ONORE MILITARE E MILITARITA' DA OPERETTA - di Giuseppe Fortuna

martedì 06 settembre 2011

Militarità  vuol dire esempio, rigore, onestà  nei pensieri e nei comportamenti, trasparenza, rispetto totale delle regole giuridiche e ancor di più di quelle etiche. Questo c’è ancora, ma sempre meno. Ed è gravissimo. Perché quando viene meno l’esempio e l’autodisciplina la militarità  si trasforma in arbitrio, sopraffazione, privilegio. Quando non, addirittura, in rischio per la democrazia.

Anni fa, c’era un Comandante generale che quando entrava nel suo ufficio sbatteva i tacchi, si metteva sugli attenti, e salutava la Bandiera di guerra del Corpo, sempre, anche e specialmente se era da solo. Noi ufficiali inferiori del Comando generale lo venimmo a sapere dal suo aiutante. Ed eravamo orgogliosi di quell’Ufficiale. Perché Lui rispettava davvero quella Bandiera. Quel Panno significava migliaia di Finanzieri caduti per la Patria e migliaia di Finanzieri che stringono i denti tutti i giorni. Magari lontani da casa e con pochi soldi in tasca. Ma con la schiena dritta. Orgogliosi, alla sera, di tornare a casa sapendo di aver fatto il loro dovere. Finanzieri a cui quel Comandante rendeva merito ogni volta col suo saluto convinto.

Questo in molti vertici del Corpo, dispiace dirlo, ma non lo si nota più come in passato. Forse allora eravamo giovani e ci accorgevamo meno delle cose che non andavano. Può darsi.
Ma adesso anche l’allievo finanziere al primo anno di corso è convinto che se trova “la strada giusta” per un bel distacco riuscirà  a scavalcare migliaia di persone più anziane di lui. Sa che ci sono gradi vertice che sono alla ricerca di amicizie di potenti, di politici di spicco, di imprenditori miliardari, quando non di faccendieri. Lo sa leggendo i giornali, lo ha letto in un atto d’indagine reso dal suo ministro.

Vertici che non disdegnano amicizie, pranzi, regali da gente dalla quale dovrebbero, quanto meno per deontologia professionale, stare alla larga. C’è chi addirittura colleziona orologi di pregio, chi è amante delle auto di lusso, chi cerca e trova posti in società a partecipazione pubblica per figli e parenti. Magari qualche incarico ben remunerato per il dopo pensione. Invece di pensare, dopo aver servito lo Stato ad un così alto livello, ai propri nipotini.

Come, guarda caso, fece il Comandante che salutava sempre la Bandiera.

Ma quello era Onore militare. Questa è militarità  da operetta. Da basso impero. E prima ce ne liberiamo, meglio è.

 

GIUSEPPE FORTUNA


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