alti gradi che, come ammesso dal Ministro Tremonti nella testimonianza ai PM di Napoli, sarebbero troppo dediti a coltivar relazioni. E a questo punto dell’incontro qualche fischio nelle orecchie il generale Adinolfi probabilmente deve averlo avvertito.

 

Dice in sostanza il Consiglio: attenzione, specialmente ora che il vertice può venire dall’interno, queste situazioni di indebita familiarità  rischiano di oscurare l’immagine del Corpo e, ciò che più conta e preoccupa, di preparare le condizioni per il ripetersi di scandali orribili e devastanti come quello dei petroli (primi anni ottanta) e della mani pulite meneghina (primi anni novanta).

 

Questa le parole chiave: le legittime aspirazioni dei generali a rivestire il grado di vertice devono “dispiegarsi correttamente”. Come? c'è da domandanrsi. Poichà© non c’è scritto nel resoconto rispondiamo noi: rispettando scrupolosamente gli obblighi di sobrietà  negli stili di vita e nelle relazioni esterne già  oggi imposti sia dal Regolamento di disciplina militare, sia dal Codice deontologico.

 

Il Cocer ha, poi, ribadito l’intenzione di portare “con forza” in sede di lavori per la riforma dei primi venti articoli della legge 121/1981 le decisioni espresse in modo unanime da tutti i rappresentanti della Guardia di finanza nell’assise plenaria di gennaio 2008 tenutasi a L’Aquila. Quindi, sindacato o associazioni.

 

(A questo proposito, attenzione, e scusate l’off topic, un invito a tutti i delegati Gdf: non “una” associazione, chà© si farebbe un’altra gerarchia, parallela, ingessata, inamovibile e col tempo inevitabilmente collusa e compromessa. Ma “più” associazioni. Perchà© non c’è democrazia e trasparenza senza pluralismo.)

 

Sul punto il generale Di Paolo ha ricevuto un espresso invito a sostenere tale posizione, che è stato accolto con una dichiarazione di disponibilità  ad aprire un confronto sul piano tecnico.

 

Infine, un invito dei delegati al Vertice massimo dell’istituzione che traduciamo così: da qui al termine del suo mandato, signor Generale, la preghiamo di decidersi a provare a fare vera innovazione sulle cose che stanno davvero a cuore al personale e ai cittadini.

Per il personale, scrive il Cocer, si affronti con determinazione e trasparenza i nodi dell’impiego, degli avanzamenti e dei trasferimenti oltre a quelli di un nuovo sistema di tutele che sia evoluto, europeo e non reazionario e mortificante.

Per i cittadini, aggiungiamo noi, si guardi a nuovi rapporti con l’Agenzia delle entrate e con gli enti locali, a sviluppare attività  di informazione e supporto ai cittadini, a spingere sulla prevenzione e sulla “compliance”, a recuperare gli attuali abnormi costi appiattendo con decisione la struttura e distribuendo diversamente i dirigenti e il personale sul territorio, a introdurre sistemi di incentivazioni legati al recupoero del gettito effettivo e dando gradualmente meno peso alle solite statistiche meramente numeriche che così poco fanno incassare allo Stato.

 

L'incontro si è concluso con la richiesta del Cocer di attivare forme dirette di consultazione del personale, per capirne esigenze, domande e umori. Giusto e utilissimo, ma non sappiamo cosa abbia risposto il generale Di Paolo. Ma se su tale determinante punto c'è o meno buona volontà  lo sapremo subito, perchà© ad agosto scadono i sessanta giorni per rispondere alla richiesta di adunanza plenaria avanzata a maggio dal Consiglio centrale. Cosa farà  il generale Di Paolo?

 

Ultimissima notazione. Fa piacere vedere ancora una volta, e dopo tanto tempo, una delibera all’unanimità  di undici delegati, per una volta tutti presenti. Diamoci dentro e cooperiamo tutti, finanzieri e cittadini, perchà© il momento è difficile e il futuro della Guardia di finanza sarà  certamente determinato, nei prossimi mesi, dal comportamento e dalle decisioni di chi nel Corpo oggi opera e si impegna, ad ogni livello. Le Fiamme Gialle hanno qualità , risorse, competenza, determinazione ed energia per continuare ad essere indispensabili al paese. Ma ora più che mai ci vuole umiltà , sobrietà  e coesione.

Facciamo pure qualche festa, ma per guardare le partite dell’Italia e invitando davanti al televisori colleghi e dipendenti.

 

 

GIUSEPPE FORTUNA
Direttore del sito www.ficiesse.it
Presidente del Comitato Articolo 52 -
Militari tra la Gente

giuseppefortuna@hotmail.com

 


Tua email:   Invia a: