FISCO, DIBATTITO A TORINO CON TINTI E LA DOTT.SSA ORLANDI (AGENTRATE): L'INTERESSANTE RESOCONTO (CON OSSERVAZIONI E PROPOSTE) DI ANNA PASCHERO DELL'ASSOCIAZIONE ARDEP

sabato 26 novembre 2011

Di seguito, una interessante comunicazione di Anna Paschero, dirigente dell’Ardep, Associazione per la riduzione del debito pubblico, è un'associazione di volontariato, fondata all'indomani della crisi finanziaria scoppiata nel 1992.

 

Le sottolineature sono della redazione del nostro sito.

 

 

 

Carissimi, ho partecipato con Marzio Catarzi in rappresentanza dell'ARDEP Piemonte e dell'Associazione Articolo 53 all'incontro dibattito svoltosi ieri 24 novembre al centro di quartiere di Torino Cascina Marchesa. 

 

Apprezzamenti per l'ex magistrato Bruno Tinti e per la relatrice Dr.ssa Rossella Orlandi responsabile Agenzia Entrate del Piemonte. Quest'ultima  ha illustrato con chiarezza le caratteristiche dell'evasione in Italia ma soprattutto della nostra Regione. Pochi dati ma particolarmente significativi, che hanno fatto emergere l'inadeguatezza dell'attuale sistema (da cestinare completamente secondo Bruno Tinti)  nonostante l'accresciuta efficienza dell'Agenzia negli ultimi anni, grazie anche a nuovi sistemi elettronici di controllo e di "intelligence".

 

Il problema sta nei controlli che sono fermi al 10/12 per cento delle dichiarazioni (la cosiddetta autocertificazione dei redditi secondo quanto dispone la DPR 600/73). Questo significa che nel 90% dei casi l'evasore può farla franca. In più risulterebbe che dal 1973 ad oggi è stato fatto un condono ogni tre anni e otto mesi: questo fatto induce a considerare che l'evasore può ulteriormente stare tranquillo perchà© in caso di accertamento pagherebbe le imposte evase solo per gli ultimi 3/4 anni e non per tutti gli anni evasi. E per chi non dichiara nulla? Nessun controllo, ma solo attività  di intelligence e di  intercettazioni telefoniche.

 

Si è affermato che occorre una  rivoluzione culturale. Anche noi dell'ARDEP ne siamo convinti e  la pratichiamo con convinzione, però da sola non basta. Il popolo italiano è stato purtroppo educato, negli anni del berlusconismo, in senso contrario. Ovvero, è legittimo, ha affermato Berlusconi, non pagare le tasse quando sono troppo alte: questo è stato un cattivo insegnamento per  il paese e per la moralità  dei cittadini.

 

Servono invece misure più drastiche, come quelle illustrate da Bruno Tinti. In particolare quella della deducibilità  dal reddito di tutte le spese per i bisogni  "primari", esattamente come disciplina l'art. 53 della nostra Costituzione. Sono stati letti passi dell'Assemblea Costituente, in particolare i verbali del 23 maggio 1947, che riportano le dichiarazioni dei padri costituenti On.li Scoca e Ruini.  Illuminanti, per quanto riguarda la corretta interpretazione del principio della capacità  contributiva, che non è solo data dai redditi percepiti e dai beni posseduti, ma anche dai consumi necessari a  garantire a se e alla propria famiglia un dignitoso livello di vita.   

 

Nella nostra attività  di studio dovremmo, secondo il mio modesto parere, soffermarci sul concetto di bisogni primari e provare a farne una elencazione. Qualche obiezione da parte della relatrice è emersa sul fatto che i bisogni primari dei ricchi sono maggiori di quelli dei poveri e che se si consente la detrazione di queste spese i ricchi ci guadagnano. Non è emerso con molta chiarezza il fatto che la deducibilità  di tali spese deve essere certificata nella sua quantificazione e nei destinatari, che a loro volta saranno tassati per questi introiti senza più poter sfuggire ai loro doveri fiscali.

 

Personalmente sono dell'avviso, cosa che ho già  espresso in altre occasioni, che occorre inserire tra le spese necessarie alla soddisfazione dei bisogni primari, tutte quelle che derivano da prestazioni di lavoro soggette all'IVA, perchà© è proprio in questo ambito (è stato riconosciuto anche dall'Agenzia delle Entrate) che si riscontrano sacche di  maggior evasione. Sia in forma legalizzata (per effetto degli studi di settore) sia in forma illegale ma  anche criminale.

 

Possiamo quindi affermare che le spese per il medico, per la salute, per il dentista, per il commercialista, per l'avvocato, per il notaio, per l'ordinaria manutenzione della propria abitazione (idraulico, imbianchino, etc.) possono essere portate in deduzione dal reddito personale. Ma su questo ci ritorneremo.

 

Altro aspetto  emerso dal dibattito degli esperti è la difficoltà  di incassare quanto accertato. Per tale ragione non vengono pubblicati sul sito dell'Agenzia delle Entrate i dati sugli accertamenti ma solo quelli sul riscosso, che non supera mediamente il 10/12 per cento degli accertamenti.

 

A questo proposito bisognerebbe ripristinare la legge del governo Prodi che prevedeva che in caso di accertamento venissero subito congelati i beni dell'evasore, affinchà© non potesse nel periodo dello svolgimento del contenzioso tributario, venderli o fittiziamente disfarsene. Un altro aspetto di cui si è trattato è stato quello relativo alle  detrazioni (del 36 per cento)  che riguardano le spese per il risparmio energetico. E' risultato che parte delle aziende che hanno incassato questi proventi non risultano più attive (dopo i cinque anni necessari per la verifica delle denunce) e come tali nullatenenti. Anche in questo caso sarebbe necessario attivare un sistema che consenta di effettuare questi controlli in tempo cosiddetto "reale", per accertare in tempo utile eventuali evasioni e congelare i beni prima che questi se ne disfino.  

 

Una cosa  affermata con assoluta chiarezza dai relatori è stato il fatto che in Italia non c'è mai stato nessun evasore in carcere e che le leggi attuali non consentono le manette agli evasori nà© per dichiarazione infedele nà© per frode fiscale. Molti dei presenti sono stati dell'avviso di introdurre norme in questo senso, come già  vigenti  negli Stati Uniti dove il carcere di Pasadina (Los Angeles) è uno di quelli  specializzati per questi detenuti, ritenuti gravemente colpevoli di  aver mentito alla nazione.

 

Deludente l'intervento (forse anche a cagione dei tempi ristretti) del Docente di diritto tributario dell'Università  di Torino Prof. Marcheselli, nonostante l'invito a illustrare l'art. 53 della Costituzione. Gli ho consegnato il progetto di riforma fiscale in senso costituzionale dell'Associazione Art. 53,  invitandolo a visitare il sito e a fare le sue osservazioni.  Stamani invierò alla Dr.ssa Rossella Orlandi lo stesso documento e lo stesso invito.

 

Purtroppo il tempo a disposizione totalmente consumato dai relatori non ha lasciato spazio per domande da parte dei numerosi intervenuti. Segnalo la possibilità  di intervenire sul sito Giustizia e Libertà .

 

Grazie per l'attenzione di tutti, ma il resoconto era doveroso in quanto la mia presenza e quella di Marzio Catarzi era qualificata come appartenenti  (e portavoce) delle  Associazioni ARDEP e Articolo 53.

 

 ANNA PASCHERO

 

 


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