RIORDINO DELLE CARRIERE "POST CRISI" - di Emiliano Serrecchia
mercoledì 23 maggio 2012
RIORDINO DELLE CARRIERE “POST CRISI” – di Emiliano Serrecchia
Mantova, 23 maggio 2012
Spett.le FICIESSE,
vorrei riportare in auge un argomento che sta a cuore a molti appartenenti alla Guardia di Finanza, il riordino delle carriere; più volte promesso, ancor più volte rimandato, e a oggi ancora non reso concreto, ma nelle aspirazioni di tanti, mai svanito.
Tempo addietro il riordino era assimilato all’ambizione al grado superiore, ma oggigiorno direi che è divenuta una necessità . Si è resa doverosa la riorganizzazione delle qualifiche, della funzionalità dei ruoli e delle effettive necessità di “Stimoli” dei qauli gli appartenenti alla G.di F. hanno bisogno al fine di trarne nuova linfa vitale e condividere appieno gli obbiettivi del Corpo in un’ottica di polizia economico-finanziaria moderna.
L’obiettivo deve essere quello di rendere tutti orgogliosi di valorizzare il proprio ruolo e il proprio profilo professionale all’interno di un’Amministrazione ordinata e incisiva nello svolgere i compiti cui essa è deputata.
Le proposte di legge presentate dall’Onorevole di turno in cerca di grazie (voti), sono tutte naufragate lasciando gli uomini in uniforme senza risposte adeguate soprattutto per l’esiguità delle risorse economiche messe a disposizione in passato, e oggi addirittura volatilizzate per altri scopi “più nobili” in funzione della famigerata “Crisi”, termine usato come dolcificante di molte pillole amare che abbiamo dovuto ingoiare negli ultimi tempi.
Allunghiamo uno sguardo sulla storia per dare una corretta valutazione del presente e non fallire negli augurabili provvedimenti futuri.
Il D. Lgs. 12/05/95, n. 197, aprì le carriere al ruolo App.-Fin.: gli appartenenti a detto ruolo che al 1/09/95 avevano già maturato 15 anni di servizio passarono V.Brig.; per gli altri l’auspicata apertura di carriera si rivelò l’esatto contrario. Per riparare all’ingiustizia con il D.Lgs. 53/2001 si cercò di porre (solo nelle intenzioni) rimedio, consentendo agli App.sc. di essere ammessi a partecipare per soli titoli alla qualifica iniziale del ruolo Sovrintendenti. Nei confronti di questi ultimi si cerco di operare riservando (1/3 B.c. e 1/3 Vb e brig) dei posti annuali per l’accesso al ruolo Ispettori tramite concorso interno. Il risultato di queste leggi, allo stato attuale, impedisce a tanti ogni aspirazione di evoluzione di carriera trovandosi già al capolinea della categoria di appartenenza (Es. Appuntato scelto, e tra qualche anno Brigadiere capo) e con la prospettiva di permanervi per altri 20/25 anni (visti i tempi della pensione!) con identico salario e soprattutto senza stimoli ed è questa, in primis, la greve limitatezza da sanare.
In un ottica futura, non si può prescindere dall’accorpamento del ruolo App-Fin con quello dei Sovrintendenti, e chi è già inquadrato nel ruolo dei Sovrintendenti, in particolare per quelli vincitori di concorso, con l’inquadramento nel ruolo Ispettori. Prevedere, per il ruolo apicale dei Sovrintendenti, il transito al ruolo Ispettori mediante concorso per soli titoli così come oggi avviene per gli App.sc. per l'accesso al ruolo Sovrintendenti. Per gli Ispettori si dovrebbe procedere con l’avanzamento di un grado ma la permanenza nel medesimo ruolo, allargando pero le possibilità di accesso al ruolo Ufficiali riservando un’aliquota annuale nei concorsi di 1/3.
Il transito da un ruolo all’altro è da considerarsi come un accrescimento che da luogo a un rinnovo del rapporto di lavoro e comporta una posizione sovraordinata rispetto alla precedente. Questo dal punto di vista psicologico, dovrebbe essere uno stimolo per tornare indietro negli anni e dare vigore a un personale che sta progressivamente invecchiando dopo i tagli alle nuove leve. Occorre quindi pungolare, in sede di legiferazione, chi deciderà il da farsi, nel rispetto dei principi di equità , di funzionalità operativa e perspicacia, in un dibattito in cui la Rappresentanza Militare dovrà fare la sua parte di attore protagonista e non di comparsa, opponendosi a un riordino scellerato senza un’adeguata copertura economica e privo di contenuti; dovrà altresì propendere al rilancio dell’operatività e la professionalità di ognuno, accogliendo così le aspettative degli appartenenti alla G.diF..
Emiliano SERRECCHIA