NEL MIRINO DELLA DIFESA SPESE E "CASTA" CON LE STELLETTE. I COCER IN ALLARME: RIDUCA INDENNITA' DEGLI UFFICIALI, IL NUMERO DEI GENERALI E L'ACQUISTO DI ARMI (L'Unità )

mercoledì 21 dicembre 2011


L’Unità  – 20 dicembre 2011

NEL MIRINO DELLA DIFESA SPESE E «CASTA» CON LE STELLETTE

Il ministro Di Paola annuncia tagli: i sacrifici chiesti a tutti toccheranno anche ai militari

I Cocer in allarme: riduca indennità  degli ufficiali, il numero dei generali e l'acquisto di armi


di Claudia Fusani
cfusani@unita.it

Magari qualche elicottero in meno visto che guerre al momento non ce ne sono. Sicuramente qualche decina di migliaia di soldati in meno, vedremo se poi nella lista ci finiranno soprattutto i soliti «sottufficiali in esubero». Perchè la manovra della Difesa sia il più possibile equa e sobria, saranno ritoccati anche i privilegi di quella casta tutta particolare che sono i generali delle forze armate. Una voce brilla sulle altre: Speciale indennità  Pensionabile (la SIP) che ogni anno "regala" 409 mila euro lordi a un ristretto numero di alti ufficiali, i capi di stato maggiore della Difesa e delle tre forze armate (Esercito, Marina, Aeronautica), il capo della Polizia e i comandanti generali di Carabinieri e Finanza. Quattro milioni di euro per indennità  ad personam che, in tempi di tagli, farebbero comodo a tante altre voci. Sempre nell'ambito della Difesa. Il ministro della Difesa ammiraglio Gianpaolo Di Paola sarà , come tutti i suoi colleghi di governo, uomo di riorganizzazione e di tagli. Ma anche protagonista di una rivoluzione se riuscirà  nel piano a cui studia fin da quando era capo di Stato maggiore. Quello che interesserà  le forze armate, dice nel consueto breefing di fine anno al ministero, «sarà  un ridimensionamento molto significativo e consistente in uomini e prospettive». Non fa numeri e non dà  percentuali. Indica però la filosofia: «Il piano di sacrifici riguarda tutti gli italiani e quindi anche i militari. Noi ci porremo un obiettivo di ridimensionamento di strutture, mezzi e programmi. Quindi toccheremo tutte le componenti dello strumento militare cercando però di non penalizzare le missioni internazionali che restano la nostra priorità ».
II ministro teorizza da tempo la necessità  di un taglio del personale di circa 40 mila uomini. Parliamo delle tre forze armate - Esercito, Marina, Aeronautica - che al momento oscillano intorno a 185 mila unità . Il ministro punta a un esercito di professionisti che dovrebbe abbandonare quel bacino di 20-30 mila sottufficiali già  finiti da tempo sotto la voce dei cosiddetti «esuberi» che, non ancora in età  da pensione, potrebbero passare sotto altre amministrazioni dello stato. I Cocer, i sindacati delle forze armate, hanno già  incontrato il ministro e lo hanno messo sull'avviso. «Tagli piuttosto le indennità  degli alti ufficiali - suggerisce il maresciallo Pasquale Fico del Cocer Esercito - ; riduca il numero di generali visto che ne abbiamo 425 su un totale di 183 mila uomini, per non parlare dei Carabinieri (calcolati a parte anche nel bilancio della Difesa, ndr) che ne hanno un centinaio su un totale di 120 mila militari. E tagli la mini-naia introdotta da La Russa che costa venti milioni ogni anno». I Cocer puntano soprattutto sulla riduzione degli armamenti. «Bastava - dicono - rinviare o annullare cinque progetti per evitare il decreto salva-Italia e la manovra da 20 miliardi». Si tratta di 17 milioni di dollari per il Sistema d'arma Joint Strike Fighter; di 650 milioni di euro per la digitalizzazione di una forza Nec (Network enabled capability); di 360 milioni di euro per l'acquisizione di velivoli per il pattugliamento marittimo; di altri 630 milioni per l'acquisto di 12 elicotteri nel ruolo Combat search and rescue; di altri 850 milioni di euro per altri 16 elicotteri.
 

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