PER CANCELLARE UNA LEGGE BISOGNA ABROGARLA DUE VOLTE. NON SONO BASTATI 10 ANNI PER MANDARE IN SOFFITTA LA VECCHIA DISCIPLINA SUGLI ORGANICI DELLA GDF MENTRE IL NUOVO REGOLAMENTO DEL CORPO NON CE L'HA FATTA A VEDERE LA LUCE (Sole24Ore)
mercoledì 11 aprile 2012
Il Sole24Ore – 11/04/2012
Sfoltimenti all'italiana
PER CANCELLARE UNA LEGGE BISOGNA ABROGARLA DUE VOLTE
LA FATICA Non sono bastati dieci anni per mandare in soffitta la vecchia disciplina sugli organici della Gdf
di Giorgio Costa
Si fa presto a dire abrogazione, ma in Italia per cancellare effettivamente, e non solo sulla carta, una norma oltre io anni non sono sufficienti. Basta scorrere la legge 35 (Semplificazioni, per l'appunto, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale numero 82, supplemento ordinario numero 69) e rendersi conto di una cosa all'apparenza assurda. E cioè la necessità  di cancellare due volte una norma per cancellarla davvero.
Per esempio il Dlgs 68/2001 aveva cancellato l'articolo 4 del regio decreto 3 gennaio 1926 numero 126 in materia di organico della Guardia di finanza, eliminando, sulla carta, i poteri del comandante generale in fatto di organizzazione del personale. Sulla carta, perchà © lo stesso Dlgs prevedeva sì l'abrogazione della norma ma a decorrere dall'entrata in vigore di un nuovo regolamento organico del Corpo.
Naturalmente, il nuovo regolamento organico del Corpo non ce l'ha fatta a vedere la luce nel breve lasso di tempo di 10 anni e allora il legislatore ha dovuto abrogare una seconda volta la stessa norma (in attesa di un regolamento a questo punto inutile, sembra di capire) per evitare «che nelle more dell'adozione del regolamento, si alimentino sia il contenzioso che i dubbi già  sorti in sede applicativa».
Ma non finisce qui. Dopo aver imparato che per abrogare una norma bisogna abrogarla due volte, sempre in materia di Guardia di finanza, si apprende che due abrogazioni implicite dei commi 1, 2 e3 dell'articolo 7 della legge 833/1961(in materia di anzianità  dei finanzieri) operate dalla legge 53/1989 e dal Dlgs 199/1995 non sono sufficienti.
Anche in questo caso, «per evitare l'insorgere di eventuali dubbi in sede applicativa e il formarsi di ulteriore contenzioso» la nuova legge sulla semplificazione opera finalmente, era evidentemente necessario, una abrogazione espressa. Così che avvocati e finanzieri capiscano bene la portata della norma e non partano altri contenziosi.
Sono queste solo due, le prime due, delle 297 abrogazioni effettuate dalla legge 35; abrogazioni che però, se volete visionarle di persona, non trovate nel corpo della legge ma nell'allegato A della medesima legge che potrete comodamente scaricare, un pdf alla volta per 34 pagine, in non meno di mezz'ora, cercando di non perdere il filo delle pagine perchà ©, ovviamente, il numero del pdf non coincide con quello della pagina.
Nell'impossibilità  per il giornalista di verificare in una sola giornata di lavoro tutte le norme semplificate (che vanno da obsoleti statuti di atenei a provvidenze per i cittadini italiani rimpatriati dalla Libia nel 1970, dallo smaltimento dei vini alla soppressione della delegazione presso l'ambasciata italiana a Washington e dell'annessa sezione acquisti) basti al lettore sapere che questa non è che l'ultima (e la più blanda, almeno sotto il profilo dei numeri) di una serie impressionante di sfoltiture all'apparato normativo italiano; nel 2008 il Dl 112 aveva abrogato ben 3.370 disposizioni e, nello stesso anno, il Dl 200 aveva cancellato altre 28.889 tra norme e intere leggi.
Poi, con il cosiddetto salva-leggi (Dlgs 179/09), tutte le norme pubblicate anteriormente al 1970 e non contenute nel provvedimento in questione sono state oggetto di una abrogazione automatica (cosiddetto effetto ghigliottina). A seguito di questo intervento, il totale delle leggi anteriori al 1970 rimaste in vigore è diminuito da circa 50mila a 2.400. Poi il Dlgs 212/2010 ha disposto l'abrogazione espressa di circa 35mila atti di rango primario e in totale questi interventi di semplificazione hanno ridotto - come spiega l'Unità  per la Semplificazione e la qualità  della regolazione presso la presidenza del Consiglio dei ministri - il numero delle leggi attualmente in vigore (sia anteriori che posteriori al 1970) a poco più di 10omila. Ma, per come lavora il Parlamento, sembra davvero la fatica di Sisifo.