LA CRONACA DI "SUNTZU" DAL FORUM FICIESSE: SI E' VOLATO PIU' IN ALTO CHE A L'AQUILA E NOI FINANZIERI POSSIAMO DAVVERO ECCELLERE IN EFFICIENZA E TRASPARENZA SE CI SENTIREMO TUTTI PERSONALMENTE COINVOLTI

sabato 29 ottobre 2011



Pubblichiamo il messaggio pubblicato sul forum di questo sito col quale l'utente SUN TZU72, socio di FICIESSE, racconta nel dettaglio l'adunanza alla quale ha partecipato.


Messaggio scritto da: SUN TZU72, venerdì 28 ottobre 2011 20:53:23

Socio ficiesse
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21/11/2009

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Re: Di ritorno da Castelporziano - sensazioni

Sono le 18,30 circa del giorno 26 di ottobre 2011, scende le scale dell’auditorium dell’Accademia di Castelporziano il Presidente del Cocer GdF, con in mano il documento finale della riunione plenaria.
Nella sala percepisco una certa tensione, che si scioglie mentre il documento finale viene letto e cominciano i primi applausi di condivisione del testo, che fin dal principio lascia intendere che il compromesso è stato raggiunto, non si spaccherà , stasera, la Rappresentanza GdF!!!!!
La fine della lettura viene accolta con sonori applausi rivolti al Presidente, il suo comportamento inappuntabile in ogni momento della manifestazione; la standing ovation finale viene attivata proprio da quel delegato che nel corso del suo intervento della mattinata ha manifestato l’intenzione di costituire una sigla sindacale, a sancire che nel confronto deve essere sempre garantito il rispetto delle altrui opinioni; ognuno, a suo modo, cerca di costruire e migliorare, non di distruggere l’Amministrazione.
In questo momento risalta una dote di questo Cocer che, seppur tra due proroghe antidemocratiche e le tante ombre (che in varie occasioni personalmente ho evidenziato, anche su questo Forum) e poche luci di questo mandato, è riuscito ad unire e non a dividere le varie posizioni in campo, giungendo ad un altro documento unitario (dopo quello dell’Aquila) che potrà  essere utilizzato come merce altamente spendibile, se ben veicolato, con gli Stati Maggiori del Corpo ancor prima che sulla politica.
E’ da qui che voglio partire per raccontarvi questa 2 giorni all’Infernetto, tra dati di fatto e opinioni personali, sulle quali sono sempre aperto al confronto.
Arrivo nella serata di lunedì, non sono un romano e ho dovuto affrontare un viaggio in macchina e il famigerato raccordo anulare delle ore di punta; conosco già  la struttura, ma non mi aspetto di certo di finire a dormire al IV piano di uno stabile fatiscente (quello alle spalle del corpo di guardia per intenderci), dove, e non sono il solo ad accorgersene, nelle camere non funziona lo scarico del water e mi devo attrezzare con un secchio, giusto per dirne una!!! Ripenso a chi, in questo forum, ha dato del privilegiato ai delegati che partecipavano a questa riunione, ma nà© questo nà© le difficoltà  logistiche possono distogliermi dal partecipare.
Decido di non cenare in caserma (cosa che regolarmente farò nei giorni successivi, ma la mensa non riserva belle sorprese) e vado a mangiare una pizza, optando ovviamente per quella organizzata da Ficiesse. L’ambiente è quello amichevole delle occasioni in cui si incontra gente con la quale condividi idee e opinioni, dove il confronto avviene nel pieno rispetto dell’altro secondo antichi e ormai perduti, in altri ambienti, metodi democratici; alla fine tutti in branda.
La mattina successiva mi ritrovo insieme agli altri delegati nell’auditorium dell’Accademia; è prevista la partecipazione di tre autorevoli ospiti, dopo il saluto del presidente Cocer e il suo primo invito all’unità , ascolto con attenzione il Dott. Gallozzi (o mister contratto, l’unico di cui ricordo il nome), del Dipartimento della Funzione Pubblica, quel famoso Palazzo Vidoni nelle cui segrete stanze una volta si facevano i contratti di lavoro (chissà  in futuro, sigh!!!): puntuale e preciso il suo intervento, secondo un percorso logico che ci arriva a far comprendere che, seppur tra mille peripezie, si è riusciti a far acquisire ai Cocer delle FF.AA. e FF.PP. quel ruolo negoziale (concertazione) che era ritenuto impensabile fino a qualche anno fa; siamo specifici - afferma il Dott. Gallozzi - è riconosciuto sostiene, ma non può evitare la veemente affermazione del Presidente Cocer: “alla specificità  delle parole deve seguire una specificità  nei fatti!!!”
Inevitabile questa reazione, aggiungerei, la specificità  l’abbiamo definitivamente persa con la riforma Dini, oggi è intollerabile una contrazione dei diritti del personale militare a cui non corrisponde in alcun modo una compensazione di carattere economico e previdenziale!!!
Interviene una professoressa di cui non ricordo (e me ne scuso con i lettori) il nome, nota per la sua preparazione giuridica in materia di lavoro: nel suo argomentare giunge alla conclusione che per il Corpo debba essere prevista una rappresentanza di tipo interno, visto il “fallimento” del modello sindacale: ci arriva, secondo me che a confronto sono ignorante, in modo frettoloso, non considerando alcuni elementi di rilievo nelle sue valutazioni: il modello sindacale soffre nei momenti di scarsa occupazione, e quello è ovvio, ma non va sottovalutato in alcun modo che al sindacato (che per colpa non del modello ma dei singoli sta rischiando di perdere il proprio posto di legittima parte sociale nella società ), si sono sostituite figure differenti, in particolare in alcune aree del Paese, basti pensare che nelle fabbriche è entrata da alcuni anni, al Nord, la Lega, supplendo a quel sindacato che non si cura di tutelare adeguatamente i lavoratori: non è un caso che la Lega Nord, proprio nelle aree industriali del Paese, in questo momento di cattiva politica, stia perdendo i maggiori consensi della base.
Interessante l’intervento di un membro dell’Associazione Nazionale Magistrati, che funge da “sindacato” del 99% dei magistrati: spiega il funzionamento dell’organo, ne evidenzia alcune criticità , ma quello che risulta evidente ai miei occhi è che non è certo esercitata appieno la democrazia (pluralismo) con un unico organo corporativo.
Nel pomeriggio, iniziano i lavori, arriva il Comandante Generale: Il Presidente Cocer autorevolmente effettua l’indirizzo di saluto al C1 (testi completi di entrambi disponibili in home page); della Massima Autorità  del Corpo mi colpiscono queste parole:
"""
Credo che oggi decidere richieda più che mai equilibrio, concretezza, senso dello Stato e professionalità , avendo ben presente:
- il rispetto della legalità ; le decisioni devono muoversi all’interno delle regole date dall’ordinamento giuridico, nell’alveo di una giusta ed equilibrata applicazione del diritto;
- la responsabilità , che deve essere sempre assunta in prima persona ed avulsa da ogni tipo di condizionamento;
- la fattibilità  dei contenuti, per non far cadere nel nulla le scelte da operare. """
Se aggiungiamo queste affermazioni al fatto che il Comandante Generale abbia presentato il nuovo Capo di Stato Maggiore del Corpo, che lo accompagnava, e se alle parole devono seguire sempre i fatti, in particolare per uomini che ancora credono nell’onore che deriva dall’essere militare, bisogna attendersi a breve, anche per gli appartenenti al Corpo, una giusta ed equilibrata applicazione del diritto, dal primo all’ultimo finanziere.E’ il turno di dare la voce agli incaricati dei vari consigli di base nazionali: a fattor comune, emerge chiaramente ed in modo maggioritario l’esigenza di non abbandonare il solco tracciato all’Aquila, bisogna solo indicare dove poter posizionare la fatidica “asticella”.
Le posizioni sembrano divergere sul piano sostanziale, anche in ragione della provenienza geografica, il blocco meridionale sponsorizza, pur adeguatamente emendato, il disegno di legge Raisi sulla riforma della Rappresentanza Militare, Centro e Nord si posizionano nettamente sul rifiuto di ulteriori proroghe del mandato, ovviamente antidemocratiche, e sulla necessità  di soluzioni anche drastiche per riformare un sistema di rappresentanza (non certo con il Ramponi –Galioto), rivelatosi sempre più inefficace ed incapace di tutelare in modo concreto gli interessi dei colleghi.
Quelle nelle quali maggiormente mi ritrovo, per ovvie ragioni di carattere ideologico, sono quelle del Cobar Piemonte e del Veneto (in home page), per molti versi anche il richiamo all’unità  del Cobar Lombardia trova una sensibile condivisione, ma chi riesce ad emozionarmi veramente nella giornata è il Cobar Molise, il cui intervento sono felice di ritrovarlo all’interno del forum. Sveglia la platea il navigato delegato Cobar (ex cocerista) Trentino (un poco di “ammuina” serve..), che con le sue consuete parole sferzanti provoca la sveglia di qualche “dormiente”. Taccalozzi parla per il Cobar d’appartenenza: che dire, le sue opinioni in materia sono note a tutti, e già  da tempo hanno trovato la mia piena condivisione.
Tocca aspettare l’indomani per vedere gli interventi personali dei singoli delegati.
E sono davvero in tanti a parlare, difficile per me ricordarli tutti ed elencare in maniera dettagliata tutti gli interventi (forse ci riuscirà  la redazione del sito), ma non posso non evidenziare (sia chiaro che il tutto è filtrato dalla mia opinione) la compostezza di Sansoni (può fare molta più paura la richiesta di smilitarizzazione che un sindacato), Colangelo (la passione che mette nelle sue parole è autentica, bell’intervento, anche se nel tempo non ho condiviso alcune sue posizioni), Insinna, Dichio (per il cobarista di campagna poche parole bastano, vengono dal cuore), Taccalozzi, Leotta (ci prova, sostiene il ddl Raisi emendato dai “suoi” Cobar, ma il vero peso politico di questo documento era già  stato ridimensionato, se non sbaglio, nell’intervento di Sansoni), Dori (un motore ben rodato…), Tisci (perchà© è proprio vero, Daniele, che non bisogna chiedere in ginocchio quello che si deve chiedere in piedi), Taverna (Eliseo, l’esperienza insegna che la professionalità  acquisita durante i mandati, con questo sistema di regole, non sempre ha prodotto buoni risultati), il buon Trinx che cerca di far sorgere l’esigenza con divisibilissima di una protesta concreta (però fuori tempo massimo come la riunione, Salvatò), il “politico romantico” e questa volta ribelle Solinas che decide di annunciare l’apertura di un sindacato (…), Roda + altri che con la loro proposta di portarsi fuori dal Cocer interforze lasciano intendere non vi sia altra strada se non la smilitarizzazione sul modello di altri corpi militari, e via dicendo.
Nota a margine per le donne della Rappresentanza Militare: ne vedo solo due, un capitano ed un ispettore che decide di fare un intervento, a lei va il mio apprezzamento per il coraggio dimostrato, non è facile in un ambiente come il nostro ed in un’occasione come questa intervenire, ma partendo da un punto di forza nel corso del suo intervento ha evidenziato posizioni di debolezza, se mai gli si ripresenterà  l’occasione, mi auguro che la collega faccia tesoro dell’esperienza, aumentando allo stesso tempo la propria preparazione in materia, che nell’occasione non ha evidenziato.
Questo, in modo molto sommario, quello che avviene sul palco, ma quello che attira la mia attenzione è il costante lavoro nei corridoi per cercare di ricucire strappi e arrivare ad un documento che possa essere condiviso da tutta l’assemblea, lavoro questo che va avanti per tutta la giornata di mercoledì e che sortisce, alla fine, gli effetti sperati: è da riconoscere l’encomiabile attività  di mediazione svolta dal vicepresidente Cocer, incessante, efficace e concreta, come il forte senso di responsabilità  dimostrato da molti, e di questi tempi non è facile.
Che dire, secondo me “l’asticella” rispetto all’Aquila l’abbiamo alzata, pur con numeri minori di quella sede, si è raggiunto un compromesso che, nella peggiore delle ipotesi, dovrebbe quantomeno servire a dare un preciso percorso al prossimo mandato.
In questa direzione toccherà  muoversi, anche per gli Stati Maggiori ormai è di tutta evidenza, perchà© non possiamo nascondere che è in preparazione un processo riformatore in tutti i settori della società  civile che, pur stentando ad emergere, a breve produrrà  i suoi effetti positivi sulla popolazione; la GdF, in virtù del forte grado di specializzazione raggiunto e della propria storia , dovrà  tendere a raggiungere – non solo in ambito operativo – elevati standard di efficienza e trasparenza: un altissimo potenziale ed un patrimonio professionale come il nostro non dovrà  andare perduto, ma dovranno essere superate in breve tempo tutte le criticità  attuali, compreso l’attuale sistema di tutela dei diritti del personale, elemento imprescindibile per ambire ad alti traguardi.
In ultimo, ritengo doveroso rivolgere un appello a chi non si interessa di rappresentanza: ogni appartenente all’Amministrazione non può continuare a pensare che la battaglia per la tutela dei diritti, sia singoli che collettivi, possa essere sostenuta da una forte minoranza di appartenenti, è necessario che sorga in tutti noi l’interesse per l’argomento, ancor più in questo momento storico in cui a pagare sono le nostre famiglie sul piano economico, e i nostri figli sono pronti a scendere in piazza con gli indignati; non è bello accorgersi, nei momenti in cui uno di noi ne sente la necessità , che non esiste un adeguato strumento di tutela dei propri diritti, l’argomento vi assicuro che riguarda tutti i finanzieri d’Italia, compresi gli Stati Maggiori, siatene consapevoli. Un saluto a tutti e sempre fermi al pezzo

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