INTERROGAZIONE DEL PD A TREMONTI: CHE INFLUENZA HA AVUTO L'ON. MILANESE SULLA GUARDIA DI FINANZA?

giovedì 22 settembre 2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-05348
presentata da
DONATELLA FERRANTI
lunedì 19 settembre 2011, seduta n.520

FERRANTI, SAMPERI, ROSATO, ROSSOMANDO e TENAGLIA. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa si apprende delle deposizioni del generale della Guardia di finanza Cosimo D'Arrigo, rilasciate nell'agosto 2011 al pubblico ministero napoletano Francesco Piscitelli, che attualmente si trovano agli atti della Giunta per le autorizzazioni a procedere, dalle quali emergono elementi che denunciano gravissime e inquietanti disfunzioni;

il generale D'Arrigo, infatti, riferisce di avere avuto rapporti con il Ministro Tremonti a partire dal momento del suo insediamento nel giugno 2008, e che in quella occasione conobbe il Ministro dell'economia e delle finanze e lo stesso onorevole Marco Milanese, e che fu proprio il Ministro a rappresentargli che l'onorevole Milanese sarebbe stato il loro referente per tutte le questioni di carattere generale e funzionali aventi a oggetto il Corpo della Guardia di finanza, senza che gli fosse, però, ovviamente, precluso un accesso sul piano personale direttamente allo stesso Ministro tutte le volte che si fosse posta la necessità ;

dalla deposizione emerge chiaramente che, di fatto, nel quotidiano dei frequenti rapporti di carattere istituzionale che necessariamente si tengono tra la Guardia di finanza e il Ministro dell'economia e delle finanze il referente unico è sempre stato l'onorevole Marco Milanese;

il generale D'Arrigo parla infatti di una vera e propria «delega in esclusiva» attribuita dal Ministro all'onorevole Milanese, delega di fatto che spesso ha creato problemi di ordine pratico e di complessivo rallentamento, dal momento che l'onorevole Milanese, benchà© unico referente, in esclusiva, di quei rapporti, in ragione del suo ruolo politico più ampio era preso anche da altri impegni che lo rendevano non immediatamente reperibile, con la conseguenza che, ai vertici e all'organizzazione della Guardia di finanza, risultava difficile, se non impossibile, rivolgersi ad altri, come ad esempio al Capo di gabinetto o ad altri dirigenti;

sempre nella sua deposizione, inoltre, il generale afferma di avere in più di un'occasione fatto presente al Ministro la scarsa opportunità  rappresentata dalla provenienza dell'onorevole Milanese dallo stesso Corpo della Guardia di finanza, il che lo rendeva, di fatto, terminale di richieste provenienti da singoli ufficiali, che potevano arrivare a lui direttamente, senza che il generale potesse conoscerle, valutarle e rappresentarle, tenendo in considerazione gli interessi generali del Corpo, e cita un caso per tutti: in occasione di un incontro con il Ministro, nella primavera del 2009, comunque prima che fosse operativo il piano di impiego dei trasferimenti dei generali di Corpi d'armata, il Ministro lo invitò a tener presente le esigenze familiari del generale Spaziante, il che fece intuire che il predetto Spaziante aveva verosimilmente utilizzato la sua notoria amicizia con l'onorevole Milanese -:

se il Ministro non ritenga di dover fornire, in merito ai fatti suesposti, chiarimenti con la maggiore sollecitudine possibile, e se non ritenga di dover riferire in relazione ai problemi che sarebbero derivati dalla sua indicazione dell'onorevole Milanese come referente esclusivo per tutte le questioni di carattere generale e funzionale della Guardia di finanza;

se il Ministro abbia compiuto una ricognizione degli effetti dell'irrituale delega all'onorevole Milanese, che ha addirittura scavalcato i consueti referenti istituzionali, quali il capo di gabinetto ministeriale, specificatamente alle ripercussioni sulle attività  di polizia giudiziaria e tributaria e le attività  di pubblica sicurezza che la Guardia di finanza è chiamata a svolgere. (5-05348)

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