"IL PAESE E' STANCO DI QUESTO OLTRAGGIO. SARA' LOTTA TRASVERSALE SENZA QUARTIERE". IL GENERALE BURATTI, COMANDANTE DEL REPARTO OPERAZIONI DELLA GDF: IL MIRACOLO E' CHE ADESSO L'EVASIONE FA NOTIZIA (La Repubblica)

venerdì 06 gennaio 2012



La Repubblica – 6 gennaio 2012

L'intervista

Il generale Buratti, comandante del Reparto Operazioni della GdF: il miracolo è che adesso l'evasione fa notizia

"IL PAESE àˆ STANCO DI QUESTO OLTRAGGIO. SARà€ LOTTA TRASVERSALE SENZA QUARTIERE"

àˆ solo l'inizio Con il lavoro di intelligence colpiremo tutti gli altri illeciti collegati a fenomeni evasivi

di Carlo Bonini

ROMA — Ci voleva un "miracolo" di fine d'anno per scoprire che Cortina è la Gomorra degli evasori? Il generale Bruno Buratti, comandante del Reparto Operazioni della Guardia di Finanza, la struttura del Comando generale che coordina l'attività  di contrasto all'evasione sull'intero territorio nazionale, sorride. «Io ai miracoli non credo. E dunque la direi in altro modo. Nel Paese la soglia di tolleranza è stata superata. L'indecenza di nulla tenenti che possiedono macchine di lusso, barche, jet privati, comincia ad essere avvertita nell'opinione pubblica come un oltraggio. Che pesa sulla coscienza e sulle tasche di ciascuno di noi. Perchà© significa maggiore pressione fiscale su chi le tasse le paga. Oggi esiste un consenso pubblico che, ancora fino a pochi mesi fa, non si avvertiva. E questo forse il miracolo. Ed è questa, forse, anche la ragione per cui, oggi, fa notizia quello che fino a ieri, notizia non era considerata».
Magari c'è stato anche un "risveglio" di Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate. O no?
«Per quanto mi riguarda, dirigo il Reparto Operazioni da un anno. E che il lavoro non sia cominciato ieri lo dicono i numeri. Gliene cito alcuni. Per il 2011, i sequestri di patrimoni dei responsabili di reati fiscali ammontano a 597 milioni di euro, 7 volte superiori a quelli del corrispondente periodo del 2010. Quest'anno, sono stati scoperti casi di evasione fiscale internazionale per oltre 13 miliardi di euro, un valore superiore del 41% a quello registrato nel 2010. Di più: le investigazioni sui fenomeni di sommerso d'azienda, da parte di imprese e lavoratori autonomi che non presentano le dichiarazioni e restano sconosciuti al fisco, hanno consentito di individuare 6.973 evasori totali che hanno omesso di dichiarare redditi per oltre 20 miliardi di euro, il 5% in più rispetto al 2010. Insomma, e per tornare al discorso di prima, quello che è cambiato è che oggi io e lei ne stiamo discutendo e la lotta all'evasione è al centro del dibattito pubblico».
Come mai il vostro comandante a Belluno ha espresso perplessità  sugli accertamenti disposti dall'Agenzia delle entrate a Cortina?
«Non conosco i termini esatti di quelle dichiarazioni, che per altro so esser state smentite. A onor del vero, però, mi sembra che sulla questione non ci sia nessuno spirito di competizione. Piuttosto, la legittima voglia di segnalare la specificità  del lavoro delegato alla Guardia di Finanza. Che, evidentemente, si muove e deve muoversi di concerto con quello dell'Agenzia delle Entrate. Ma conserva una sua specificità ».
Quale?
«La trasversalità  nel recupero di risorse erariali. Vede, anche la Guardia di Finanza ha fatto e continua a fare un lavoro di verifica sulla base imponibile sottratta a tassazione. Tanto per dime una, soltanto lo scorso anno, abbiamo eseguito oltre 42.000 controlli sulle persone fisiche per incrociare i dati delle loro dichiarazioni dei redditi con il possesso di case di pregio, di auto di lusso, yacht, opere d'arte, scoprendo in questo modo basi imponibili non assoggettate a tassazione per circa 40 miliardi di euro ai fini delle imposte dirette e 8 miliardi in materia di Iva. Ma il nostro resta innanzitutto un lavoro di investigazione, forte anche dei poteri di polizia giudiziaria. E questo significa mirare gli obiettivi di verifica su contribuenti selezionati attraverso l'azione di intelligence, l'analisi di rischio ed il controllo economico del territorio. Significa assicurare il coordinamento con l'Agenzia delle Entrate, prima di formulare rilievi nei casi dubbi. Significa garantire una costante e diffusa aggressione dei patrimoni dei responsabili dei reati tributari, con il sistematico interessamento della magistratura per aumentare i sequestri di beni. Insomma, la nostra è e continuerà  ad essere una lotta all'evasione in cui l'approccio dovrà  necessariamente essere, ripeto, trasversale».
Che significa?
«Che non ci limitiamo, nà© ci limiteremo solo al lavoro necessario a scoprire le basi imponibili sottratte a tassazione, ma continueremo a colpire tutti gli altri illeciti economico-finanziari connessi a fenomeni evasivi. Mi riferisco al riciclaggio dei proventi da evasione, all'emissione di fatture false per beneficiare indebitamente di fondi pubblici, all'illecito trasferimento di capitali all'estero o alla commissione di reati di Borsa. Questo tipo di illegalità  non può essere scoperta solo attraverso il semplice esame della contabilità , per quanto attento ed approfondito, ma solo attraverso complesse indagini di polizia giudiziaria, la ricostruzione dei flussi finanziari ed il ricorso a tecniche investigative proprie, appunto, di una forza di polizia quale siamo. Solo per farle un esempio, nei primi undici mesi del 2011, una verifica su quattro si è basata su elementi informativi acquisiti in settori diversi da quello tributario, consentendo l'individuazione di basi imponibili sottratte a tassazione ai fini delle imposte dirette per oltre 16 miliardi di euro e di Iva evasa per oltre 2,5 miliardi. Detto questo, ci terrei a ricordare un'ultima cosa, che in questi anni spesso è stata rimossa».
Cosa è stato rimosso?
«Che insieme alla lotta all'evasione è cruciale anche il contrasto alle frodi sulla spesa pubblica. Quest'anno abbiamo denunciato 11.000 persone per aver indebitamente percepito oltre 500 milioni di euro di provvidenze pubbliche. Abbiamo individuato 1,8 miliardi di euro di danni erariali e 4.000 falsi poveri che hanno indebitamente beneficiato di prestazioni sociali agevolate. Ecco, mi fa piacere dire e far sapere che è solo l'inizio».
 

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