LO SCANDALO DEL BALZELLO DI 600 EURO PER I RICORSI (FINORA GRATUITI) AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, INTERROGAZIONE DI ANTONIO DI PIETRO: INIQUITà€ CHE PENALIZZA IL COMPARTO SICUREZZA E DIFESA

martedì 13 settembre 2011

Limitiamo il diritto dei cittadini militari di ricorrere al giudice amministrativo. Lo aveva espressamente richiesto in un’audizione del 4 novembre 2009 alla Commissione Difesa del Senato il generale di corpo d’armata Mario ROGGIO, direttore della direzione generale per il personale militare (Persomil), nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla condizione del personale delle Forze Armate e delle Forze di Polizia ad ordinamento militare e il nostro sito ne aveva dato notizia nel successivo mese di dicembre (http://www.ficiesse.it/home-page/3569/l_incredibile-proposta-del-gen_c_a_-roggio-_persomil_-in-commissione-difesa-del-senato_-ostacolare-per-legge-l_accesso-dei-militari-agli-atti-amministrativi-e-al-giudice_-interrogazione-dell_on_-turco--_radicali__-rimuovere-dall_incarico-l_ufficiale). L’intervento aveva già  portato a una interrogazione dell’onorevole Maurizio Turco, che aveva anche chiesto di rimuovere dall’incarico l’alto ufficiale.

 

Ma cosa aveva detto esattamente Roggio? Queste le sue parole estrapolate dal resoconto stenografico: << (…) Vorrei adesso affrontare il tema della condizione giuridica del personale in servizio e quello del contenzioso. Si tratta di due argomenti che riguardano particolarmente i settori della disciplina. Tengo a dire che, pur in una situazione disciplinare molto soddisfacente sia in patria che nei teatri operativi, è necessario qualche intervento legislativo volto a contenere o a non estendere procedure di tutela valevoli nel pubblico impiego per tutti i cittadini anche al comparto militare. In questo momento il comparto militare soggiace a questo tipo di forme di tutela ma in questo modo si appesantisce il procedimento disciplinare rendendolo assolutamente non tempestivo. Lo stesso discorso vale per l'accesso al contenzioso da parte dei pubblici dipendenti militari: se si vuole limitare l'entità  del personale dedicato a questa funzione, oltre che rendere più snelli i processi decisionali e satisfattivi di eventuali ricorsi, occorre limitare le formule di accesso. In questo momento il contenzioso, benchà© alla fine non produca vittorie da parte dei ricorrenti se non nella misura massima del 5 per cento, è una formula che spesso viene utilizzata dal personale soprattutto per questioni di carattere economico, ma anche per motivi di carattere disciplinare e di avanzamento. àˆ un fenomeno in crescente ascesa e la Direzione generale e tutto l'inquadramento militare è proiettato a deflazionare il fenomeno. Se ci fossero interventi legislativi di contenimento nel senso auspicato, probabilmente il fenomeno potrebbe decadere di per sà©. (…) >>

 

Ora la richiesta, è stata esaudita dal Governo con l’introduzione del cosiddetto “contributo unificato” che renderà  onerosi, per un importo di 600 euro, i ricorsi straordinari al Capo dello Stato che, come noto, sono attualmente del tutto gratuiti.

 

In merito il leader dell’Italia dei Valori ha presentato al ministro dell’Economia l’interrogazione a risposta scritta che alleghiamo per protestare energicamente contro una novità  <<che rischia di trasformarsi in un attacco alla legalità  del paese e alla possibilità  di agire contro le illegittimità  delle pubbliche amministrazioni>>, di quelle, <<in particolare, del comparto scuola, sicurezza e difesa, presso i quali pendono migliaia di ricorsi straordinari al Capo dello Stato>>. Si tratta, continua Di Pietro, di <<una compressione – per censo – del diritto di accedere alla giustizia nelle forme e con gli istituti previsti dall’ordinamento>>, evidenziando la necessità  di procedere a una immediata revisione di una disciplina <<che lederebbe i nostri principi costituzionali>>.


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