MANOVRA PESANTE DA 24 MLD. LIBERALIZZAZIONI,TEMUTE DA 18MILA FARMACIE - FISCO: 82% IRPEF ARRIVA DA DIPENDENTI E PENSIONATI
domenica 04 dicembre 2011
MANOVRA PESANTE DA 24 MLD, SI TRATTA SU IRPEF
I PARTITI A MONTI, TUTELARE LE FAMIGLIE
(di Giovanni Innamorati)
(ANSA) - ROMA, 3 DIC - Spaventano tutti le cifre e le misure
della manovra che il governo Monti si accinge a varare, forse
gia' domenica pomeriggio, e che ammonta a 24 miliardi; il punto
che ha suscitato piu' perplessita' negli esponenti del Terzo
Polo, del Pdl e del Pd che hanno incontrato Monti, e' l'aumento
delle due ultime aliquote irpef, quella del 41 e quella del 43%,
che andrebbe a colpire le fasce medio e medio-alte (dai 55 mila
euro in su). I rappresentanti dei partiti hanno chiesto al
premier di tutelare le famiglie da un'eventuale stretta, che
oltre tutto avrebbe un impatto negativo sul pil.
L'entita' della manovra, riferiscono le fonti dei partiti che
hanno incontrato Mario Monti, ammonta a 24 miliardi, cifra che
copre la delega fiscale varata da Tremonti, che prevedeva tagli
lineari del 20% a tutte le detrazioni, comprese quelle per le
famiglie, per complessivi quattro miliardi. Il decreto dunque
salvaguardera' queste ultime, sforbiciando in modo piu' incisivo
altre detrazioni. Ma la nota dolente, per Terzo Polo, Pdl e Pd,
rimane la diminuzione del potere di acquisto delle famiglie a
causa dell'aumento delle due ultime aliquote irpef. Si tratta
della fascia media i cui consumi sono piu' orientati ai prodotti
''made in Italy'', mentre le fasce basse comprano gia' il ''low
cost'' made in China. Quindi ci sarebbe negativo proprio sulle
aziende italiane. Al Tesoro si studiano per compensare questo
maggiori detrazioni per le famiglie con piu' figli, ma in serata
io capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, ha reso noto
che e' aperta la trattativa almeno sul mantenimento
dell'aliquota del 41%, e comunque su tutto il pacchetto Irpef.
Per il Pd poi il capitolo irpef andrebbe escluso, e comunque
esso non dovrebbe escludere la patrimoniale e una vera lotta
all'evasione, a cominciare da una soglia di tracciabilita' il
piu' bassa possibile.
Certo il timore di una manovra recessiva, come l'ha definita
il leader della Uil, Luigi Angeletti, c'e'. Ma il mancato
aumento dell'iva dal 21 al 23% dovrebbe attenuare il calo dei
consumi. Al converso sui portafogli peserebbe il ritorno
dell'ici (ma con le fasce deboli esentate), la rivalutazione del
15% delle rendite catastali e il ritorno del ticket su alcuni
ricoveri; il taglio di 2,5 miliardi del fondo sanitario
nazionale avra' invece un'incidenza che dipendera' da regione a
regione.
Di forte impatto il capitolo previdenza, con l'addio alla
cosiddetta ''finestra mobile''. Prende corpo l'ipotesi di
aumentare a 42 gli anni di contributi per le pensioni di
anzianita', mentre e' certo il blocco degli adeguamenti delle
pensioni all'inflazione (se ne ricavano 5-6 miliardi). Su di due
punti l'aliquota per i contributi degli autonomi, e
accelerazione del meccanismo che porta a 65 anni l'eta' di
pensionamento per le donne: si parte dal 2012 per arrivare a
regime nel 2018.
Monti, d'altro canto ha sottolineato ai suoi interlocutori
che le liberalizzazioni porteranno all'abbassamento dei costi di
molti servizi, come la benzina, con benefici per famiglie e
imprese. Va detto che il Pdl ha chiesto di attenuare alcune
liberalizzazioni che riguardano i professionisti.
E per quanto riguarda le imprese il premier ha insistito che
alcune misure le aiuteranno ad affrontare certe debolezze
strutturali con un positivo riverbero per la crescita': come gli
incentivi per la ricapitalizzazione (con una nuova versione
della dit, la dual income tax con un doppio livello in positivo
per le imprese che investono su se stesse) e quelli per la
ricerca.(ANSA).
MANOVRA:LIBERALIZZAZIONI,TEMUTE DA 18MILA FARMACIE
RACCA (FEDERFARMA), COSI' CI UCCIDONO, CHIEDO INCONTRO A MONTI
(ANSA) - ROMA, 3 DIC - Un business da oltre 3 miliardi di
euro l'anno. A tanto ammonta il giro d'affari dei cosiddetti
farmaci di fascia C, ovvero i medicinali acquistabili con
ricetta medica ma non rimborsati dal Ssn, che in queste ore
tiene in forte apprensione i titolari delle 18mila farmacie
sparse lungo il territorio, preoccupati di perdere un importante
quota di mercato a danno delle parafarmacie e della grande
distribuzione.
''Questa non e' una misura per la crescita, ma un
provvedimento per uccidere le farmacie'', commenta amareggiata
la presidente di Federfarma, Anna Rosa Racca, che chiede a gran
voce ''un incontro con il Premier Monti''.
La bozza della Manovra che dovrebbe essere portata in
Consiglio dei ministri, infatti, prevede proprio la
liberalizzazione dei farmaci di fascia C, la cui vendita ''sara'
possibile nell'ambito di un apposito reparto delimitato,
rispetto all'area commerciale, da strutturare in grado di
garantire l'inaccessibilita' dei farmaci da parte del pubblico e
del personale non addetto, negli orari sia di apertura che di
chiusura al pubblico''.
Al momento nulla e' ancora certo (ad esempio si parla di
lasciare in farmacia i farmaci di fascia C considerati
'dopanti'), ma l'agitazione della categoria e' palpabile. Non a
caso Federfarma ha chiesto un incontro con il Governo,
ricordando che in nessun Paese i farmaci con ricetta medica
vengono distribuiti in esercizi meramente commerciali. E il suo
presidente ha avvertito che la vendita dei medicinali di fascia
C fuori dalle farmacie avrebbe ''il solo effetto di creare gravi
difficolta' economiche ai nostri esercizi e di ridurre il
livello di sicurezza e di tutela della salute''.
In caso il Governo dovesse spingere sulle liberalizzazioni a
rischiare maggiormente, anche la chiusura, sarebbero in
particolare le farmacie rurali, che potrebbero non reggere il
peso della concorrenza di competitor piu' grandi. ''Ma sarebbe
tutto il sistema a rischiare il collasso'', ci tiene a
specificare Racca.
Eppure, c'e' chi bolla come ''inverosimile'' la reazione
dei titolari di farmacie. Come Massimo Brunetti segretario
nazionale Anpi, l'associazione delle parafarmacie italiane,
secondo il quale il provvedimento ipotizzato dal Governo Monti
nel giro di pochi mesi favorirebbe l'apertura di ulteriori 3.500
esercizi, garantendo oltre 8.000 nuovi posti di lavoro,
investimenti immediati di oltre 600 milioni di euro e risparmi
per i cittadini di oltre 200 milioni di euro l'anno.
Diverso invece il discorso sulla revisione della pianta
organica delle farmacie, previsto sempre dalla manovra. In
questo caso la scelta di abbassare il quorum abitante/per
farmacia a 4 mila uniformandolo su tutto il territorio (oggi nei
comuni con meno di 12.500 abitanti il quorum e' a 5 mila) cosi'
da permettere l'apertura di nuovi esercizi, non troverebbe
particolari ostacoli ne' da parte di Federfarma ne' da parte
dell'Ordine dei Farmacisti. (ANSA).
MANOVRA:SANITA';TICKET E TAGLI,LE MISURE SU TAVOLO
(ANSA) - ROMA, 2 DIC - Tagli alla farmaceutica ospedaliera e
territoriale, inserimento di un tetto di spesa per i dispositivi
medici e tagli alla spesa del personale. Sono solo alcuni dei
provvedimenti in materia di sanita' che scatterebbero sin dal
prossimo mese se venisse confermata l'ipotesi, presente nella
prima bozza della Manovra economica del Governo Monti, di
anticipare di un anno le misure previste dalla manovra estiva
del precedente Governo per il 2013, che prevedono il
contenimento della spesa per 2,5 miliardi e di quelle previste
per il 2014 al 2013, per ulteriori 5,450 miliardi di euro. A
fare il punto della situazione e' Quotidiano Sanita', che ha
stilato una serie di misure, ancora allo studio del Governo, che
potrebbero essere in vigore da gennaio 2012.
I tagli alla farmaceutica ospedaliera e territoriale, ad
esempio, dovrebbero portare a 1 miliardo di risparmi nel primo
anno e di 1,090 miliardi nel secondo, mentre l'inserimento di un
tetto di spesa per i dispositivi medici produrrebbe risparmi
stimati in 750 milioni il primo anno e 817,5 il secondo. Inoltre
i tagli alla spesa per il personale riferiti alle economie di
settore porterebbero risparmi per un totale di 163,5 milioni.
Questione a parte, invece, per quanto riguarda i ticket
sanitari. Se i ticket dovessero essere anticipati e scattare dal
2012, il taglio del prossimo anno salirebbe di 2,180 miliardi
toccando la quota 4,680 miliardi, mentre resterebbe invariato il
saldo 2013 per un totale di altri 5,450 miliardi. Ma la
questione e' delicata, considerato il ruolo giocato dalle
Regioni, e dunque non sarebbe nelle intenzioni del Governo
quello di imporre sin da subito nuovi ticket (in particolare sui
ricoveri). Piu' probabile, dunque, l'ipotesi di demandare la
questione al Patto della Salute da siglare con le Regioni. Dove
magari le stesse Regioni potrebbero avere carta bianca per
trovare eventuali misure alternative ai ticket sanitari.(ANSA).
FISCO: 82% IRPEF ARRIVA DA DIPENDENTI E PENSIONATI
STUDIO LEF,+2% IN 6 ANNI;DIPENDENTI DOMINANO ANCHE REDDITI ALTI
(ANSA) - ROMA, 3 DIC - Sono dipendenti e pensionati a versare
la maggior parte dell'Irpef: grava su di loro l'82% della
principale imposta e il loro ''peso'' e' ulterioremente
cresciuto del 2% negli ultimi tra il 2003 e il 2009 (l'ultimo
anno disponibile per le dichiarazioni). Piu' bassa e' invece
l'incidenza del lavoro autonomo (4,3%), delle piccole imprese
(5,0%).
La percentuale dei lavoratori dipendenti inoltre resta
dominante anche nelle fasce di reddito piu' alte, quelle che
verrebbero colpite dall'aumento dell'aliquota del 41 e del 43%.
A calcolare il contributo delle diverse categorie all'Irpef
e' un rapporto elaborato da Lef, l'associazione per la legalita'
ed equita' fiscale - al quale partecipano anche ex funzionari
dell'amministrazione finanziaria tra cui l'ex direttore generale
dell'Agenzia delle Entrate Massimo Romano - che ha rielaborato i
dati relativi alla ''struttura'' dell'Irpef tra il 2003 e il
2009.
Il reddito dichiarato dai contribuenti italiani passa da 655
miliardi del 2003 a 783 miliardi del 2009. Una crescita
alimentata sostanzialmente da lavoro dipendente, che passa da
344,5 miliardi del 2003 a 416,5 miliardi del 2009, e pensioni
che passa da 177,3 miliardi a 223,3 miliardi. Meno significativo
l'apporto degli altri redditi: il lavoro autonomo passa da 27,4
miliardi a 33,6 miliardi, quello d'impresa scende da 30 miliardi
a 29,6 miliardi e quello di partecipazione passa da 33,7
miliardi a 35,2 miliardi.
''Mentre i redditi di lavoro dipendente e quelli di pensione
registrano una crescita costante - spiega il rapporto - gli
altri redditi sono caratterizzati da un andamento meno regolare
con una crescita piu' accentuata nel biennio 2006-2007 e un calo
nel biennio successivo''.
Tra le curiosita' che emergono dal rapporto il fatto che
''il peso del lavoro dipendente e delle pensioni resta dominante
anche nelle classi di reddito piu' elevate che potrebbero essere
interessate da un aumento delle aliquote attualmente al 41% e al
43% che riguardano rispettivamente i redditi da 55.000 a 75.000
euro e quelli oltre i 75.000 euro''.
In particolare nella classe di reddito attualmente colpita
dall'aliquota al 41% le due componenti ammontano a circa il 70%
con il lavoro dipendente al 51% e le pensioni al 19%, mentre
oltre i 75.000 euro e fino a 200.000 il peso scende al 60% con
il lavoro dipendente al 50% e le pensioni al 10%. Un aumento
delle aliquote Irpef, anche se limitato agli scaglioni di
reddito piu' elevati finirebbe per aumentare l'iniquita' del
sistema in quanto graverebbe in larga parte sui redditi di
lavoro dipendente e di pensione per la sola ragione che non
riescono a sfuggire al fisco mentre lascerebbe indisturbati
quanti hanno accumulato patrimoni anche grazie all'infedelta'
fiscale.
Ecco una tabella con la distribuzione percentuale per tipo di
reddito sul totale:
ANNO DIPENDENTI PENSIONATI AUTONOMI IMPRESA PARTECIPAZIONI ALTRI
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2003 52,59% 27,07% 4,19% 4,58% 5,16% 6,41%
2004 52,90% 27,37% 4,33% 4,66% 5,25% 5,49%
2005 52,97% 27,46% 4,39% 4,56% 5,14% 5,47%
2006 52,38% 26,99% 4,59% 5,07% 5,54% 5,43%
2007 52,41% 26,59% 4,94% 5,03% 5,45% 5,57%
2008 53,51% 27,29% 4,39% 4,24% 4,99% 5,58%
2009 53,18% 28,51% 4,30% 3,79% 4,51% 5,72%
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(ANSA).