ECCO TUTTI I TRUCCHI PER NON FARE SCONTRINI. SU INTERNET ANCHE UN PROGRAMMA PER STAMPARE FALSE RICEVUTE (La Stampa)
martedì 10 gennaio 2012
La Stampa - 10/01/2012
ECCO TUTTI I TRUCCHI PER NON FARE SCONTRINI
Su Internet anche un programma per stampare false ricevute
di Flavia Amabile
ROMA - Lunedì 9 gennaio per i commercianti è una giornataccia. Chi aveva qualcosa da spendere ha speso, in giro ci sono solo passanti frettolosi. Per fortuna si vedono ancora alcuni turisti stranieri. Arriva un gruppo di spagnoli, ventenni, in zona Campo de’ Fiori a Roma, fa un po’ di giri poi decide di fermarsi a prendere un gelato. Almeno in sei entrano nella gelateria di via dei Baullari. Sono sei ragazze. Ognuna di loro paga per sà © come si vede nel video che ho girato dall’esterno del locale. Ognuna prende il proprio gelato ma scontrini? Non se ne vedono. E le ragazze stesse confermano: «Scontrini? No, non ne abbiamo avuti».
Li chiamano i furbetti dello scontrino, e non c’è appartenenza regionale che tenga: sono ben distribuiti da Nord a Sud. Lo dimostra l’operazione compiuta a Cortina alla fine dell’anno che notoriamente non è nel Meridione d’Italia, ma anche tutti i controlli realizzati dalla Guardia di Finanza anche soltanto nel 2010. I loro trucchi sono numerosi, molti li conosciamo bene perchà © ne siamo vittime consapevoli ogni giorno. Uno dei più comuni è un piccolo compromesso: il commerciante batte una cifra inferiore all’importo effettivo. In genere lo usa con gli amici: quando si sente al sicuro fa l’occhiolino, chiede il permesso e via con lo scontrino ristretto.
Fin qui siamo ancora sul terreno della quasi-legalità  . Si scivola su un piano diverso quando invece si parla di uno dei metodi più usati dai commercianti italiani: battere uno scontrino su dieci, in genere quando in negozio entrano facce nuove, tipi strani che sanno di fisco o di persone comunque di cui è meglio non fidarsi. Spesso lo si fa battendo le cifre sui tasti della cassa senza spingere l’ultimo tasto, quello che fa uscire lo scontrino.
Molto più sofisticato e del tutto fuorilegge è il foglietto in tutto e per tutto simile ad uno scontrino salvo che per un dettaglio: per il Fisco è solo carta straccia. Alcuni lo chiamano conto banco, altri lo usano e basta senza troppi problemi al posto dei veri scontrini. Per riconoscerlo in genere basta guardare bene in fondo al foglio, dovrebbe esserci scritto: «non valido ai fini fiscali». Se non c’è lo si può riconoscere dai codici ma forse è meglio lasciare agli ispettori questi compiti. Vi siete mai chiesti come mai i commercianti italiani sono così restii all' uso di bancomat e carte di credito? Perchà © ci sono le commissioni, rispondono sempre tutti. Sbagliato. In realtà  perchà © quando si usa la moneta elettronica non si può far finta di nulla di fronte al Fisco, lo scontrino va battuto altrimenti si è rapidamente scoperti.
Eppure, fra i furbetti, c’è chi anche in caso di uso di un Bancomat da parte del cliente qualcosa riesce a fare: basta uno sfasamento di dieci minuti tra l’orario dello scontrino e quello del passaggio della tessera: a quel punto si può anche battere uno zero in meno e sperare che la Guardia di Finanza non abbia voglia di controllare che gli orari di tutti gli scontrini coincidano con tutti i passaggi di tessere.
Un capolavoro della tecnologia sono alcuni programmi scaricabili molto rapidamente dalla rete per fabbricare finti scontrini. Il più usato è il «Custom receipt maker», ideale per chi effettua attività  di consegne a domicilio o quelle in cui non è necessario battere lo scontrino davanti al cliente come nelle vendite online. Download gratuito sul pc. Tale e tanto è stato il successo del programma che ne è stata creata anche un’applicazione per iPhone. Si chiama «Magic Receipt», totalmente gratuita pure lei.
Se si vuole avere un’idea della diffusione del fenomeno, bisogna sapere che nel 2010 gli italiani non hanno dichiarato al fisco redditi per quasi 50 miliardi di euro, il 46% in più rispetto al 2009. Il giro d’affari in nero nel settore del turismo per scontrini non emessi ma anche Iva non dichiarata e imposte sul reddito evase è di 36 miliardi e, a dispetto di queste cifre da capogiro, i controlli sono in drastico calo. Dice la Lef, l’Associazione per l’equità  e la legalità  fiscale, che nel 2010 gli accessi per verificare la corretta emissione di scontrini e ricevute sono calati di sette volte (il 700%) rispetto al 2009 e di venti volte (del 2000%) rispetto al 2007. Il 2007 è stato l’anno di maggiore impegno nelle verifiche: l’Agenzia delle Entrate realizzò 84.091 controlli contro i 73.155 del 2006. Da quel momento è iniziato un calo inarrestabile culminato con i 4.788 controlli del 2010.
Eppure quando poi i controlli ci sono arrivano anche i risultati. A Rovigo, ad esempio, ad un certo punto ad ottobre di quest’anno i funzionari del Fisco hannodeciso di presidiare le strade della città  : guarda caso gli incassi dei commercianti sono aumentati: un parrucchiere ha fatto registrare un guadagno superiore di 6 volte rispetto alla media delle settimane precedenti. Lo stesso è avvenuto in Puglia quest’estate dove i locali della movida hanno fatto scontrini anche 5 volte superiori. In Emilia Romagna la Finanza si è concentrata sui fiorai, ne ha scoperti 56 irregolari, uno riusciva a emettere lo scontrino con regolarità  ma la partita Iva era chiusa da più di un anno e l’ultima dichiarazione dei redditi risaliva al 2005.