FISCO: COMANDANTE GDF, LOTTA SISTEMATICA AD EVASIONE - LAVITOLA: 'DE GREGORIO IN CONTATTO CON VERTICI CC, GDF, PS' - RIMIMI YACHT: TESTE, CON INTERCETTAZIONI P3 CROLLO' TUTTO
venerdì 20 aprile 2012
FISCO: COMANDANTE GDF, LOTTA SISTEMATICA AD EVASIONE
(ANSA) - ROMA, 18 APR - La Guardia di Finanza continuera'
nella sua ''lotta sistematica e decisa all'evasione fiscale e
all'elusione, in tutte le loro manifestazioni''. Lo ha ribadito
il comandante generale della Guardia di Finanza Nino Di Paolo
nel corso di un'audizione in commissione Affari Costituzionali
alla Camera indicando quella all'evasione fiscale come la prima
delle tre ''priorita' strategiche'' del corpo.
Gli altri due punti dell'azione della Gdf, ha sintetizzato il
comandante, sono il contrasto alla criminalita' in genere, ''per
ricercare e reprimere i fenomeni illegali gravi quali il
riciclaggio di capitali, l'usura e il trasferimento fraudolento
dei valori, tutti fenomeni in grado di inquinare i circuiti
legali dell'economia'', e il ''potenziamento del controllo
economico del territorio''. Un controllo che ha come obiettivo
''contrastare il lavoro nero e irregolare, la contraffazione,
l'immigrazione clandestina, il gioco illegale, il contrabbando e
i traffici illeciti internazionali''.
Di Paolo ha inoltre ribadito che la Finanza continuera' nei
controlli ''di massa'' contro l'evasione fiscale, come gia'
avvenuto a Cortina, Milano, Roma e in altre zone del paese. ''La
Guardia di Finanza - ha sottolineato infatti Di Paolo - e'
chiamata a contrastare la penetrazione di interessi illeciti nel
sistema economico, effettuando interventi, anche a massa,
finalizzati alla prevenzione di condotte illegali diffuse,
correlate al fenomeno dell'economia sommersa, come ad esempio la
contraffazione, della criminalita' organizzata e
dell'immigrazione clandestina''. (ANSA).
TERRORISMO: COMANDANTE GDF, MASSIMO IMPEGNO SU FINANZIAMENTI
(ANSA) - ROMA, 18 APR - La lotta ai canali di finanziamento
del terrorismo e' per la Guardia di Finanza ''motivo di massimo
impegno interno ed internazionale''. E' quanto ha affermato il
comandante generale della Gdf Nino di Paolo durante un'audizione
in commissione Affari Costituzionali alla Camera.
Due in particolare, ha spiegato Di Paolo, i fronti su cui si
muovono le Fiamme Gialle: da un lato ''individuare e
disarticolare i meccanismi di passaggio di risorse finanziarie
da parte di quelle strutture o attivita' economiche, anche
legalmente esercitate, che potrebbero fungere da collettori di
disponibilita' di denaro da destinare anche indirettamente a
cellule terroristiche''; dall'altro ''approfondire la
ricostruzione dei beni patrimoniali e dei flussi finanziari
ricollegabili a tutte le persone e le societa' indiziate di far
parte, a vario titolo, di un'organizzazione o cellula di stampo
terroristico''.(ANSA).
LAVITOLA: 'DE GREGORIO IN CONTATTO CON VERTICI CC, GDF, PS'
COLLABORATORE SENATORE, COSI' GIUSTIFICAVA MOVIMENTI FINANZIARI
(ANSA) - NAPOLI, 16 APR - Un contributo importante al nuovo
filone di indagini su Valter Lavitola arriva dalle dichiarazioni
rese da Andrea Vetromile, ragioniere tributarista che per sedici
anni e' stato il depositario delle scritture contabili delle
societa' del gruppo del sen. Sergio De Gregorio e che ha
collaborato con lui anche nell'attivita' politica, prima come
consulente della commissione parlamentare Difesa e poi della
commissione bilaterale Nato. Le dichiarazioni - in cui si parla
anche di 'rapporti' tra De Gregorio e i vertici delle forze di
polizia - sono contenute nell'ordinanza di custodia cautelare
emessa dal gip Dario Gallo su richiesta dei pm Henry John
Woodcock e Vincenzo Piscitelli.
''Dopo diversi anni che lavoravo con lui - ha dichiarato
Vetromile, sentito prima come teste e poi come indagato - ho
capito che i movimenti intercorsi tra le societa' di De Gregorio
e le sue societa' - associazioni (Italiani nel mondo channel,
Italiani nel mondo, Italiani nel mondo reti televisive, Italiani
nel mondo radio tv, Associazione internazionale Italiani nel
mondo, Movimento politico Italiani nel mondo e altre) sono tutti
rapporti non effettivi posti in essere al solo scopo di
giustificare i movimenti finanziari di De Gregorio''.
Il tributarista rivela poi che ''De Gregorio aveva rapporti
con esponenti di vertice della Gdf, dei Cc e della polizia di
Stato. Mi risulta che aveva rapporti molto stretti con il
generale Pollari per averli visti alcune volte insieme al Senato
e con il generale De Donno dei Cc (con il quale poi questi
rapporti si ruppero). Quest'ultima circostanza mi risulta
perche' De Gregorio mando' via dalla sera alla mattina una
ragazza che lavorava con lui in precedenza segnalata da De
Donno''.
Vetromile aggiunge poi che ''una serie di imprenditori
napoletani e comunque campani hanno finanziato nel tempo De
Gregorio per ottenerne favori politici in molti casi non
arrivati; questi soggetti hanno pagato perlopiu' con assegni o
bonifici ricevendo fatture per prestazioni di servizi
pubblicitari e prestazioni di servizi televisivi dalle societa'
del gruppo in realta' mai forniti''. (ANSA).
RIMIMI YACHT: TESTE, CON INTERCETTAZIONI P3 CROLLO' TUTTO
(ANSA) - BOLOGNA, 18 APR - A far definitivamente franare il
'castello' di Giulio Lolli, l'ex presidente di Rimini Yacht,
accusato di una truffa milionaria per aver venduto gli stessi
yacht a piu' acquirenti, fu la pubblicazione di alcune
intercettazioni di Flavio Carboni nell'inchiesta P3. Lo ha
spiegato in tribunale a Bologna il ten.col. della Finanza Paolo
Barbato che fece le indagini bolognesi sul crac del gruppo.
Oggi in aula c'erano a processo quattro finanzieri che furono
arrestati dai loro colleghi nel 2010 con l'accusa di aver
'addomesticato' una verifica fiscale sulla azienda. Due tenenti
colonnelli, Enzo Di Giovanni, 47 anni, e Massimiliano Parpiglia,
42; due marescalli, Luigi Giannetti e Felice Curcio, entrambi 42
anni; con loro imputato anche il commercialista Giorgio Baruffa,
62 anni. Per loro la procura ha chiesto il giudizio immediato.
La posizione di Lolli, latitante all'estero (scappo' in Libia,
dove fu arrestato, poi pero' usci' dal carcere durante la
rivolta contro Gheddafi cui partecipo') e' stata stralciata.
Nel 2010, ha spiegato, vennero ''pubblicati degli articoli di
stampa su Carboni e la P3, dove veniva fuori che tramite Carboni
Lolli cercava di ottenere un finanziamento da 20 milioni di euro
dalla Banca Popolare di Spoleto e dal Monte dei Paschi di
Siena''. La pubblicazione, ha spiegato , genero' un terremoto
nelle intercettazioni dell'inchiesta Rimini Yacht. Le pratiche
del finanziamento poi non andarono in porto. ''Lolli capi' che
stava franando tutto''. Di li' a pochi giorni infatti gli
vennero protestati tre assegni, per 1,9 milioni di euro.
L'azienda nel frattempo era gia' in dissesto, il buco,
accertato poi dalle fiamme gialle, era di 25 milioni di euro.
(ANSA).