NUOVA IPOTESI DEL GOVERNO DI ARMONIZZAZIONE DELLE PENSIONI: IL MODELLO PROPOSTO E' PENALIZZANTE PER LA SICUREZZA E PER GLI OPERATORI

domenica 24 giugno 2012

INCONTRO CON L’AMMINISTRAZIONE SU UNA NUOVA IPOTESI DEL GOVERNO DI ARMONIZZAZIONE DELLE PENSIONI: IL MODELLO PROPOSTO E’ PENALIZZANTE PER LA SICUREZZA E PER GLI OPERATORI

Si è svolto in data odierna un incontro tra il Vice Capo della Polizia Prefetto Basilone e le OO.SS. della Polizia di Stato su una nuova ipotesi, del Ministro del Lavoro, di armonizzazione delle pensioni del Comparto Sicurezza.
A una prima analisi della proposta governativa, illustrata dall’Amministrazione, è apparso evidente che ancora una volta l’obiettivo del governo resta quello di aggirare le norme sulla specificità  delle forze di polizia e imporre un modello che ha come obbiettivo centrale quello di omologare e non armonizzare il sistema pensionistico degli operatori di polizia, anche se questo comporta un rischio per la sicurezza dei cittadini e un danno ingiusto per gli uomini e le donne in divisa.
àˆ evidente, infatti, che a fronte del ripensamento dell’esecutivo sulla scelta di introdurre una disciplina peggiorativa della pensione privilegiata e del moltiplicatore contributivo, disciplina fortemente criticata dalle scriventi OO.SS. per il merito e perchà© si poneva al di fuori della delega di legge e ora eliminata dalla proposta, il Ministro del Lavoro intende comunque attuare un sistema di requisiti per l’accesso alle pensioni anticipate e di vecchiaia ingiustamente penalizzati per gli operatori, siano essi anziani o entrati in Polizia da pochi anni.
L’ipotesi avanzata, infatti, vorrebbe imporre, tra le altre restrizioni, una penalizzazione annuale e progressiva alla pensione anticipata di chi non ha compiuto i 58 anni di età , anche se ha ormai conseguito il massimo dell’anzianità  contributiva, costringendoli di fatto a rinunciare al pensionamento anche se in condizioni fisiche non più compatibili con il servizio da svolgere. E per i
giovani operatori, che oggi entrano in Polizia mediamente intorno ai 27 anni di età , disegna un sistema che a causa della condizione dei 42,7 anni di anzianità , richiesti per raggiungere il massimo di anzianità  contributiva, non consentirà  loro di raggiungere quell’obiettivo, se non con ulteriori incrementi dell’età  anagrafica di pensione. Un sistema, quindi, che già  da oggi prefigura un futuro operatore di polizia che andrà  in pensione a 67 anni se vorrà  avere una pensione dignitosa (specie in assenza di un sistema di previdenza complementare) anche se questo è in contrasto con le esigenze di efficacia e di efficienza del servizio e della sua tutela di operatore.
Per queste ragioni di fondo le scriventi OO.SS. hanno chiesto di interrompere il confronto tecnico con l’Amministrazione e chiedere al Ministro dell’Interno un incontro urgente per verificare la volontà  del governo nel rispettare la specificità  delle funzioni svolte dagli operatori del Comparto Sicurezza anche in materia previdenziale, e rispettare i contenuti dell’Ordine del giorno approvato su questo punto da Camera e Senato, annunciando che in caso di ritardo nello svolgimento dell’incontro o di assenza di quella volontà  verrà  immediatamente ripresa la mobilitazione della categoria.

Roma 22 giugno 2012.

SIAP
SILP PER LA CGIL
COISP
ANFP
 
http://www.ficiesse.it/public/1773_SCHEDA%20NU...pdf

http://www.ficiesse.it/public/1773_SCHEMA%20RE...pdf

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