FISCO: CONTROLLI GDF BOLOGNA, 36% SCONTRINI NON SONO EMESSI - GDF: GEN. DELLE FEMMINE, SFIDA E' ECONOMICO FINANZIARIA - AFGHANISTAN: RAZZO CONTRO BASE, MUORE CARABINIERE

martedì 26 giugno 2012

FISCO: CONTROLLI GDF BOLOGNA, 36% SCONTRINI NON SONO EMESSI
LA SCORSA SETTIMANA 550 VERIFICHE,EMERSE 199 IRREGOLARITA'
(ANSA) - BOLOGNA, 25 GIU - Oltre un terzo di scontrini non
emessi e 14 lavoratori in nero. E' la foto scattata a Bologna
dalla Finanza, che la scorsa settimana ha fatto controlli su
esercizi pubblici. Su 550 verifiche sono emerse 199
irregolarita': nel 36% dei casi il documento fiscale non era
stato emesso. Le ispezioni hanno interessato il centro citta' e
i luoghi della 'movida', ma anche la provincia. Le categorie con
piu' violazioni sono ambulanti, alimentari, ristoranti,
gelaterie e parrucchieri.
(ANSA).
 
GDF: GEN. DELLE FEMMINE, SFIDA E' ECONOMICO FINANZIARIA
   (ANSA) - MILANO, 25 GIU - E' quella ''economico-finanziaria''
la sfida di questi tempi a cui deve far fronte la Guardia di
Finanza la quale ''e' diventata centrale nello Stato'' nel
recuperare risorse da destinare al rilancio dell'economia. Lo ha
spiegato il comandante interregionale del nord-ovest, generale
Vincenzo Delle Femmine, in occasione del 238/o anniversario di
fondazione del Corpo che e' stato celebrato a Milano con una
sobria cerimonia al Teatro Dal Verme.
   ''La Guardia di Finanza e' diventata oggi centrale nello
Stato perche' la sfida e' diventata quella
economico-finanziaria'', ha detto l'alto ufficiale per il quale
''lo Stato deve disporre di risorse per rilanciare l'economia e
non la puo' rilanciare se non ha le risorse per farlo''.
 ''Le risorse economiche devono essere reperite attraverso la
lotta all'evasione e al riciclaggio e bisogna contrastare la
corruzione altrimenti lo Stato non riesce a rilanciarsi''.
''Bisogna ripartire da un clima di fiducia - ha concluso Delle
Femmine - e questo si ottiene con la certezza che lo Stato fa il
suo dovere per cui chi evade sara' finalmente perseguito, cosi'
come sta succedendo da qualche anno a questa parte''. (ANSA).
 
GDF: GEN. DELLE FEMMINE, SFIDA E' ECONOMICO FINANZIARIA      (2)
   (ANSA) - MILANO, 25 GIU - Il comandante interregionale del
Nord ovest Delle Femmine, nel corso del suo intervento, ha
sottolineato la tradizione bicentenaria della Guardia di finanza
e, al tempo stesso, ''l'esigenza di continuo rinnovamento, per
corrispondere, con immediatezza ed efficacia, alle sfide che gli
scenari internazionali pongono in misura crescente al sistema
economico-finanziario, sempre piu' globalizzato''.
 La Guardia di Finanza, non e' piu' solo ''polizia
tributaria'', ha sottolineato l'alto ufficiale, ma ''costituisce
oggi uno dei diversi e principali attori istituzionali deputati
a contribuire alla crescita del Paese, essendo chiamata a
vigilare sulle condizioni di legalita' del sistema economico nel
suo insieme, e a realizzare sempre piu' significativi incrementi
di efficienza''.
   Gli sforzi operativi delle Fiamme gialle saranno percio'
dedicati ancora alla lotta all'evasione, alle frodi fiscali e
alla corruzione, ma anche agli sperperi nella spesa pubblica,
alla tutela delle imprese e del made in Italy da ogni forma di
contraffazione, e, infine, al contrasto di ogni tentativo di
infiltrazione nell'economia legale da parte della criminalita'
organizzata, specie in materia di pubblici appalti e grandi
opere.
   Anche perche' i Finanzieri possono oggi avvalersi di
strumenti tecnologici ''addirittura impensabili fino a venti,
trenta anni fa - ha concluso Delle Femmine -, cio' accresce la
responsabilita' dei militari nei confronti di cittadini e
contribuenti''.
 (ANSA).
 
AFGHANISTAN: RAZZO CONTRO BASE, MUORE CARABINIERE
COMANDANTE AFGANO, INCIDENTE CAUSATO DA CC; ITALIANI SMENTISCONO
   (ANSA) - ROMA, 25 GIU - Un altro italiano ucciso in
Afghanistan. Il 51/o dall'inizio della missione nel 2004. La
vittima e' il trentenne carabiniere scelto Manuele Braj, colpito
questa mattina colpito da un razzo sparato contro la base di
Adraskan, dove i militari dell'Arma addestrano la polizia
afgana. Altri due colleghi sono rimasti feriti. L'episodio si e'
tinto di giallo quando il comandante afgano della base ha
parlato di incidente provocato dagli stessi carabinieri mentre
manipolavano un ordigno.
   La prima ricostruzione dello Stato Maggiore della Difesa non
si sbilancia sulle cause e si limita a riferire che ''una
esplosione ha interessato una garitta di osservazione installata
nei pressi della linea di tiro del poligono, coinvolgendo tre
militari dell'Arma dei Carabinieri appartenenti al Police
Speciality Training Team''. Lo scoppio causa la morte sul colpo
di Braj, un veterano delle missioni all'estero originario di
Galatina (lascia la moglie ed un bimbo di soli 8 mesi) ed il
ferimento alle gambe di altri due carabinieri, il maresciallo
capo Dario Cristinelli, 37 anni, di Lovere (Bergamo) e il
carabiniere scelto Emiliano Asta, 29, di Alcamo (Trapani).
   Un'ora dopo e' il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, a
parlare di ''vile attentato''. A seguire il ministro della
Difesa, Giampaolo Di Paola, spiega che ''Manuele e' stato
colpito in modo vigliacco. Stava addestrando le truppe afgane
contro il terrorismo. Questo era il suo lavoro, la sua missione:
permettere a quel Paese di difendersi da solo. Ed il terrorismo
lo ha ucciso, proprio per impedire la nascita di un Afghanistan
libero e democratico''. A colpire i militari, secondo la
versione italiana, un razzo sparato a distanza contro la base.
   Dall'Afghanistan, tuttavia, emerge un'altra ricostruzione dei
fatti. In particolare, il colonnello Fazl Ahmad Khalili,
comandante del centro di addestramento di Adraskan, sostiene che
la morte di Braj e' stata causata ''da una erronea manipolazione
di un ordigno che ha riguardato unicamente gli addestratori
italiani''. Nella base, nota l'ufficiale, ''c'e' una torretta
dove ogni giorno addestratori stranieri vanno per controllare la
zona di tiro dell'addestramento. E oggi gli addestratori erano
quattro italiani. L'incidente e' stato il frutto dell'esplosione
di una bomba a mano e, a causa di essa, un militare e' morto,
due sono stati feriti ed un quarto e' rimasto illeso''. Non vi
e' stato dunque, sottolinea il colonnello, ''alcun incidente
esterno e l'unico incidente e' quello che e' stato procurato da
loro stessi e che poi hanno presentato come se un razzo avesse
colpito l'area. Ma il bunker della torre non e' stato danneggiato
- conclude - e nemmeno i vetri sono andati in frantumi''.
   A smentire con decisione questa versione e' il tenente
colonnello Alessandro Lingeri, comandante delle forze di
coalizione della base di Adraskan. ''Abbiamo concluso tutti i
rilievi tecnici - ha sottolineato - e non c'e' alcun dubbio: e'
stato un razzo da 107 mm sparato da una distanza di circa 4 km a
colpire la torretta. Mi meravigliano le dichiarazioni di
Khalili''. Diversi frammenti del razzo sono stati rinvenuti e,
ha proseguito, ''e' evidente da come si presenta la torretta
quanto accaduto: c'e' il foro d'entrata che ha colpito i sacchi
di sabbia appoggiati alla parete e poi purtroppo il petto del
ragazzo che si trovava proprio li', insieme ad altri tre suoi
compagni per un briefing''. L'equivoco, ha osservato
l'ufficiale, ''forse puo' essere nato dal fatto che non si e'
sentito il sibilo del razzo''. In serata e' arrivata anche una
rivendicazione da parte di un portavoce degli insorti: ''E'
stata un'operazione condotta dai nostri mujaheddin''.
   La morte del carabiniere ha scosso politica ed istituzioni.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato
un messaggio di cordoglio ai familiari, cosi' come anche i
presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato
Schifani. Il premier Mario Monti ha ricordato che ''il nostro
Paese sta facendo uno sforzo molto grande in Afghanistan a
sostegno della stabilita' e della sicurezza contro il terrorismo
internazionale''. Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, invita
il Governo a ''seguire l'esempio di Hollande: il ritiro del
nostro contingente da quel territorio. Siamo stanchi di
mandare i nostri soldati a morire, siamo stanchi di assistere
inermi a questo massacro quotidiano''. Sulla stessa linea Beppe
Grillo, che chiede ''perche' i nostri ragazzi sono ancora li'?
Dobbiamo tornare a casa, non c'e' una sola ragione per
rimanere''. Domani il Governo riferira' alla Camera sulla
vicenda.
   La salma del carabiniere rientrera' in Italia mercoledi'
mattina. I due feriti sono stati operati per le fratture
riportate alle gambe. Stanno abbastanza bene e torneranno a casa
non appena le loro condizioni ne permetteranno il trasferimento.
 (ANSA).
 
 
AFGHANISTAN:CARABINIERE MORTO;PAESE,ERA RAGAZZO D'ORO
FAMIGLIA SI CHIEDE NEL DOLORE. SINDACO, SONO SCONVOLTO
   (di Luisa Amenduni)
   (ANSA) - COLLEPASSO (LECCE), 25 GIU - Una vita divisa tra le
sue grandi passioni: l'Arma, sua moglie Federica, 28enne,
conosciuta quando erano ragazzi e sposata tre anni fa, e il suo
primo figlio, Manuel, nato otto mesi fa. Questo era il
carabiniere scelto Manuele Braj, un giovane di 30 anni,
originario del Salento, sempre sorridente, che tutti descrivono
come un ''ragazzo doro'': gentile, affabile, educato.
   E' morto stamani, alle 6.20 ora italiana (8.50 ora locale),
ucciso, mentre era alla sua quinta missione, in Afghanistan. Si
trovava in un campo addestrativo della polizia afghana, ad
Adraskan, quando c'e' stata una esplosione, sulle cui cause sono
in corso accertamenti. Braj, effettivo al 13/o Reggimento
'Friuli Venezia Giulia', e' morto e due suoi colleghi sono
rimasti feriti.
   Il paese di origine del carabiniere scelto, Collepasso,
distante una trentina di chilometri da Lecce, 6.300 abitanti, e'
sgomento. Lo conoscevano tutti Manuele e tutti lo stimavano:
''Era un ragazzo splendido'', ricorda il sindaco di Collepasso,
Paolo Menozzi, vicino di casa, tra l'altro, dei genitori di
Manuele. ''Il suo sogno - aggiunge - era sempre stato quello di
arruolarsi nei carabinieri. Ci era riuscito, ma ora quel sogno
si e' infranto''.
   Manuele Braj aveva acquistato una casa a Gorizia, dove e' di
stanza il suo Reggimento, e viveva al secondo piano di una
palazzina nel quartiere Campagnuzza, ma la coppia, ogni volta
che poteva, scendeva in Puglia, per abbracciare le famiglie. E
cosi' ha fatto Federica sabato scorso che con suo figlio Manuel
ha raggiunto la casa dei genitori, in via Pio X, per trascorrere
un periodo di vacanza. E' qui, nel suo paese, accanto ai suoi
cari, che ha appreso la tragica notizia della morte del marito
che era in Afghanistan dal 7 maggio scorso e che sarebbe dovuto
rientrare in Italia in autunno. Ma Federica sperava di poter
riabbracciare il suo Manuele, anche se solo per qualche giorno,
durante l'estate.
   In precedenza il militare salentino era stato in Albania, per
due volte in Bosnia-Erzegovina e una volta in Iraq. Una morte
che ha distrutto i genitori del ragazzo, Santo, operaio in un
caseificio, e Anna, casalinga, e la sorella piu' piccola di tre
anni, Dori: chiusi in casa, al civico 34 di via Leonardo Da
Vinci, abbracciano parenti e amici, sconvolti dal dolore.
   ''Commozione'' per quanto avvenuto e' stata espressa dal
presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio
Introna, a nome dell'intera assemblea. Introna ha anche
ricordato che sono 11 le giovani vite di pugliesi spezzate in
Afghanistan. Una lista ''del dolore'' che il presidente della
Regione Puglia, Nichi Vendola, definisce ''troppo lunga''. ''Da
oggi con piu' serenita' - ha anche detto Vendola - continueremo
a porre domande sul senso di questa missione''.
   I sentimenti di vicinanza dell'Arma sono stati portati alla
famiglia di Manuele Braj dal comandante generale dei
carabinieri, gen.Leonardo Gallitelli, che ha voluto abbracciare
i genitori del ragazzo, nella loro abitazione. La tragedia ha
spezzato il cuore ai tanti amici che Manuele, ragazzo allegro e
appassionato di calcio (tifava per il Milan) e di equitazione,
aveva non solo a Collepasso ma anche a Gorizia. ''Una tragedia -
ha detto il sindaco della citta' friulana, Ettore Romoli - che
colpisce duramente la comunita' goriziana, che rivive i
drammatici giorni piu' alto tributo di sangue''.
   ''Arrivederci Manu. XIII'': cosi' a Gorizia i colleghi di
Manuele hanno scritto nel biglietto lasciato sul nastro
tricolore che avvolge un mazzo di girasoli e rose, deposto
all'ingresso della caserma del 13/o Reggimento Friuli. Si
attende ora l'arrivo di 'Manu' in Italia. A Collepasso il
sindaco, Menozzi, ha annunciato che sara' proclamato il lutto
cittadino, ma non e' stata ancora stabilita la data dei
funerali. (ANSA).

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