FISCO: ARRESTATO DIRETTORE AGENZIA PROVINCIALE ENTRATE - FISCO: CASSAZIONE ANNULLA PROSCIOGLIMENTO DOLCE E GABBANA
giovedì 24 novembre 2011
FISCO: ARRESTATO DIRETTORE AGENZIA PROVINCIALE ENTRATE TO1
(ANSA) - TORINO, 23 NOV - C'e' anche il direttore della
direzione provinciale delle entrate di Torino 1, Ernesto Giacomo
Maggiore, 59 anni, fra le persone arrestate dalla guardia di
finanza nell'inchiesta sulle truffe immobiliari sfociata oggi in
14 ordini di custodia cautelare. Maggiore, pero', risponde di un
caso isolato di corruzione e non e' coinvolto nell'indagine
principale. Le Fiamme Gialle del nucleo di polizia tributaria
sospettano che abbia preso tangenti da un imprenditore di 73
anni, Giuseppe Secondo Boero, anche lui arrestato. I militari -
secondo le prime informazioni - hanno ricostruito, attraverso
intercettazioni ambientali, il passaggio di tre buste,
contenenti quasi certamente del denaro ceduto in cambio di
agevolazioni. (ANSA).
FISCO: CASSAZIONE ANNULLA PROSCIOGLIMENTO DOLCE E GABBANA
(ANSA) - MILANO, 23 NOV - La Corte di Cassazione ha annullato
l'ordinanza con cui il gup di Milano, lo scorso aprile, aveva
prosciolto dalle accuse gli stilisti Domenico Dolce e Stefano
Gabbana, imputati per dichiarazione infedele dei redditi e
concorso in truffa riguardo ad una presunta evasione fiscale su
un imponibile da circa un miliardo di euro. Dunque la Suprema
Corte ha annullato l'assoluzione, rinviando gli atti al gup di
Milano per una nuova decisione. Sull'assoluzione aveva fatto
ricorso il pm di Milano Laura Pedio. (ANSA).
FISCO: CASSAZIONE ANNULLA PROSCIOGLIMENTO DOLCE E GABBANA (2)
(ANSA) - MILANO, 23 NOV - Lo scorso primo aprile, il gup di
Milano Simone Luerti aveva assolto Dolce e Gabbana e altri
cinque imputati, tra cui alcuni manager del gruppo di moda,
dalle accuse ''perche' il fatto non sussiste''. Secondo il pm,
gli stilisti avrebbero creato una societa' in Lussemburgo per
non pagare le tasse in Italia sullo sfruttamento dei loro marchi
'D&G'.
''L'intera operazione si e' realizzata alla luce del sole'',
aveva scritto pero' il gup nelle motivazioni del
proscioglimento. Secondo il giudice, poi, ''le condotte
contestate integrano palesemente una delle molteplici forme che
assume l'elusione fiscale''. Il gup pero' in sostanza ha
ritenuto che cio' che e' stato documentato nell'indagine non ha
travalicato il confine del rilievo penale, perche' l'elusione
fiscale si distingue ''dall'evasione fiscale perche' non si pone
in diretta violazione di un precetto normativo''.
A maggio il pm ha fatto ricorso in Cassazione e ora, dopo
l'annullamento della sentenza da parte della Suprema Corte, un
nuovo gup dovra' esprimersi sulla vicenda. L'inchiesta penale
era nata nel 2007, a seguito di una verifica fiscale, e il pm
Pedio contestava ai due creatori di moda di aver costituito nel
2004, assieme agli altri manager,una societa' fittizia, la Gado,
alla quale sarebbero stati ceduti due marchi per 360 milioni di
euro, quando il prezzo di mercato stimato era di quasi 1,2
miliardi. Gli ''effettivi titolari dei marchi'', secondo
l'accusa, sarebbero stati Dolce e Gabbana, i quali avrebbero
percepito le ''royalities'' attraverso lo 'schermo' di altre due
societa', pagando poi una ''aliquota d'imposta del 4%'' in
Lussemburgo, invece che le tasse in Italia. Il pm contestava
un'evasione da 420 milioni di euro a testa per gli stilisti e
una da circa 200 milioni per la societa', tra il 2004 e il
2005.(ANSA).