TREMONTI SPIATO? PROCURA ROMA APRIRA' FASCICOLO. GDF NEL CICLONE. TREMONTI: TUTTE IPOTESI E FORZATURE, FIDUCIA IN GDF, HO GIA' DETTO TUTTO A MAGISTRATI. ROMANO, TREMONTI NON HA DETTO TUTTO, SE RIFERIMENTO E' A FIAMME GIALLE, OCCORREVA INDAGINE

domenica 31 luglio 2011

TREMONTI SPIATO? PROCURA ROMA APRIRA' FASCICOLO
GDF NEL CICLONE; COCER REPLICA A CROSETTO, VOGLIAMO RISPETTO
(ANSA) - ROMA, 30 LUG - Giulio Tremonti spiato e pedinato? La
procura di Roma vuole vederci chiaro dopo quanto dichiarato dal
ministro dell'Economia in un'intervista ed aprira' un fascicolo
processuale sulla vicenda. L'uomo dei conti potrebbe essere
convocato come persona informata sui fatti per approfondire le
sue sensazioni. E, sempre sul presunto spionaggio, il direttore
del Dis, Gianni De Gennaro, riferira' martedi' prossimo al
Copasir sul possibile coinvolgimento di 007.
''Tu mi hai fatto spiare''. E' il 9 giugno scorso quando
'Libero' riferisce di un acceso faccia a faccia tra Tremonti e
Silvio Berlusconi, con il ministro che accusa il premier di
''aver messo i servizi segreti alle mie calcagna''. Ieri e'
'Repubblica' a raccogliere le confidenze del titolare
dell'Economia. ''Ho fatto - spiega il ministro a proposito della
scelta di andare a vivere nella casa di Campo Marzio offertagli
dal suo ex braccio destro Marco Milanese - una stupidata. E di
questo mi rammarico e mi assumo tutte le responsabilita'. Ma in
quella casa non ci sono andato per banale leggerezza. Il fatto
e' che prima ero in caserma ma non mi sentivo piu' tranquillo.
Nel mio lavoro ero spiato, controllato, pedinato. Per questo ho
accettato l'offerta di Milanese...''. E' lo stesso ex finanziere
e deputato del Pdl - interrogato dai pm di Napoli che indagano
sulla P4 - a fornire altri elementi. ''Il ministro - ha fatto
mettere a verbale Milanese - mi ha detto che ha avuto uno sfogo
con il presidente del Consiglio perche' aveva saputo che era
seguito. O comunque negli ambienti politici si dice che stanno
attuando il metodo Boffo anche nei suoi confronti...per
contrastare la sua ascesa politica''.
Intanto, tra voci di cordate, talpe, veleni, generali
indagati e ministri spiati, la Guardia di finanza e' nell'occhio
del ciclone da settimane. Il Cocer non ci sta e chiede rispetto.
Lo spunto e' l'attacco di ieri del sottosegretario alla Difesa,
Guido Crosetto. Dopo il quale il comandante della Gdf, generale
Nino Di Paolo, aveva ricevuto la telefonata di solidarieta' di
Tremonti. Il Cocer definisce ''inappropriate ed inopportune'' le
parole di Crosetto. Infatti, lamenta l'organismo, ''definire la
Guardia di Finanza un'organizzazione di cui aver paura offende
la dignita' dell'Istituzione e dei 63mila finanzieri che
quotidianamente prestano la loro opera a tutela degli interessi
del Paese''. Altra esternazione del sottosegretario che non e'
andata giu' al Cocer e' quella secondo cui ''l'azione di
controllo amministrativo si svolgerebbe in modo totalmente
arbitrario''. Cio', si rileva, ''dimostra nessuna considerazione
per il quadro giuridico che la regola''. L'organismo avanza
quindi un sospetto: che ''le dichiarazioni siano strumentali al
tentativo di tornare ad un comandante generale proveniente
dall'Esercito; a questo punto, oltre alle vere o presunte
cordate interne, ce ne sarebbero anche di esterne con i loro
sponsor politici''. Ma la Guardia di finanza, conclude la nota,
''non puo' diventare, per l'ennesima volta, il campo di
battaglia di uno scontro politico che non la riguarda, perche'
questo fa male ai cittadini e al Paese''.
Non si fa attendere la replica di Crosetto. ''Tentare una
riflessione sulla base dei fatti di questi giorni - osserva -
serve proprio a restituire all'istituzione il rispetto e la
credibilita' che si merita. Ed i primi a saperlo dovrebbero
essere proprio i Cocer della Finanza che mi hanno sempre visto
schierato al loro fianco, a difesa e tutela del personale,
soprattutto quello di grado meno elevato. Ed in queste
battaglie, o questi anni - conclude - chi si contrapponeva con
forza a richieste legittime e' sempre stato qualcun altro''.

TREMONTI: TUTTE IPOTESI E FORZATURE, FIDUCIA IN GDF
REPLICA AD ATTACCHI TRASVERSALI,HO GIA' DETTO TUTTO A MAGISTRATI
(ANSA) - ROMA, 30 LUG - Messo all'angolo dalle inchieste e
dalla pressione dei mercati internazionali, il ministro
dell'Economia, Giulio Tremonti, si rifugia nella sua Pavia e
resta in silenzio. Per quasi tutto il giorno perche' in serata
sceglie di intervenire con una dichiarazione all'ANSA per
sottolineare la totale fiducia nell'operato della Guardia di
Finanza, della scorta e del suo comandante generale.
Anche oggi intorno al ministro e ai rapporti con il suo ex
braccio destro Marco Milanese sono continuati gli attacchi
dell'opposizione, e anche di parte della maggioranza, mentre il
Corriere della Sera scrive una nuova puntata del botta e
risposta con il ministro. In questo 'baillamme' di commenti,
dichiarazioni, richieste Tremonti sceglie inizialmente il basso
profilo salvo poi in serata decidere di intervenire per
sottolineare la ''profonda stima e fiducia nella scorta della
Guardia di Finanza che mi segue da moltissimi anni; gli stessi
sentimenti per la Guardia di Finanza a partire dal
suo comandante generale - spiega - Tutto quanto e' a mia
conoscenza l'ho rappresentato alcune settimane fa alla
magistratura. Lo confermo. Il resto sono state ipotesi e
forzature giornalistiche''.
Le parole di Tremonti arrivano all'indomani della sua ultima,
per certi versi irrituale - visti i precedenti - apparizione a
Uno Mattina di ieri, quando ha respinto ogni accusa spiegando di
''non aver bisogno di rubare agli italiani''. Dopo l'intervento
negli studi Rai il titolare di via XX Settembre aveva deciso di
lasciare il campo mentre infuriava il dibattito sulle sue
risposte. Destinazione, con tutta probabilita', Pavia, dove,
come ha voluto specificare all'inizio di tutta la vicenda dell'
appartamento di Campo Marzio, ha la ''sua unica abitazione'': e
da dove si prepara a nuove giornate di passione sui mercati,
anche a causa dell'incertezza sul fronte del debito Usa. Ieri la
Borsa di Milano ha limitato le perdite, ma le tensioni restano
forti, con lo spread Btp-Bund che ha registrato ampie
oscillazioni passando dai 325 ai 338 punti (per poi chiudere a
333), e rendendo piu' costosa, anche se le stime sul reale
ammontare dell'aumento divergono, la spesa per il servizio del
debito pubblico.
Il weekend arriva dunque come una mano santa e gli attacchi
della speculazione, almeno per un paio di giorni, non faranno
male, ma ci sono quelli della politica che restano vivaci. Si
riapre, infatti, lo scontro con il sottosegretario alla Difesa,
Guido Crosetto, che, dopo le dichiarazioni sulla Gdf in seguito
alle quali Tremonti aveva fatto ieri una telefonata
''riparatrice'' al comandante generale Nino Di Paolo, oggi dice
di aver fatto male a difendere il ministro dell'Economia. Ancora
piu' forte l'affondo del sottosegretario alla presidenza del
Consiglio, Gianfranco Micciche', secondo cui con le parole dette
ieri in tv Tremonti ''offende l'intelligenza degli italiani''.
Si registra poi l'ormai quotidiano invito dell'Idv alle
dimissioni.
A pesare anche le rivelazioni di alcuni giornali, secondo
cui le giustificazioni del ministro sui motivi che lo portarono
ad accogliere l'offerta di Milanese, e cioe' anche il fatto di
non sentirsi sicuro in caserma, non reggerebbero, visto che
avrebbe lasciato la foresteria della Gdf gia' nel 2004. C'e'
qualcosa, insomma, che il ministro ''ancora non ha detto'', come
recita il titolo della controreplica dell'ambasciatore Sergio
Romano, che giorni fa aveva invitato il ministro a chiarire:
''Quando diffida di un corpo dello Stato di cui e' responsabile
(la Gdf, ndr), il ministro - scrive oggi sul Corriere della Sera
- dovrebbe promuovere una inchiesta, accertare i fatti,
informare eventualmente la magistratura. Non lo deve soltanto a
se stesso. Lo deve ai contribuenti e a una istituzione che ha
bisogno, per operare, della fiducia del Paese''. E conclude,
riportando gli esempi di Tony Blair, Nicolas Sarkozy e David
Cameron: ''Un uomo politico non si giudica soltanto dai suoi
programmi e dalle sue leggi. Si giudica anche dai suoi
collaboratori''.

MILANESE: ROMANO, TREMONTI NON HA DETTO TUTTO
SE RIFERIMENTO E' A FIAMME GIALLE, OCCORREVA INDAGINE
(ANSA) - ROMA, 30 LUG - ''Il ministro ha scritto che la
scelta dell'alloggio di via Campomarzio fu una questione di
privacy'' e che ''da qualche tempo, in albergo o nella caserma
dove aveva occasione di alloggiare si sentiva spiato,
controllato, in qualche caso, persino pedinato. Se in queste
parole vi e' un velato riferimento alla Guardia di Finanza
Tremonti non poteva limitarsi a cambiare casa''.
Lo scrive Sergio Romano sul Corriere della sera, rispondendo
alla lettera inviata dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti
al quotidiano per spiegare la vicenda della locazione dell'
appartamento in capo al suo collaboratore, Marco Milanese.
''Quando diffida di un corpo dello Stato, di cui e'
responsabile - aggiunge Romano - il ministro dovrebbe promuovere
una inchiesta, accertare i fatti, informare eventualmente la
magistratura''.
Inoltre, Romano si domanda se sia opportuno che Tremonti
''abbia rapporti di familiarita' e scambi di favori con una
persona che appartiene alla cerchia dei suoi collaboratori, ha
responsabilita' non chiaramente precisate e tende ad
accreditarsi come una sorta di fiduciario?''.
Romano conclude affermando che ''Tremonti e' troppo accorto
per ignorare che certe amicizie possono essere
imbarazzanti''.(ANSA).

MILANESE: BELISARIO, TREMONTI SI DIMETTA SUBITO
(ANSA) - ROMA, 30 LUG - ''Tremonti si dimetta subito e
chiarisca la sua posizione nelle sedi opportune''. Lo chiede il
capogruppo dell' Idv al Senato Felice Belisario riferendosi al
caso Milanese e alla vicenda della casa in affitto.
''Voleva metterci una toppa, invece Tremonti - sostiene
Belisario - sta smontando pezzo dopo pezzo la sua estraneita' in
faccende che non fanno onore a un ministro della Repubblica''.
''Prima il superministro - osserva l'esponente dell' Idv che
e' anche componente del Copasir - dichiara di non sentirsi
sicuro in un'abitazione della Guardia di Finanza, che tra
l'altro dipende dal suo ministero, proprio perche' la stessa GdF
sarebbe al centro di logiche spartitorie tra la sua cordata e
quella di Berlusconi. Sentendosi spiato pensa bene, invece di
rivolgersi alla magistratura e riferire al Copasir, di accettare
'l'ospitalita'' di un suo collaboratore che sembrerebbe
coinvolto in un giro di tangenti e appalti truccati''. ''Come se
non bastasse, quella stessa Guardia di Finanza su cui Tremonti
getta discredito, oggi - sottolinea Belisario - lo smentisce: il
superministro si e' trasferito in via Campo Marzio da molto
tempo prima di quanto dichiarato. Si tratta di una vicenda
oscura e inquietante''. ''Ma e' ancora piu' inquietante che non
si levi un coro unanime che chieda le dimissioni di Tremonti''
conclude Belisario.(ANSA).

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