P4: DIFESA ALFONSO PAPA CITA TESTI, ANCHE GIUDICI E POLITICI - MILANESE: VA AVANTI INDAGINE CSM, CONVOCATO CAPALDO - BPM: PM ALLA CAMERA, COMPUTER NON ERA DI LABOCCETTA

mercoledì 30 novembre 2011

P4: DIFESA ALFONSO PAPA CITA TESTI, ANCHE GIUDICI E POLITICI
(ANSA) - NAPOLI, 29 NOV - E' stata dedicata in buona parte
all'indicazione dei testimoni da parte della difesa l'udienza di
oggi del processo al parlamentare Alfonso Papa, coinvolto
nell'inchiesta P4. Nutrita la lista presentata dagli avvocati
Giuseppe D'Alise e Carlo Di Casola, che include molti politici e
magistrati. Per la fuga di notizie relativa all'inchiesta della
Procura di Nola su Stefania Tucci (all'epoca compagna di Luigi
Bisignani) e Alessandro Bondanini, per esempio, la difesa di
Papa - che ha scolto attivita' di pubblico ministero a Napoli -
ha chiesto di sentire Ida Teresi, all'epoca pm a Nola, l'ex
procuratore generale di Napoli Vincenzo Galgano, Francesco
Greco, oggi procuratore aggiunto a Napoli e all'epoca aggiunto a
Nola, Cristina Ribera, pm della Dda che e' stata compagna del
maresciallo Enrico La Monica, coimputato di Papa e ancora
latitante.
Tra i magistrati figurano poi l'ex procuratore Agostino
Cordova, il capo degli ispettori Arcibaldo Miller, l'ex
presidente della Corte d'appello di Salerno Umberto Marconi.
Della lista testi fanno parte poi Gianni Letta, Nicola
Cosentino, Denis Verdini, Mara Carfagna, Fulvio Martusciello,
che dovrebbero riferire sulla candidatura di Papa, la formazione
delle liste e la campagna elettorale.
Stefano Caldoro, presidente della giunta regionale campana,
e' citato per riferire su tempi, modi e ragioni del passaggio nel
proprio staff di Maria Elena Valanzano, ex collaboratrice di
Alfonso Papa nonche' prima dei non eletti alle politiche del
2008. Molti testi sono poi inseriti nella lista per analizzare i
rapporti tra Papa e Alfonso Gallo, uno degli imprenditori che
accusa il parlamentare e che si e' costituito parte civile: tra
loro il deputato Renzo Lusetti, il quale avrebbe messo in
contatto i due, il generale della Guardia di Finanza Emilio
Spaziante, Lorenzo Borgogni, ex responsabile delle comunicazioni
esterne di Finmeccanica, il parlamentare Marco Milanese.
Sui testi il collegio si e' riservato di decidere il prossimo
27 dicembre. Nel corso dell'udienza di oggi, che si e' protratta
fino a sera, e' anche stato nuovamente affrontato il problema
delle intercettazioni.(ANSA).

MILANESE: VA AVANTI INDAGINE CSM, CONVOCATO CAPALDO
SARA' ASCOLTATO IL 15 DICEMBRE
(ANSA) - ROMA, 29 NOV - La Prima Commissione del Csm ha
convocato per il 15 dicembre prossimo il pm di Roma Giancarlo
Capaldo, a cui e' affidata la guida della procura della capitale
come ''reggente'' a seguito della nomina a sottosegretario del
procuratore Giovanni Ferrara. Sul magistrato pende un fascicolo
per la sua partecipazione al pranzo con l'ex ministro
dell'Economia Giulio Tremonti e con il deputato del Pdl Marco
Milanese,all'epoca indagato dalla procura di Napoli e in seguito
messo sotto inchiesta anche nella capitale. (ANSA).


MILANESE: VA AVANTI INDAGINE CSM, CONVOCATO CAPALDO (2)
(ANSA) - ROMA, 29 NOV - In quel pranzo,avvenuto a casa
dell'avvocato Luigi Fischetti, non ci fu nulla di illecito, ha
sostenuto Capaldo nella lettera con la quale il 3 agosto scorso
ha rimesso la delega dell'inchiesta Enav: non si parlo' di
vicende giudiziarie e lui ignorava che ci sarebbe stato anche
Milanese, che peraltro solo il mese dopo venne indagato dalla
procura di Roma; cosi' come non sapeva che Testa qualche giorno
prima avesse parlato del deputato del Pdl a proposito della
vendita di una barca poi acquistata in leasing da un altro
imprenditore, perche' a quell'interrogatorio, il cui inizio era
slittato per un ritardo del collega Paolo Ielo, lui non
partecipo'; come testimonierebbe l'assenza della sua firma
in calce al verbale.
Una circostanza che ieri sarebbe stata confermata alla Prima
Commissione da Ielo, che e' stato ascoltato insieme al
procuratore aggiunto di Roma Antonio Caperna, che coordina il
pool dei reati contro la pubblica amministrazione. Si e'
chiarito anche perche' Capaldo avesse continuato a occuparsi
della indagine sulla Digint, la societa' partecipata al 49
percento da Finmeccanica entrata nel mirino dell'imprenditore
Gennaro Mokbel nel 2007, nonostante non fosse un componente del
pool sui reati contro la pubblica amministrazione e che questa
circostanza avesse provocato tensioni con i colleghi. Ferrara
decise di non toglierla, alla luce di un'intercettazione del
luglio 2010 in cui l'allora presidente dell'Enav Martini
informava l'allora capo della Relazioni esterne di Finmeccanica
Borgoni che a Capaldo sarebbe arrivata una bastonata sui denti
da parte della Guardia di Finanza per costringerlo a rinunciare
alla delega al processo. Per evitare che le due vicende
venissero messe in connessione, preferi' coassegnare l'inchiesta
a tutto il pool, lasciando Capaldo tra i titolari.(ANSA).

BPM: PM ALLA CAMERA, COMPUTER NON ERA DI LABOCCETTA
MA DI CORALLO, L'IMPRENDITORE PERQUISITO
(ANSA) - ROMA, 29 NOV - ''E' fondato ritenere'' che il pc che
il deputato del Pdl Amedeo Laboccetta ha portato via durante una
perquisizione a Francesco Corallo, titolare della societa'
Atlantis, nell'ambito dell'inchiesta della procura di Milano su
un presunto finanziamento irregolare da parte di Bpm,
''appartenga alla persona che aveva la disponibilita'
dell'immobile, ovvero lo stesso Corallo''. E' quanto si legge
nella richiesta dei pm ad eseguire il sequestro del personal
computer, giunta alla Camera.



BPM: PM ALLA CAMERA, COMPUTER NON ERA DI LABOCCETTA (2)
(ANSA) - ROMA, 29 NOV - I pm Roberto Pellicano e Mauro
Clerici ricordano che il computer si trovava nei locali in
disponibilita' di Corallo, in Piazza di Spagna, a Roma, oggetto
della perquisizione dello scorso 10 novembre, e che e' stato
''sottratto alla legittima apprensione'' della Guardia di
finanza, essendo verosimilmente proprio di Corallo: infatti il
pc, collegato alla rete elettrica, si trovava nell'abitazione
''prima dell'arrivo dell'on. Laboccetta''.
''La rivendicazione dell'on. Laboccetta circa la proprieta'
dell'apparecchio - si legge nella richiesta di autorizzazione ad
eseguire il sequestro - e' allo stato sfornita di ogni
dimostrazione; inoltre le stesse affermazioni in merito di
Corallo e dell'on. Laboccetta risultano essere state
contraddittorie e solo a posteriori ricondotte ad un'apparente
coerenza''. Il riferimento e' a quanto affermato 'a caldo' da
Corallo, che ai finanzieri ha detto che il pc apparteneva ad una
sudamericana presente nell'abitazione; circostanza che la Gdf ha
contestato a Laboccetta, quando questi, giunto successivamente,
ha affermato che il pc era il suo. La replica del parlamentare
e' stata che la sudamericana ''era sua collaboratrice e quindi
il computer era da considerarsi nella sua (dell'on. Laboccetta)
disponibilita'''.
Secondo gli inquirenti, ''vi e' dunque fondato motivo di
ritenere che dati e informazioni relativi ai rapporti di
affari'' oggetto della perquisizione (l'inchiesta e' incentrata
su un finanziamento irregolare da 148 milioni di euro che
Atlantis avrebbe ricevuto da Bpm) ''possano trovarsi nella
memoria del personal computer sottratto''. Di cui, dunque, viene
chiesta alla Camera l'autorizzazione al sequestro. (ANSA).


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