E SE EVASORI LO DIVENTASSIMO TUTTI, COMPRESI NOI DIPENDENTI E PENSIONATI? - di Anna Paschero

sabato 01 ottobre 2011

Secondo Luca Ricolfi, l'evasione fiscale andrebbe tollerata dagli onesti perchè, se non ci fosse, anche gli onesti ci perderebbero. Strana analisi, la sua, nell'articolo apparso oggi su LA STAMPA dal titolo “l'inganno dell'evasione fiscale”. Non solo strana ma inquietante perchè richiama affermazioni molto simili a quelle di Berlusconi, che in più di un'occasione l'ha giustificata moralmente usando le stesse parole. Non è quindi casuale che l'evasione fiscale sia cresciuta nel nostro Paese, perchè, e in questo ha ragione il Prof. Ricolfi, diventa un fatto di cultura civica. Come è diventato un fatto di cultura civica l'atteggiamento bossiano di vilipendio continuo della Nazione e della Sua Costituzione, senza che questo provochi indignazione nella gente e reazioni adeguate nel mondo della politica. Ci siamo abituati, insomma, così come ci siamo abituati, noi lavoratori dipendenti e pensionati tassati alla fonte, a sostenere quasi totalmente la spesa dello Stato (il 93%) con le nostre tasse, alla faccia di quel 7% di risorse pubbliche che provengono da lavoratori autonomi, professionisti, artigiani, imprenditori che, in virtù di un patto sociale scellerato possono permettersi di vivere alle spalle degli onesti, difesi da leggi che consentono loro, ma a loro soltanto, di dichiarare al fisco solo in parte i loro guadagni.

Ma vediamo con ordine dove l'analisi de Prof. Ricolfi risulta oppugnabile.

 Egli sostiene che alla preoccupazione per la crisi economica si aggiunge il risentimento di tipo “maccartista” di caccia alle streghe - alias evasori, considerati la causa di tutti i nostri mali. Ma perchè non è forse così? L'evasione annua stimata da 120 a 160 miliardi, proveniente non certo da lavoratori dipendenti e pensionati perchè tassati alla fonte, è una delle principali cause dell'aumento esponenziale del debito pubblico italiano, che ha raggiunto oggi il record assoluto di 1.912 miliardi di Euro, pari al 120% della ricchezza prodotta nel Paese. Se paradossalmente si recuperasse tutta l'evasione di un solo anno, non sarebbe stato necessario fare due manovre (di145 miliardi di Euro) – lacrime e sangue perchè basate tutte sull'aumento della tassazione – che colpiscono chi già  le tasse le paga (ovvero i contribuenti e non gli evasori) e che avranno effetti fortemente recessivi sull'economia.

 Egli sostiene che l'evasione prima di essere combattuta deve essere compresa. (Berlusconi ha giustificato più di una volta gli evasori usando gli stessi termini). Ovvero, se faccio pagare le tasse a idraulici e ristoratori essi devono aumentare i prezzi, a danno dei cittadini onesti, aggiungo io. Il ragionamento non funziona, o funziona solo nell'immediato. E' vero che esiste nell'immediato una coincidenza di interesse tra il cittadino (che preferisce risparmiare subito l' IVA non chiedendo la fattura) e il commerciante/artigiano/professionista (che non emette fattura così risparmia IVA e IRE) ma proprio incoraggiando questi atteggiamenti illegali, il cittadino/contribuente finirà  con il pagare più tasse nella stessa misura in cui sono state evase, perchè sarà  egli stesso a incoraggiare l'aumento dell'evasione. Questo è un fatto di cultura civica e di legalità  , e articoli come quelli del Prof. Ricolfi non incoraggiano affatto, nà© l'una nà© l'altra. Anche perchè la “comprensione” e la tolleranza verso gli evasori sono atteggiamenti illegali che violano un principio sacrosanto della nostra Costituzione, sancito all'art. 53, secondo il quale “tutti devono pagare le tasse secondo la loro capacità  contributiva”.

 Il secondo tipo di evasione fiscale richiamato dal Prof. Ricolfi lo definerei come segue “tengo famiglia”. Evado perchè devo sopravvivere e difendermi dalle fauci voraci del fisco che ingoia gran parte di ciò che guadagno. Pagherei le tasse se il prelievo fosse meno oneroso. Le aliquote sono troppo alte, non posso pagare gli operai, devo licenziarli e si perdono posti di lavoro. Rispondo come risposi molti anni fa ad uno statistico ed economista di fama internazionale come Paolo Sylos Labini, l'inventore del catasto elettrico, che ebbe poca fortuna perchè il suo uso non venne mai reso obbligatorio con legge dello Stato. “Non è vero che c'è evasione perchè le aliquote fiscali sono troppo alte, ma è vero esattamente il contrario. Ovvero l'evasione produce l'aumento delle aliquote fiscali quando esse non sono sufficienti a sostenere la spesa dello Stato”. La prova di quanto risposi allora sta nei fatti: come pubblico amministratore della mia città  ho recuperato il 14% a regime delle imposte comunali e, grazie a questo, sono riuscita a mantenere inalterate le aliquote (al minimo) di tutti i tributi locali per molti anni. Lo slogan “pagare tutti per pagare di meno” ha funzionato e si è dimostrato vincente.

 La distrazione dell'opinione pubblica, come dice il Professore, avviene con altri stratagemmi e non mettendo alla berlina gli evasori. L'opacità  dell'operato dello Stato e l'informazione drogata, anche sulle ultime due manovra economiche, non ha prodotto finora l' indignazione e la reazione necessarie a mandare a casa questo Governo, che così malamente ha gestito i nostri soldi e che sta rischiando di far saltare gli equilibri finanziari non solo di una nazione ma dell'intera Europa. Manovre che avranno in se effetti fortemente recessivi (diminuzione dei consumi delle famiglie, diminuzione delle entrate dello Stato, aumento della disoccupazione, in una spirale senza fine ) tanto da far paventare all'orizzonte una terza manovra, nel caso in cui salti l'annunciata riforma fiscale. Devo però dare ragione al Prof. Ricolfi quando sostiene che sia la destra dello schieramento politico nazionale, sia la sinistra, non hanno finora dimostrato di voler combattere l'evasione fiscale in maniera efficace. Solo Prodi nel 2008 dettò una serie di provvedimenti che avrebbero in qualche misura potuto incidere sul fenomeno, provvedimenti, inutile dirlo, tutti revocati dall'ultimo governo Berlusconi.

Il sistema per combattere l'evasione, non solo recuperando risorse di cui c'è fortemente necessità  senza infierire sui contribuenti onesti, ma anche ristabilendo condizioni di equità  attraverso una cultura dello Stato che si è persa negli ultimi anni, esiste. Gli strumenti ci sono tutti, basta volerlo fare veramente. Basterebbe creare una volta per tutte quel “contrasto di interessi” attraverso la deducibilità  dalla base imponibile dell'importo dei beni e dei servizi acquistati con fattura o con documento fiscale del venditore. A cominciare da quelle categorie a forte rischio di evasione che tutti conosciamo, abolendo studi di settore (talvolta anche vessatori) e facendo emergere la vera capacità  contributiva di ciascuno, come vuole la Costituzione.


Anna Paschero
 Socio Fondatore ARDEP Piemonte (Associazione per la Riduzione del Debito Pubblico)
 Portavoce per il Piemonte dell'Associazione Articolo 53 di Firenze.

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