SUICIDA A NAPOLI: SI SENTIVA PERSEGUITATO DA FISCO. APPELLO DEL FIGLIO AL PREMIER, LA RISCOSSIONE SIA EQUA E UMANA. FIGLIO, C' E' STATO ERRORE FISCO
lunedì 07 maggio 2012
SUICIDA A NAPOLI: SI SENTIVA PERSEGUITATO DA FISCO
APPELLO DEL FIGLIO AL PREMIER, LA RISCOSSIONE SIA EQUA E UMANA
(ANSA) - NAPOLI, 6 MAG - Il colpo al quale Pietro Paganelli,
da anni in lotta con le cartelle di Equitalia, non ha retto e'
stata la scoperta, pochi giorni fa, che la societa' di
riscossione aveva ipotecato una casa di proprieta' del figlio a
Giugliano (Napoli) per un debito iniziale di settemila euro. L'
artigiano 72 enne, gia' titolare di un' officina di riparazioni
nautiche, che aveva trasferito al figlio, ha pensato ad una vera
e propria persecuzione del fisco sulla sua famiglia.
Questi i particolari rivelati dal figlio in una conferenza
stampa insieme al legale Angelo Pisani, presidente di ''Noi
consumatori'' ed al commissario regionale dei Verdi Francesco
Borrelli. L' ipoteca - secondo l' avv. Pisani - sarebbe stata
iscritta nel 2009 per un debito di settemila euro, aumentato ad
11 mila per gli interessi, ma sarebbe illegittima dopo la
sentenza della Cassazione che ha elevato ad ottomila il minimo
per l' iscrizione di ipoteche e della successiva legge che lo ha
portato a 20 mila euro. ''Ci sono centinaia di contribuenti a
Napoli che chiedono da anni la cancellazione delle ipoteche
ormai illegittime'', afferma il legale. ''Ad avere ucciso mio
padre, che era forte ed orgoglioso, e' stato il cumulo di
umiliazioni sopportate negli uffici di Equitalia, dove si era
recato molte volte. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e'
stata la notizia dell' ipoteca sulla mia casa, che ho scoperto
dopo una visura dei crediti vantati dalla societa' di
riscossione suggerita dall' avvocato''.
Pietro Paganelli aveva subito poco piu' di 6 mesi fa il fermo
amministrativo dell' auto, una vecchia 600, e da allora si
spostava a bordo di un motorino. Ad Equitalia doveva
inizialmente 30 mila euro, ma un ricorso accolto aveva ridotto a
15 mila la somma. Secondo il figlio si trattava di multe per
mancati pagamenti della Tarsu e di contributi all' Inail
risalenti al 1999 e relativi alla officina di riparazioni di
barche in via Fedro, nella zona di Mergellina. Le cartelle
sarebbero state notificate due volte per un cambio della
numerazione della strada.
''Era forte, orgoglioso, pieno di dignita' - racconta ai
giornalisti Anna Spera, compagna di Sergio Paganelli - non
avrebbe mai accettato di diventare un peso per la famiglia''. La
personalita' di Pietro Paganelli sembra confermata dalle parole
che ha scritto su un cartoncino prima di spararsi un colpo alla
tempia: ''La dignita' vale piu' della vita''. Per la sua vita i
medici dell' ospedale ''Loreto Mare'', dove e' ricoverato in
coma, non sperano piu' nulla. Il figlio rivolge un appello al
premier Monti: ''Le procedure di riscossione debbono essere eque
ed umane se si vogliono fermare i suicidi''. Il presidente di
''Noi consumatori'' chiede al prefetto di Napoli una moratoria
sulle riscossioni in attesa di una verifica sulla correttezza
delle procedure adottate. ''In Campania - afferma il commissario
regionale dei Verdi Francesco Borrelli - Equitalia ha fatto piu'
morti della criminalita' organizzata. Il governo deve riflettere
su questo dato agghiacciante''. (ANSA).
ARTIGIANO TENTA SUICIDIO: FIGLIO, C' E' STATO ERRORE FISCO
'CARTELLE PER TARSU ED INAIL NOTIFICATE DUE VOLTE'
(ANSA) - NAPOLI, 6 MAG - Pietro Paganelli, il 72 enne
artigiano in fin di vita dopo essersi esploso ieri un colpo di
pistola alla testa, doveva ad Equitalia la somma di 15 mila euro
(dagli originari 30 mila richiesti) dopo l' accoglimento di un
ricorso. Il debito, pero' - hanno affermato in una conferenza
stampa il figlio Sergio, la moglie di quest'ultimo Anna Spera,
ed il cugino Luca Zazzera, era nato per un errore della societa'
di riscossione, che gli aveva notificato due volte richieste di
pagamento della Tarsu e di versamenti all' Inail in seguito ad
un cambio della numerazione nella strada dove si trova l'
officina di riparazioni nautiche in via Fedro, nella zona di
Mergellina. Il legale della famiglia Paganelli, Angelo Pisani,
ha annunciato che attenderanno i primi esiti dell' inchiesta
avviata dalla Procura sul tentativo di suicidio di Pietro
Paganelli, per il quale i medici non nutrono piu' speranze, per
decidere iniziative legali nei confronti del fisco.
''Mio padre si recava di continuo negli sportelli di
Equitalia, a Pozzuoli ed a Napoli e parlava sempre di questo
calvario che doveva compiere. Ma era un orgoglioso, e non ci
aveva mai chiesto aiuto''. (ANSA).