UTENTE " SIGNORSI' ": A NOI FINANZIERI CONVIENE RIMANERE MILITARI. SE DI PAOLO NON ESCE DALLA TURRIS EBURNEA, LA SMILITARIZZAZIONE IMMEDIATA DELLA GUARDIA DI FINANZA E' INTERESSE DEL PAESE E DELLA DEMOCRAZIA - di Giuseppe Fortuna

venerdì 05 agosto 2011

DAL FORUM DI FICIESSE

 

 

Topic: Dai un consenso per la SMILITARIZZAZIONE (della Guardia di finanza)

Messaggio: giovedì 04 agosto 2011 23:06:16

Autore: Signorsì

 

TESTO

<< Io continuo a sostenere che se la pensiamo così non andremo da nessuna parte. Ribadisco che senza le stellette andremmo allo sfascio più di come lo siamo già . E' il senso della militarità  che ancora ci tiene uniti ed ogni tanto ci dà  il colpo di freno per non indurci in fatali tentazioni...io rivoto il mio no (alla smilitarizzazione della Gdf, NDR) >>

 

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Topic: Dai un consenso per la SMILITARIZZAZIONE (della Guardia di finanza)

Messaggio: venerdì 05 agosto 2011 11:38:53

Autore: Giuseppe Fortuna, alias Franco Simoni

 

TESTO

 

<< X Signorsì
Credo che tu non abbia torto quando dici che la militarità  è probabilmente il collante che tiene insieme la Gdf, istituzione che, come noto, è in concorso su tutto e non esercita in via prioritaria ed esclusiva alcuna funzione istituzionale.
Ma il fatto è che se i vertici militari massimi tradiscono l'essenza morale prima e più vera della militarità , che è l'esempio, l'autodisciplina, l'assoggettarsi per primi, consapevolmente e in modo assai più rigoroso dei propri sottoposti, alle regole profonde dell’essere militare, allora le stellette diventano sinonimo di privilegio, di sopruso, di sopraffazione, di inaffidabilità  e quindi costituiscono un pericolo potenziale, grave e insostenibile, per una democrazia evoluta, per i cittadini e per il paese.
In questa fase, il generale Nino Di Paolo si sta assumendo una RESPONSABILITA' ENORME e se farà , come temiamo stia facendo, scelte sbagliate, queste lo consegneranno effettivamente alla storia del Corpo, ma in negativo.
Di Paolo deve applicare nei confronti dei generali di corpo d'armata indagati, e ne ha tutta l'autorità  e tutto il potere che gli derivano dall’essere il numero uno di un’organizzazione militare, le medesime regole di comportamento che la Gdf applica SEMPRE per gli appartenenti di grado inferiore, istituzione non a caso definita “feroce”, proprio per questo motivo, da un ottimo predecessore, il generale Zignani.
Bisogna semplicemente fregarsene, caro generale Di Paolo, se ministri, presidenti del consiglio o altre autorità  non dovessero essere d’accordo. Un comandante militare agisce come impone l'etica militare e magari subito dopo si dimette. A testa alta.
Se così non sarà  conviene al paese che Lei sia non soltanto l'ultimo comandante generale proveniente dal Corpo, ma l'ultimo comandante generale in senso assoluto del Corpo, perchà© una Guardia di finanza militare non meriterebbe più la fiducia dei cittadini. E in questo hanno perfettamente ragione Eugenio Scalfari, che ha colto una differenza tra l'affidabilità  della base e quella dei vertici militari del Corpo, e anche il sottosegretario Crosetto, il quale, alla Zanzara, sul punto ha parlato da imprenditore più che da politico: la Guardia di finanza non deve far paura, deve essere presidio di legalità , non di ambiguità .
Attenzione, questo a prescindere dalle responsabilità  penali dei generali Bardi e Adinolfi, che, lo ripeteremo fino alla nausea, ci auguriamo di cuore, come facciamo però anche per un allievo finanziere, possano risultare completamente estranei ai fatti contestati.
Tu, Signorsì, non sbagli, quindi, quando dici che i militari sono diversi dai lavoratori comuni. Noi di Ficiesse e del Comitato Militari tra la Gente siamo convinti che in una democrazia evoluta chi porta le stellette dovrebbe essere molto più simile agli altri lavoratori di quanto sia oggi, perchà© lo pretende l’articolo 52 della Costituzione. Ma è vero che sono e saranno sempre professionisti diversi perchà© la loro missione è quella, suprema, di garantire, anche attraverso l’uso delle armi e della forza, la sovranità  e l’indipendenza dello Stato democratico.
Ma le Fiamme Gialle sono polizia e devono rimanere militari solo ed esclusivamente se questo è utile, fortemente utile, al paese, non se conviene al suo personale economicamente o ai suoi vertici per diventare magari consiglieri di stato, o della corte dei conti e mantenere stipendi elevatissimi fino a 75 anni di età  o per piazzare sà© stessi, parenti o affini in aziende del gruppo Finmeccanica.
I vertici militari, quando vanno in pensione, devono essere obbligati a pensare ai nipotini, all’orto, magari ai cavalli, perchà© diversamente c’è il rischio che qualcuno usi un (troppo) grande potere per pensare al suo personalissimo futuro. Possibile che questo non lo si capisce, che non lo si voglia capire, nell’Italia del terzo millennio?
Approfondiremo questi aspetti nel direttivo nazionale di Ficiesse del 17 settembre. Ma certamente se l’attuale Comandante generale, che porta per intero sulle sue spalle la responsabilità  delle scelte di queste ore, non esce in modo chiaro, aperto, trasparente e leale dalla "turris eburnea" nella quale ci sembra si sia chiuso, dichiariamo fin da ora, per quel che ci riguarda e per quel pochissimo che contiamo, che la nostra opzione sarà  per la smilitarizzazione immediata del Corpo. Nell’interesse della nazione. E succeda quel che deve succedere.
>>

GIUSEPPE FORTUNA

 

 

 


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