INCHIESTA ESCORT: BUFERA SU LAUDATI; SCELSI, CI FU INDAGINE PARALLELA. 'GENERALE BARDI FURIOSO PER NON ESSERE INFORMATO SU TARANTINI'. GENERALE GDF CONFERMA, CREATO 'POOL' LAUDATI. GDF, OPERATO CON MASSIMA CORRETTEZZA

mercoledì 21 settembre 2011

BUFERA SU LAUDATI;PM,A GIANPI SUGGERITA TESI COMPLOTTO
SCELSI, CI FU INDAGINE PARALLELA; COLLEGA CHIEDEVA DI D'ALEMA
(ANSA) - ROMA, 20 SET - E' bufera sul procuratore di Bari
Antonio Laudati dopo le rivelazioni fatte ai colleghi napoletani
dai pm Giuseppe Scelsi - il primo titolare del fascicolo sulle
escort portate da Tarantini nelle residenze del premier - ed
Eugenia Pontassuglia, il sostituto che ha ereditato l'indagine.
Il nome del capo della procura di Bari e' stato iscritto nel
registro degli indagati della procura di Lecce per tre ipotesi
di reato. Le prime due - abuso d'ufficio e favoreggiamento -
riguardano il presunto tentativo di Laudati di rallentare la
chiusura delle indagini sulle escort, mentre la terza - tentata
violenza privata - sarebbe proprio ai danni di Scelsi, che con
un esposto al Csm ha denunciato irregolarita' da parte del suo
ex capo nella gestione del fascicolo. Accuse scaturite dagli
interrogatori di Scelsi e Pontassuglia, sentiti il 17 settembre
dai pm leccesi e da quelli di Napoli che indagano sul ricatto al
premier da parte del solito Gianpi e di Valter Lavitola. Al
telefono infatti i due parlano delle dichiarazioni della
D'Addario a 'Libero' il 17 luglio (''c'e' stato un complotto ai
danni di Berlusconi'', il senso) e affermano che ''sto fatto
della D'Addario'' e' stato fatto ''per non chiudere le indagini
di Bari''. ''L'ha fatto apposta Laudati - dice Tarantini -
riapre il caso...''. Dice ora la Pontassuglia ai pm:
nell'interrogatorio del 6 novembre 2009 ''Tarantini di sua
iniziativa aggiunse che non c'era alcun complotto...Gli chiesi
come mai parlasse di complotto e Tarantini, guardando l'avv.
Quaranta...gli chiese, quasi a chiederne conferma, se non si
trattasse di uno degli argomenti in merito ai quali avrebbe
dovuto riferire''. L'avvocato ''disse che effettivamente si
trattava di uno degli argomenti che gli erano stati indicati da
Laudati...Ricordo che si fece riferimento ad un foglietto sul
quale l'avvocato aveva annotato le indicazioni ricevute da
Laudati e che aveva consegnato a Tarantini. Mi pare di
ricordare, ma non ne sono certa, che quest'ultimo tiro' fuori
dalla tasca un foglietto con degli appunti''. Pontassuglia
spiega poi che con Laudati si era deciso di approfondire una
serie di argomenti e tra questi ''l'esigenza di comprendere
quali fossero stati i rapporti tra De Santis, Tarantini e
D'Alema'' nell'estate del 2008 ''e se vi fosse un collegamento
tra i rapporti che la D'Addario aveva avuto con Berlusconi e
quei rapporti tra l'onorevole D'Alema, De Santis e Tarantini, in
quanto si poteva prospettare tra le tante ipotesi la
possibilita' che vi fosse stato un accordo tra i tre in virtu'
del quale Tarantini avesse messo in collegamento Patrizia
D'Addario con Berlusconi'' Il pm non ricorda se ad usare la
parola ''complotto'' fu qualcuno dei partecipanti alla riunione
o Laudati. Quel che ricorda chiaramente, e' che l'accordo era
una ''ipotesi alla quale io devo dire non credevo affatto e che
poi ho riscontrato, attraverso la conoscenza degli atti
d'indagine, poter essere esclusa''.
Il pm Pontassuglia conferma inoltre l'ipotesi avanzata dalla
procura di Napoli e cioe' che Gianpi volesse patteggiare per
evitare la 'discovery' delle intercettazioni sulle escort. ''Mi
risulta, per averlo appreso dal dottor Angelillis che tra la
fine di giugno e gli inizi di agosto, l'avvocato Quaranta
incontrandolo nel corridoio gli aveva prospettato la
possibilita' di un patteggiamento specificando che sarebbero
stati disponibili a patteggiare ma solo a condizione che fosse
fatto prima della formulazione da parte nostra dell'avviso di
conclusione indagine''.
L'episodio del complotto viene riferito anche da Scelsi: ''il
collega Angelillis introdusse l'argomento del complotto
mediatico-politico-giudiziario chiedendo a Tarantini notizie
sulla presenza dell'on. D'Alema in Sardegna e sugli eventuali
suoi incontri con Tarantini nella stessa estate in cui
quest'ultimo aveva iniziato a frequentare Villa Certosa.
Tarantini - mette a verbale Scelsi - escluse tale circostanza,
rispondendo che era inutile che si continuasse a chiedergli di
dichiarare cose che non rispondevano al vero. Angelillis aveva
chiesto al Tarantini di riferire dei suoi rapporti con De Santis
e Tarantini aveva dichiarato di essersi rivolto dopo le
perquisizioni a De Santis, chiedendogli di attivarsi presso
qualche politico presumibilmente vicino ai magistrati''. Il nome di D'Alema viene tirato in ballo dall'ex titolare
delle indagini in relazione all'intervista di Patrizia D'Addario
sul Corriere. Quando Laudati (non era ancora a Bari ma gia'
designato dal Csm) gli disse che a Roma si era sparsa la voce
che la fuga di notizie, preceduta dalle dichiarazioni del
presidente del Copasir sulle 'scosse' in arrivo per gli ambienti
di governo, era addebitabile a lui, il pm affermo' che non aveva
alcun interesse a danneggiare l'indagine. ''Peraltro - mette ora
a verbale - feci presente al collega Laudati che io
personalmente avevo avuto richieste di informazioni da parte
dell'on. Alberto Maritati, vicino all'ambiente di D'Alema, e che
avevo categoricamente rifiutato di dare notizie''.Dal verbale di
Scelsi viene chiarito anche un altro elemento importante: nella
famosa riunione a Bari il 26 giugno del 2009 per fare il punto
sulla situazione delle indagini, Laudati disse chiaramente di
essere ''stato mandato a Bari per conto del ministro'' Alfano di
cui era ''molto amico''. Ma non solo: Laudati, secondo Scelsi,
sostenne che ''era necessario costituire un organo che
sovraintendesse alle indagini in corso'', una sorta di indagine
parallela svolta da militari a lui vicini. A quella riunione
partecipo' anche il generale Gdf Vito Bardi, comandante per
l'Italia meridionale e indagato a Napoli nell'ambito
dell'inchiesta P4: secondo i pm e' una delle 'talpe'
responsabile della fuga di notizie. ''Ricordo che il generale
Bardi - dice ora Scelsi - si lamento' vivacemente con il col.
D'Alfonso (comandante del nucleo di polizia tributaria, ndr) per
non essere stato da lui informato dell'andamento delle
indagini''.(ANSA).

INCHIESTA ESCORT:SCELSI,'LAUDATI, A BARI PER CONTO MINISTRO'
'GENERALE BARDI FURIOSO PER NON ESSERE INFORMATO SU TARANTINI'
(ANSA) - NAPOLI, 20 SET - Quando nel 2009 si verifico' una
fuga di notizie su Patrizia D'Addario e l'inchiesta sulle
escort, Antonio Laudati, da poco nominato procuratore di Bari e
non ancora insediatosi, contatto' il pm Giuseppe Scelsi e gli
riferi' che a Roma si era sparsa la voce che la violazione del
segreto fosse attribuibile allo stesso Scelsi. Lo riferisce l'ex
pm Scelsi ai pubblici ministeri di Napoli e di Lecce durante
l'interrogatorio in qualita' di testimone del 17 settembre
scorso.
A tale prospettazione, Scelsi rispose che ''non avrebbe avuto
alcun interesse a danneggiare l'indagine con improvvide
rivelazioni'' e fece presente a Laudati che aveva ''avuto
richieste di informazioni da parte dell'on. Alberto Maritati,
vicino all'ambiente dell'on. D'Alema e che aveva
''categoricamente rifiutato di dare notizie come tra l'altro
risultava da alcune conversazioni intercettate sull'utenza di
Roberto De Santis, persona assai vicina a D'Alema e suo compagno
di barca''.
Nei giorni successivi, durante la cerimonia per la festa
della Guardia di Finanza, ci fu una riunione tra Laudati, Scelsi
e alcuni ufficiali della Finanza, tra cui il generale Vito
Bardi, ex comandante interregionale delle Fiamme Gialle,
indagato a Napoli nell'ambito dell'inchiesta sulla P4 per
rivelazione di segreto.
''Laudati - dice Scelsi - fece un discorso molto chiaro
dicendo che era molto amico del ministro della Giustizia, che
'gli aveva concesso l'onore del tu', e che in virtu' di questa
amicizia aveva garantito per me cosi' impedendo l'avvio
dell'attivita' ispettiva sul mio operato. Aggiunse che era stato
mandato a Bari per conto del ministro della Giustizia e che era
necessario costituire un organo che sovraintendesse alle
indagini in corso, in particolare a quelle sulla vicenda
Tarantini. Preciso' che era abituato a portare a casa un
risultato dalle riunioni cui partecipava. Ricordo che
nell'occasione il gen. Bardi si lamento' vivacemente con il col.
D'Alfonso per non essere stato da lui informato sull'andamento
delle indagini su Tarantini: il tono era particolarmente duro e
creo' un clima di forte intimidazione nei confronti di ufficiali
e sottufficiali della Guardia di Finanza. Ritenni di intervenire
a favore di D'Alfonso dicendo, come in realta' era accaduto, che
lo stesso D'Alfonso, come responsabile delle indagini
delegategli quale comandante del Nucleo di Polizia Tributaria,
aveva solo rispettato le disposizioni di procedura penale e le
mie specifiche direttive di assoluta riservatezza anche
all'interno della scala gerarchica del corpo''. (ANSA).

INCHIESTA ESCORT:GENERALE GDF CONFERMA,CREATO 'POOL'LAUDATI
(ANSA) - ROMA, 20 SET - Un'aliquota della Guardia di Finanza
''a disposizione del procuratore della Repubblica di Bari''
Antonio Laudati ''per le indagini riguardanti la sanita'
pugliese/Tarantini''. A confermare l'esistenza di questo 'pool'
investigativo e' stato l'ex comandante della Regione Puglia
delle Fiamme gialle, il generale Luciano Ingaggiato, sentito lo
scorso 14 settembre come persona informata dei fatti dal
procuratore di Lecce Cataldo Motta.
Il generale, ora in servizio a Roma presso il Casd, ha
spiegato di non aver avuto ''alcun ruolo attivo nella
costituzione della cosiddetta aliquota Gdf distaccata presso la
segreteria del procuratore della Repubblica di Bari'', spiegando
che si e' trattato di ''provvedimenti assunti dal comandante
interregionale della Gdf Vito Bardi, senza alcuna preventiva
consultazione con me''.
L'aliquota era composta, ha aggiunto Ingaggiato, da ''un
certo numero di persone, tra le quali un ufficiale superiore'',
che si qualificava negli atti ''Comandante dell'aliquota della
Gdf'': i militari erano aggregati temporaneamente al Nucleo di
polizia tributaria di Bari, ma avrebbero svolto ''le funzioni
alle dirette dipendenze del procuratore Laudati''. ''Non ricordo
- afferma ancora - l'epoca in cui il gen. Bardi dispose la
costituzione dell'aliquota in questione; ritengo si trattasse
dell'autunno 2009 in coincidenza con la presa di possesso del
dottor Laudati come procuratore della Repubblica di Bari (9
settembre 2009)''. (ANSA).

INCHIESTA ESCORT: GDF, OPERATO CON MASSIMA CORRETTEZZA
(ANSA) - ROMA, 20 SET - Gli uomini del nucleo di polizia
tributaria della Guardia di Finanza di Bari che si sono occupati
dell'inchiesta sul giro di escort portate nelle residenze del
premier da Gianpaolo Tarantini hanno agito con la ''massima
correttezza'' e nelle forme previste dalla legge.
E' quanto sostengono fonti qualificate della Gdf ricordando
che proprio sulle modalita' di impiego del personale assegnato
alla procura - oggetto della denuncia del pm Scelsi - e' gia'
stata fornita in passato una relazione scritta al procuratore
generale di Bari. (ANSA).

INCHIESTA ESCORT: SCELSI AL CSM ATTACCA LAUDATI
SENTITO PER 4 ORE, AUDIZIONE SECRETATA
(ANSA) - ROMA, 19 SET - Alla fine i verbali sono stati
secretati ma, secondo quanto si e' potuto ricostruire,
l'audizione dell'ex pm di Bari Giuseppe Scelsi davanti alla
prima Commissione del Csm e' stata un vero e proprio atto
d'accusa nei confronti dell'ex suo capo, il procuratore Antonio
Laudati. Scelsi, sempre secondo quanto si e' appreso, non solo
avrebbe confermato punto per punto il contenuto del suo esposto
sulle presunte irregoalrita' nella gestione del fascicolo
'escort', ma avrebbe rafforzato le sue tesi con nuovi argomenti.
Per quasi quattro ore Scelsi, oggi sostituto procuratore
generale di Bari, e' stato ascoltato dalla Prima Commissione.
Bocche cucite pero' da parte dei consiglieri del Csm, che nulla
hanno fatto trapelare sul contenuto dell'audizione iniziata
verso le 15 a Palazzo dei Marescialli e conclusasi nel tardo
pomeriggio. Lo stesso Csm ha fatto sapere, in una nota, che ''i
verbali dell'audizione sono stati secretati'' dopo un ''lungo e
approfondito esame'' dei resoconti di Scelsi, che si e'
presentato in tarda mattinata a Palazzo dei Marescialli e ha
fatto sapere di non voler rilasciare dichiarazioni alla stampa,
ne' prima ne' dopo l'audizione.
Proseguono intanto gli accertamenti sull'operato di Laudati,
che ha gia' ribadito l'assoluta correttezza del suo operato e
che verra' ascoltato giovedi' prossimo dal Consiglio Superiore
della Magistratura, sempre alla Prima Commissione, che vaglia i
casi di incompatibilita' ambientale o funzionale disponendo i
trasferimenti.
Le verifiche della Prima Commissione, presieduta da Niccolo'
Zanon, sul procuratore della Repubblica di Bari sono partite
proprio da un esposto dell'ex sostituto procuratore della
Repubblica Scelsi contro il magistrato che era allora il suo
capo. Scelsi ha accusato Laudati di aver provocato rallentamenti
nella chiusura delle indagini sulle escort che l'imprenditore
pugliese Giampaolo Tarantini ha portato alle feste del
presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. In particolare,
perche', secondo Scelsi, Laudati non gli avrebbe fatto leggere
l'informativa della Guardia di Finanza, depositata a fine giugno
a pochi giorni dal suo trasferimento. Proprio l'autore
dell'esposto al Csm e' il magistrato che ha avviato le indagini
sul giro di escort portate nelle case di Berlusconi tra il 2008
e il 2009.
La prima Commissione ha chiesto anche alla procura di Lecce
di ricevere ''tutte le notizie e informazioni consentite'' sul
fascicolo aperto dalla procura salentina a seguito della
trasmissione di atti da parte dei pm napoletani che indagano sul
presunto ricatto al premier: proprio da quell'inchiesta sono
emersi presunti ritardi e irregolarita', in parte indicati anche
nell'esposto di Scelsi, sui cui sta ora indagando la procura di
Lecce competente per i procedimenti nei quali sono coinvolti i
magistrati baresi. (ANSA).

INCHIESTA ESCORT:SCELSI A CSM,CI FU INDAGINE PARALLELA
(ANSA) - BARI, 20 SET - Il procuratore della Repubblica di
Bari, Antonio Laudati, avrebbe avviato un'indagine parallela
sull'inchiesta che il suo sostituto, Giuseppe Scelsi, stava
conducendo sulle escort che Gianpaolo Tarantini aveva portato
nelle residenze private del premier Silvio Berlusconi. Lo
avrebbe detto il pm Scelsi nel corso dell'audizione di ieri
davanti alla prima commissione del Consiglio superiore della
magistratura.(SEGUE)



INCHIESTA ESCORT: SCELSI A CSM, CI FU INDAGINE PARALLELA (2)
(ANSA) - BARI, 20 SET - Gli accertamenti paralleli - a quanto
avrebbe riferito Scelsi al Csm - sarebbero stati svolti da
militari della Guardia di Finanza ritenuti vicini a Laudati e al
suo ufficio.
L'inchiesta coordinata da Scelsi e' sempre stata affidata a
investigatori del nucleo di polizia tributaria delle fiamme
gialle di Bari, anche dopo che Laudati affianco' a Scelsi i
colleghi Eugenia Pontassuglia e Ciro Angelillis, che l'hanno
portata a termine nei giorni scorsi facendo notificare otto
avvisi di conclusione delle indagini. (ANSA).

INCHIESTA ESCORT: LAUDATI INDAGATO PER TRE IPOTESI REATO
PROCURA LECCE PROCEDE ANCHE TENTATA VIOLENZA PRIVATA
(ANSA) - ROMA, 20 SET - Sono tre le ipotesi di reato per le
quali il procuratore capo di Bari, Antonio Laudati, e' indagato
dai pm Lecce: all'ex capo degli affari penali del ministero
della Giustizia, oltre all'abuso d'ufficio e al favoreggiamento
per il presunto tentativo di rallentare la chiusura delle
indagini sulle escort portate da Gianpaolo Tarantini nelle
residenze del premier Silvio Berlusconi, verrebbe contestata
anche la tentata violenza privata. Ipotesi quest'ultima che -
secondo quanto si e' appreso - sarebbe da riferirsi ai danni di
Giuseppe Scelsi, l'ex pm di Bari che con un esposto al Csm ha
denunciato irregolarita' da parte di Laudati nella gestione del
fascicolo 'escort'.
Scelsi e' stato ascoltato ieri dalla prima commissione del
Csm, competente al trasferimento d'ufficio dei magistrati per
incompatibilita' ambientale. Giovedi' sara' invece la volta di
Laudati fare dichiarazioni spontanee a Palazzo dei Marescialli.
In teoria il procuratore capo di Bari potrebbe anche non
presentarsi, tenuto conto dell'inchiesta penale a suo carico
avviata dalla procura di Lecce. Ma, al momento, la sua presenza
verrebbe data per confermata. (ANSA).

INCHIESTA ESCORT: LAUDATI INDAGATO PER TRE IPOTESI DI REATO (2)
(ANSA) - ROMA, 20 SET - Scelsi, titolare dell'inchiesta sulle
escort fino allo scorso giugno, quando ha preso possesso del suo
nuovo ufficio di sostituto procuratore generale, ha inviato un
paio di mesi fa una lettera al Csm con cui denunciava Laudati di
irregolarita' nella gestione di quell'indagine. Ascoltato ieri
per quasi quattro ore dalla Prima Commissione di Palazzo dei
Marescialli, Scelsi avrebbe confermato le sue accuse.
In particolare il fatto che, prima ancora di insediarsi
ufficialmente come procuratore capo, Laudati avrebbe chiamato a
raccolta, informalmente, alcuni militari della Guardia di
Finanza per costituire una sorta di ''organismo'' di controllo
sull'inchiesta a carico di Giampaolo Tarantini.
Laudati, nel corso di una riunione tenutasi nel giugno del
2009 presso la scuola della Gdf di Bari, si sarebbe qualificato
- secondo quanto denunciato da Scelsi - come ''inviato del
ministro della Giustizia'' (l'ex Guardasigilli Angelino Alfano),
e avrebbe affidato a un gruppo di lavoro parallelo il compito di
verificare come e con quali modalita' l'inchiesta era stata
condotta.
La prima commissione del Csm, che in questo caso puo'
intervenire solo avviando una procedura di trasferimento
d'ufficio per incompatibilita' ambientale, dovra' ora appurare
se Laudati abbia agito nell'ambito delle prerogative di
organizzazione del lavoro che competono il capo di un ufficio
oppure se sia andato oltre. Nel corso dell'audizione di ieri di
Scelsi sarebbe stata riferita - secondo quanto si e' appreso -
una certa preoccupazione di Laudati sul fatto che qualcuno in
ambienti politici di centrosinistra volesse cavalcare l'onda
dell'inchiesta a danno del premier Berlusconi.
Qualsiasi eventuale iniziativa disciplinare nei confronti del
procuratore di Bari spetterebbe o al procuratore generale della
Cassazione, Vitaliano Esposito, oppure al ministro della
Giustizia, Francesco Nitto Palma. Il Guardasigilli, che Laudati
aveva sollecitato affinche' inviasse gli ispettori ministeriali
a Bari, ha gia' chiesto informazioni scritte sul caso alla
procura generale del capoluogo pugliese. Chiarimenti che ancora
non sarebbero arrivati al dicastero di Via Arenula. (ANSA).

INCHIESTA ESCORT: PM BARI,A GIANPI SUGGERITA TESI COMPLOTTO
PONTASSUGLIA, LEGALE GLI DETTE INDICAZIONI RICEVUTE DA LAUDATI
(ANSA) - NAPOLI, 20 SET - Durante le indagini sulle escort
condotte dalla procura di Bari qualcuno avrebbe suggerito
all'imprenditore Gianpaolo Tarantini di sostenere la tesi di un
complotto ai danni di Berlusconi che sarebbe stato portato
avanti attraverso Patrizia D'Addario.A sostenerlo e' Eugenia
Puntassuglia, uno dei pm di Bari titolari del fascicolo,
ascoltata il 17 settembre scorso dai pm di Napoli e di Lecce.
Nel corso di un interrogatorio - ricorda Pontassuglia -
Tarantini parlo' ''di sua iniziativa'' di complotto. ''Gli
chiesi come mai parlasse di complotto e Tarantini, guardando
interrogativamente l'avvocato Quaranta, gli chiese quasi a
chiederne conferma, se non si trattasse di uno degli argomenti
in merito ai quali avrebbe dovuto riferire. E l'avv. Quaranta,
dandogliene conferma, disse che effettivamente si trattava di
uno degli argomenti che gli erano stati indicati dal dott.
Laudati come temi da approfondire. Ricordo che si fece
riferimento ad un foglietto sul quale l'avv. Quaranta aveva
annotato le indicazioni ricevute dal dott. Laudati e che aveva
consegnato a Tarantini''.
''Mi pare di ricordare - dichiara ancora la testimone - ma
non ne sono certa che Tarantini tiro' fuori dalla tasca un
biglietto con degli appunti''.
La Pontassuglia parla poi di una riunione con i colleghi e la
Guardia di Finanza, senza la partecipazione di Laudati che
sarebbe stato messo al corrente dopo, per individuare alcuni
argomenti da approfondire. ''Tra i temi si era individuato
quello dell'esigenza di comprendere se vi fossero collegamenti
tra i rapporti che la D'Addario aveva avuto con Berlusconi e i
rapporti tra D'Alema, De Santis e Tarantini, in quanto si poteva
prospettare tra le tante ipotesi la possibilita' che vi fosse
stato un accordo tra i tre in virtu' del quale Tarantini avesse
messo in collegamento Patrizia D'Addario con Berlusconi, ipotesi
alla quale devo dire io non credevo affatto e che poi ho
riscontrato, attraverso la conoscenza degli atti di indagine,
poter essere esclusa. Non ricordo se nel discutere di
quell'argomento come tema meritevole di approfondimento qualcuno
di noi utilizzo' il termine complotto o se esso fu pronunciato
da Laudati''. (ANSA).


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