'NDRANGHETA: GIP, TRE FINANZIERI MILANO A LIBRO PAGA. 720 MILA EURO IN 18 MESI DA UOMINI DEL CLAN LAMPADA. INDAGATO,IMPRENDITORE GUARDAVA COMPUTER CC. AVVOCATO ARRESTATO A DICEMBRE: MORELLI DICEVA SUA FONTE POLLARI
sabato 28 gennaio 2012
'NDRANGHETA: GIP, TRE FINANZIERI MILANO A LIBRO PAGA
GIP, 720 MILA EURO IN 18 MESI DA UOMINI DEL CLAN LAMPADA
(ANSA) - MILANO, 27 GEN - Un conto stimato in difetto pari a
settecentoventi mila euro. Questo ''il prezzo'' della corruzione
di tre finanzieri che ''con i Lampada, avevano trovato la loro
gallina dalle uova d'oro'' in cambio di 'soffiate' sui controlli
nei bar dove erano installate le slot machine e oggi nella nuova
tranche dell'inchiesta sul clan (che segue le ordinanze nei
confronti di alcuni esponenti della famiglia Valle-Lampada del
luglio 2010 e novembre 2011) sono finiti in manette su
disposizione del gip di Milano Giuseppe Gennari.
Con loro e' stato arrestato anche Domenico Gattuso, per
apporto esterno in associazione mafiosa, colui che, stando alle
indagini, oltre a fornire notizie riservate, sarebbe entrato
''progressivamente in affari con i Lampada''. Disposti invece
gli arresti domiciliari per il direttore del Gran hotel Brun,
utilizzato dai Lampada come ''vera e propria base per tutti i
numerosissimi ospiti''. Lui, 'fraintendendo le regole' quando la
squadra mobile si presento' per un controllo nell'ambito
dell'inchiesta, avrebbe avvertito ''le persone controllate
dell'accaduto''.
Anche in seguito a questo ''spunto'', il gruppo Valle -
Lampada iniziera' a rafforzare ''una intensissima attivita' di
ricerca di informazioni con modalita' illegali''. Notizie che in
alcuni casi si rivelano ''tremendamente esatte'' e recenti come
emerge dalle indagini. Gattuso sarebbe entrato in pieno in quel
turbinio di incontri, telefonate, contatti, richieste, riunioni
che caratterizzano la stagione della affannosa ricerca di
notizie da parte dei Lampada.
Tra le carte 'spunta' anche il nome dell'ex dirigente del
Sismi Nicolo' Pollari, non indagato. A citare i servizi segreti
e fare il collegamento con Pollari e' l'avvocato Vincenzo Minasi
(arrestato lo scorso novembre) in un interrogatorio del 20
dicembre scorso. Al legale, Morelli (ex consigliere regionale
della Calabria arrestato nel novembre scorso) avrebbe detto di
avere delle ''buone entrature'' nei servizi segreti e gli
avrebbe fatto il nome di Nicola Pollari.
''Naturalmente il riferimento ad ambienti dei servizi (...) e'
preoccupante''. Scrive il gip che sottolinea che Minasi ''parla
di circostanze apprese da terzi''.
Informazioni e contatti sono il fine dei Lampada che, per
avere ''controllori personali'' avrebbero pagato da 40 a 60 mila
euro al mese i tre finanzieri. Dal 2008, la pattuglia formata da
loro tre, si legge, avrebbe svolto per il gruppo di Milano quasi
esclusivamente l'attivita' istituzionale di servizio per il
controllo nel settore Monopolio.
''Insomma, i tre indagati sono sostanzialmente i 'padroni'
esclusivi dell'attivita' di controllo milanese nel settore dei
Monopoli di Stato'', scrive il gip, secondo il quale questa
situazione determina ''una inconcepibile concentrazione di
poteri'' e costituisce ''una miscela esplosiva per indurre
comportamenti corruttivi''. (ANSA).
'NDRANGHETA: INDAGINI, FINANZIERI PAGATI 40MILA EURO AL MESE
(ANSA) - MILANO, 27 GEN - I tre finanzieri, arrestati nella
nuova tranche dell'inchiesta milanese sul clan della 'ndrangheta
dei Lampada-Valle, secondo quanto ricostruito, avrebbero
percepito 40mila euro al mese dagli uomini della cosca per
chiudere un occhio nei controlli. Secondo l'inchiesta coordinata
dall'aggiunto Ilda Boccassini e dai pm Storari e Dolci, con
ordinanza firmata dal gip Giuseppe Gennari, i militari si
sarebbero fatti corrompere nella loro attivita' nel gruppo della
finanza di via Valtellina, a Milano. (ANSA).
'NDRANGHETA: INDAGINI, FINANZIERI PAGATI 40MILA EURO AL MESE (2)
(ANSA) - MILANO, 27 GEN - Ai tre militari, da quanto si e'
saputo, sono stati sequestrati beni per un totale di circa
720mila euro.
I tre finanzieri, accusati di corruzione, erano colleghi di
Luigi Mongelli, maresciallo della Guardia di Finanza arrestato
il 30 novembre scorso nella prima tranche dell'operazione.
I tre finanzieri arrestati, secondo l'accusa, si sarebbero
fatti corrompere per chiudere un occhio durante controlli
sull'attivita' del gioco d'azzardo, business fondamentale per la
cosca dei Valle-Lampada. Al centro ci sarebbe stato Giulio
Lampada, assieme al fratello Francesco, entrambi gestori di bar
e locali a Milano e arrestati lo scorso novembre. (ANSA).
NDRANGHETA:INDAGATO,IMPRENDITORE GUARDAVA COMPUTER CC
AVVOCATO ARRESTATO A DICEMBRE: MORELLI DICEVA SUA FONTE POLLARI
(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 27 GEN - Imprenditore, ma anche
''talpa'' per conto delle cosche. Questa sarebbe la figura di
Domenico Gattuso, di 36 anni, arrestato stamani nell'ambito
dell'inchiesta della Dda di Milano sulla cosca Lampada. Era il
''mister x'' che forniva agli affiliati notizie sulle indagini
nei loro confronti perche' ''poteva guardare il computer dei
carabinieri ma non poteva guardare il computer dello Sco e della
polizia e quindi non poteva sapere chi c'era dietro
all'indagine''. Ma non era il solo. Anche dai servizi segreti
giungevano notizie riservate che venivano girate alla cosca.
A riferire queste circostanze, finite nella nuova ordinanza
di custodia cautelare emessa dal gip di Milano, e' stato l'avv.
Vincenzo Minasi, arrestato il primo dicembre dello scorso anno
nella prima fase dell'inchiesta, nell'interrogatorio davanti ai
pm lombardi.
In uno di questi interrogatori, Minasi riferisce che Franco
Morelli, l'ex consigliere regionale della Calabria arrestato a
dicembre nella prima tranche dell'inchiesta, ''mi disse che
aveva delle buone entrature nei servizi segreti e mi fece il
nome di Nicola Pollari'', l'ex capo del Sismi. E sempre Morelli,
dice Minasi, ''porto' notizie da Roma. Nel senso che lui disse
'Sono stato a Roma dai miei amici, i quali mi hanno confermato
che c'e' l'indagine su Milano' ''.
Parlando di Gattuso, e della fuga di notizie sull'inchiesta
Meta coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, Minasi afferma:
''Poi seppi, perche' mi venne detto dal Giulio Lampada e da
Gattuso che la forza investigativa era nata dai Carabinieri di
Reggio Calabria e addirittura la persona che poteva fornire
queste notizie era la stessa che sapeva perfettamente chi era
Giulio Lampada. Questo particolare lo seppi quando conobbi poi
Gattuso, nel marzo del 2010''.
Minasi ha spiegato anche che Gattuso, socio dei Lampada in
varie attivita', a sua volta, assumeva le informazioni da un
colonnello del Ros amico del padre. ''Il fatto che l'informatore
che qui si ritiene essere Gattuso apprendesse notizie da quella
fonte privilegiata - scrive il gip - e' sicuro ed emerge da
fonti del tutto genuine quali la conversazione ambientale del 17
marzo all'interno dello studio Minasi''. Nell'intercettazione
tra Minasi, Francesco Lampada e Leonardo Valle Minasi, riferendo
cio' che gli e' stato detto da Giulio Lampada, dice agli altri
che un giovane ha fornito alcune notizie sull'inchiesta e
aggiunge, con una frase incompleta: ''il papa' con il colonnello
del Ros''. ''Allora - chiede Francesco - il papa' e' in amicizia
con un colonnello del Ros?''. ''E' socio'', risponde Minasi che
poi alla successiva domanda ''chi e' questo colonnello del
Ros'', risponde: ''e che ne so?''.
Minasi ha anche riferito che Gattuso, nel suo studio, verso
aprile-maggio 2011 gli disse: ''Gli atti non sono piu' a Reggio,
adesso se la vede solo Milano''. Nella stessa occasione Gattuso
disse a Minasi, secondo la testimonianza: ''Fin quando gli atti
erano a Reggio Calabria il mio amico poteva controllare, pero'
non poteva controllare la Polizia, adesso gli atti non ci sono
piu' a Reggio e non puo' controllare''.
''La notizia che fornisce Gattuso - scrive il gip - e'
tremendamente esatta e presuppone una conoscenza ''interna''
delle sorti del fascicolo, anche dopo la chiusura della
indagine''. La terza parte dell'informativa Meta (dove si parla
dei rapporti tra i Lampada, Valle e i Condello), ricorda il gip,
''viene trasmessa per competenza alla Dda di Milano in data 5
maggio 2011''. (ANSA).
'NDRANGHETA: INDAGATO, MORELLI DICEVA SUA FONTE ERA POLLARI
(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 27 GEN - Franco Morelli, l'ex
consigliere regionale della Calabria arrestato nel dicembre
scorso nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Milano sulla
cosca Lampada, vantava contatti negli ambienti dei servizi
segreti, da cui apprendeva notizie sulle indagini per girarle ai
Lampada, e ha anche fatto il nome dell'ex direttore del Sismi,
Nicolo' Pollari. Lo riferisce l'avv. Vincenzo Minasi, arrestato
a dicembre, nell'interrogatorio al pm Ilda Boccassini.
Parlando di un incontro del dicembre 2009 tra lui, Giulio
Lampada e Morelli, Minasi riferisce che parlarono ''del
procedimento Meta e delle indagini che si stavano svolgendo sia
per Lampada sia per i Valle sia per i Condello''.
Morelli, dice Minasi, ''in quella occasione non porto'
notizie dalla Calabria, porto' notizie da Roma. Nel senso che
lui disse 'Sono stato a Roma dai miei amici, i quali mi hanno
confermato che c'e' l'indagine su Milano', e fu quella volta che
ebbi proprio la conferma della indagine su Milano... Queste
furono le notizie che porto' Morelli da Roma''.
Successivamente Minasi ha detto: ''Morelli, mi disse che
aveva delle buone entrature nei servizi segreti e mi fece il
nome di Nicola Pollari. Ora che ho consultato i miei appunti
posso dire che l'incontro, se c'e' stato ovviamente, con Pollari
o qualcun altro dei servizi segreti e' da collocare tra il 9
dicembre 2009 e il 21 gennaio 2010' Tenga conto che quando io ho
dato i documenti da me falsificati a Giulio Lampada e
quest'ultimo li ha portati a Morelli il 18 gennaio, non posso
escludere che Morelli abbia mostrato questi documenti a qualcuno
dei servizi o comunque allo stesso Pollari dal 18 gennaio al 21
gennaio''.
''Naturalmente - scrive il gip - il riferimento ad ambienti
dei servizi - riferimento ancora piu' preciso a proposito del
'Nic..' al quale Morelli si rivolgera' piu' avanti per mostrare
alcuni documenti esibiti da Lampada - e' preoccupante. La
circostanza va evidentemente approfondita, anche perche' Minasi
- pur prendendo per vere le sue dichiarazioni - parla di
circostanze apprese da terzi. Peraltro viene quasi naturale
accostare queste asserzioni alla 'strana' visita che Giglio
Vincenzo fara' al capocentro Aisi di Reggio, chiedendo notizie
sulla indagine. Difficile pensare di fare certe domande se non
si pensa di potere ottenere delle risposte''. (ANSA).