PROROGA RAPPRESENTANZA: FINE DEI GIOCHI, SI VOTA A GIUGNO. MA LE NOVITA' IMPOSTE DAI SENATORI PD RISCHIANO DI AGGRAVARE I "MALI" DELLA RAPPRESENTANZA ED INDEBOLIRE I MILITARI IN UN MOMENTO MOLTO DELICATO. - di Gianluca Taccalozzi

sabato 18 febbraio 2012

Pubblichiamo di seguito una libera manifestazione del pensiero di Gianluca Taccalozzi, il titolo e della redazione del sito

Finalmente si è chiusa la questione proroga della rappresentanza militare, si voterà  a Giugno (salvo altre inopinabili sorprese) con la proclamazione del nuovo COCER entro il 15 luglio e con nuove regole.
Pur condannando l’ennesima vergognosa proroga di un organismo elettivo (seppure di pochi giorni) e l’improprio e furbesco utilizzo di uno strumento legislativo come il “milleproroghe” che, di fatto, non consente ogni tipo di discussione o approfondimento, è il momento di dare un taglio alle polemiche e di assicurare all’attuale COCER il massimo sostegno nella delicata trattativa sulle pensioni che lo vedrà  impegnato nei prossimi giorni.
Tuttavia, le nuove regole inopportunamente “imposte” dalla politica alla rappresentanza militare, obbligano a fare una seria riflessione.
Il Sen. Scanu ha affermato che queste modifiche sono state urgentemente apportate per dotare i militari di uno strumento più potente e democratico, in grado di tutelare più efficacemente gli interessi degli stessi in un momento molto delicato, per via della prossima adozione del nuovo modello di Difesa (che prevedrebbe oltre 30.000 esuberi nelle Forze Armate) e dei tagli stipendiali e previdenziali già  apportati o ancora da apportare.
Bene, riteniamo che queste modifiche vadano esattamente nella direzione opposta, ovvero quella di depotenziare lo strumento della rappresentanza militare e di aumentarne i “mali” e le devianze.
Negli gli ultimi mandati, infatti, la rappresentanza militare ha subito una preoccupante involuzione con un progressivo scollamento dalla base ed una crescente sfiducia da parte del personale. Tendenza, fortunatamente mitigata solo dall’azione di pochi validi delegati che, spesso addirittura contrastati dai loro stessi colleghi, hanno continuato ad esercitare il mandato con passione ed impegno in funzione dei rappresentati. Non è un caso se molte delle pochissime modifiche apportate al testo del 1978 sono state solo concessioni/regalie ai delegati, quali proroghe e rieleggibilità , mentre nulla o quasi è cambiato in materia di poteri e prerogative della rappresentanza.
I motivi di tale degrado vanno ricercati nei difetti strutturali della rappresentanza che la rendono inevitabilmente divisa e fuori dal controllo della base, quali:
à˜   l’eterogeneità  del COCER interforze (di fatto in stato vegetativo), per via delle diverse sensibilità  e degli interessi spesso diversi e contrastanti di carabinieri, finanzieri e Forze Armate;
à˜   l’eterogeneità  degli interessi delle varie categorie di personale che compongono i consigli (Ufficiali, Sottufficiali e Appuntati/Volontari);
à˜   l’inconsistenza/assenza di meccanismi di controllo dei rappresentati rispetto agli delegati;
à˜   il sistema di elezione che ha determinato: l’assenza nei consigli di alcune categorie, l’assenza di gradi bassi o intermedi e la creazione di “cordate” per l’elezione dei COCER.
Risultato: una rappresentanza eterogenea, divisa, poco autonoma e separata dalla base, che troppo spesso ha risposto ad interessi personali ed è stata pesantemente “influenzata” da Stati Maggiori e politica.
Ebbene se erano queste le patologie che i Senatori del PD volevano correggere con queste nuove regole, beh! si è andati esattamente nella direzione opposta, infatti:
à˜   l’introduzione di una nuova categoria (Sovrintendenti/Sergenti), se da un lato raccoglie le giuste istanze di un ruolo che da 17 anni non è, di fatto, rappresentato, dall’altro non fa altro che aumentare l’eterogeneità  e la divisione dei consigli; 
à˜   la concessione di un’ulteriore doppia rieleggibilità  agli attuali delegati (così è stato interpretato l’emendamento dai proponitori) prorogati, riprorogati e già  beneficiari della rieleggibilità  immediata, senza la modifica del meccanismo elettorale, non fa altro che alimentare il sentimento di sfiducia che già  serpeggia tra il personale e diminuisce il grado di indipendenza della rappresentanza dalla politica;
à˜   la limitazione a tre soli mandati per chi si accinge ad impegnarsi nella rappresentanza militare, non fa altro che limitare il grado di professionalità  dei futuri mandati, facendo pagare alle prossime generazioni i guai prodotti da quelle precedenti, secondo una tendenza ormai consolidata.
Se veramente si fosse voluto dare forza alla rappresentanza, sarebbe bastato introdurre (magari nella prima proroga e non aspettando la terza) una sola ed modifica: l’elezione del COCER dalla base o, quanto meno, dai COBAR (come peraltro previsto dal DDL 1157 presentato nel 2008 dagli stessi Senatori del PD), così risolvendo, in un sol colpo, il problema del vuoto rappresentativo di tutte le categorie ed aumentando sensibilmente e realmente il grado di democraticità  e forza rappresentativa.
Per cui riteniamo che con queste modifiche il PD abbia “predicato bene e razzolato male”, seguendo (in buona fede) quell’atteggiamento e quel modo di fare politica distante e distaccato dalla società  che, a nostro avviso, è alla base delle sconfitte elettorali del PD nelle primarie di Genova, Milano, Firenze, Cagliari e via dicendo.

Gianluca Taccalozzi
Presidente Direttivo Nazionale Ficiesse
gianlucataccalozzi@alice.it

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