INCHIESTA ESCORT: LE ACCUSE DI PAGLINO A LAUDATI. LE ACCUSE DI SCELSI A LAUDATI

venerdì 23 settembre 2011

INCHIESTA ESCORT: LE ACCUSE DI PAGLINO A LAUDATI
(ANSA) - BARI, 22 SET - L'annunciata denuncia per calunnia
del procuratore di Bari Antonio Laudati nei confronti del
tenente colonnello della guardia di Finanza Salvatore Paglino
riguarderebbe i contenuti del resoconto che l'ufficiale redasse
della riunione che il procuratore, gia' nominato dal Csm ma non
ancora insediatosi, tenne il 26 giugno del 2009 negli uffici
della legione allievi della guardia di finanza a Bari per
discutere dell'inchiesta escort.
In quel resoconto, Paglino racconta che alla riunione
parteciparono anche il pm Giuseppe Scelsi, titolare dell'
inchiesta, e altri ufficiali della Gdf e dopo un quarto d'ora si
aggiunse anche il gen.Vito Bardi attualmente indagato nell'
ambito della inchiesta sulla cosiddetta P4.
Paglino scrive che Laudati apri' la riunione premettendo che
le indagini di Bari avevano ''creato preoccupazione'' nelle
istituzioni e che la sua presenza a Bari era stata ''voluta
dallo stesso ministro della giustizia, Angelino Alfano, al quale
egli stesso aveva garantito una soluzione''. Secondo Paglino,
tra l'altro Laudati manifesto' l'intenzione di definire una
''strategia per preservare la riservatezza'' delle indagini
attraverso la creazione di ''una struttura di riferimento'' per
tutte le informazioni ''potenzialmente influenti sul profilo
istituzionale delle persone coinvolte'' che andavano comunicate
al procuratore. Infine, secondo l'ufficiale, il Laudati parlo'
di ''un periodo di congelamento della parte di indagine riferita
alle escort fino alla data del suo insediamento ufficiale alla
procura di Bari''. (ANSA).

INCHIESTA ESCORT: LE ACCUSE DI SCELSI A LAUDATI
(ANSA) - BARI, 20 SET - Le indagini penali e le verifiche
della prima commissione del Csm sull'operato del procuratore di
Bari, Antonio Laudati, sono partite proprio dalle accuse
contenute in un esposto del luglio scorso dell'ex sostituto
procuratore della Repubblica Giuseppe Scelsi, oggi sostituto
procuratore generale (sempre a Bari) contro il magistrato che
era stato fino a qualche giorno prima il suo capo. Scelsi
accusava Laudati di aver provocato rallentamenti nella chiusura
delle indagini sulle escort che l'imprenditore pugliese
Giampaolo Tarantini portava alle feste del presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi. In particolare, Scelsi lamentava
che Laudati fece in modo da non fargli leggere l'informativa
della Guardia di Finanza, depositata a fine giugno a pochi
giorni dal suo trasferimento. Scelsi era stato il primo titolare
delle indagini avviate dopo che, intercettando Tarantini nell'
ambito di inchieste sulla sanita' pugliese, era stato scoperto
il giro di escort portate nelle case di Berlusconi tra il 2008 e
il 2009. A lui erano poi stati affiancati da Laudati i colleghi
Eugenia Pontassuglia e Ciro Angelillis.
Tra le piu' gravi delle accuse di Scelsi a Laudati e' stata
forse quella di aver avviato un'indagine parallela sull'
inchiesta sulle escort. Gli accertamenti paralleli - a quanto
avrebbe riferito Scelsi al Csm - sarebbero stati svolti da
militari della Guardia di Finanza ritenuti vicini a Laudati e al
suo ufficio.
Altro elemento ritenuto assai importante tra quelli forniti
da Scelsi e' il racconto di una 'riunione operativa' tenuta a
Bari il 26 giugno del 2009 da Laudati per fare il punto sulla
situazione delle indagini: Laudati s'insedio' a capo della
procura barese solo due mesi e mezzo dopo. Secondo Scelsi,
Laudati in quella circostanza disse chiaramente di essere
''stato mandato a Bari per conto del ministro'' Alfano di cui
era ''molto amico''. Ma non solo: Laudati, secondo Scelsi,
sostenne che ''era necessario costituire un organo che
sovraintendesse alle indagini in corso''. A quella riunione
partecipo' anche il generale della Gdf Vito Bardi, comandante
per l'Italia meridionale e indagato a Napoli nell'ambito
dell'inchiesta P4. ''Ricordo che il generale Bardi - dice ora
Scelsi - si lamento' vivacemente con il col. D'Alfonso
(comandante del nucleo di polizia tributaria,
ndr) per non essere stato da lui informato dell'andamento delle
indagini''.
Altro elemento che ha suscitato perplessita' tra quelli che
ha offerto il sostituto sia al Csm sia alle procure di Lecce e
Napoli che lo hanno interrogato riguarda la necessita' di un
provvedimento di fermo per Gianpaolo Tarantini nel settembre
2009, poco dopo che Laudati si era insediato. All'epoca era gia'
scoppiato il 'caso D'Addario' e Tarantini aveva cominciato a
collaborare con la giustizia, anzi - secondo il racconto di
Tarantini ai magistrati napoletani il 3 settembre scorso - con
Scelsi c'era una specie di accordo 'tacito': 'se parli non ti
arresto'. ''Laudati mi chiamo' - ha dichiarato Scelsi ai suoi
colleghi di Lecce e Napoli - e mi disse che bisognava 'fermare'
Tarantini perche' si trattava di una mina vagante ed era
necessario controllarlo e controllare quello che avrebbe potuto
dire, cosi' facendo riferimento all'esigenza cautelare del
pericolo di inquinamento probatorio''. L'invito di Laudati al
suo sostituto avvenne quando furono pubblicate dichiarazioni di
Tarantini che ''minacciava che, qualora fosse stato arrestato,
avrebbe trascinato con se' tutti quelli che, nonostante i
pregressi rapporti con lui, oggi dichiaravano di non
conoscerlo''. Scelsi ha ricordato che pochi giorni dopo emise
effettivamente un decreto di fermo per traffico di stupefacenti
nei confronti dell'imprenditore, provvedimento non convalidato
pero' dal gip.
A Laudati, inoltre, il suo ex sostituto ha 'rimproverato' di
non aver condiviso inizialmente l'ipotesi di reati in materia di
prostituzione in relazione all'inchiesta sulle escort. Scelsi
ricorda che Laudati gli affianco' nell'inchiesta i colleghi
Eugenia Pontassuglia e Ciro Angelillis. ''Subito dopo la
coassegnazione - dice Scelsi - il dott. Angelillis prospetto'
l'ipotesi dell'impossibilita' di configurare reati in materia di
prostituzione giusta il risultato di una sua ricerca
giurisprudenziale. L'orientamento del collega corrispondeva a
quello del procuratore Laudati, perche' so che quest'ultimo
aveva manifestato le sue perplessita' sulla possibilita' di
configurare quei reati riferendone, per quel che ne so e se non
ricordo male, al presidente del Tribunale di Bari dott.Savino,
al procuratore generale presso la corte d'appello dottor Pizzi e
forse al presidente della stessa corte, perche' quest'ultimo nel
suo discorso inaugurale del gennaio 2010, secondo quanto
riportato dalle cronache giornalistiche, aveva fatto riferimento
a una spesa rilevantissima della procura della Repubblica di
Bari per intercettazioni relative a fatti non costituenti reato.
Le perplessita' del dottor Angelillis furono rappresentate anche
alla collega Pontassuglia, ma sia io che lei ritenemmo
necessario approfondire il tema attendendo di avere il quadro
completo dell'indagine''.
Per Scelsi, inoltre, Laudati era in un certo senso
l'ispiratore della ipotesi di un 'complotto
mediatico-politico-giudiziario' che, con la vicenda escort,
potesse essersi consumato ai danni di Berlusconi. (ANSA).

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