IL SENATORE STRESSATO DALLE EMAIL DEI CITTADINI MILITARI CHE "PRETENDONO" DI ESPRIMERE OPINIONI SULLA RIFORMA DELLO STRUMENTO MILITARE - da Il Nuovo Giornale dei Militari

lunedì 09 luglio 2012

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IL SENATORE STRESSATO DALLA EMAIL DEI CITTADINI MILITARI
 

Che i partiti siano in crisi è purtroppo un dato reale.
Troppo a lungo le oligarchie si sono arrogate il diritto di imporre le rappresentanze elettive e così poche persone, spesso lontane dai territori, hanno deciso gli “eletti” in parlamento e in altri organi defraudando così i cittadini di una loro prerogativa costituzionalmente sancita, quella della scelta del proprio rappresentante.
Tale sistema ha prodotto una seria frattura tra la società  reale e le rappresentanze parlamentari come dimostra il sempre maggiore astensionismo dalle urne che ha raggiunto, in taluni casi, punte del 40%.”
Ma evidentemente questi segnali non preoccupano alcuni rappresentanti del Parlamento che, invece di impegnarsi a ricostruire un rapporto diretto con la gente per ridare un ruolo alla politica e fornire una nuova speranza agli italiani, sempre più sconcertati nel constatare che i temi di cui si parla sono sempre meno politici e sempre più lontani dai reali bisogni della collettività , si sentono “condizionati” nell’esercizio delle loro funzioni, dalle centinaia di e-mail provenienti da cittadini militari, quest'ultimi preoccupati dalle misure contenute nella riforma dello strumento militare predisposta dal Ministro della Difesa Di Paola. Una riforma che sta suscitando forte allarme nel personale considerato esubero e nel personale che sarà  coinvolto nella ristrutturazione, accorpamenti o chiusura di enti con provvedimenti che incideranno sul futuro economico, lavorativo, familiare e pensionistico di migliaia di lavoratori delle forze armate.
Ebbene, nonostante anche i rappresentanti del Personale (COCER) abbiano criticato ampiamente il testo di Riforma in discussione presso la Commissione Difesa del Senato, il dibattito prosegue e, con molta probabilità , la legge delega verrà  presto approvata.

Ma andiamo ai fatti:

Nella seduta del 4 luglio scorso leggiamo testualmente nel resoconto parlamentare della commissione difesa che sta esaminando il ddl delega n. 3271


“….Interviene, sull'ordine dei lavori, il senatore CARRARA (CN:GS-SI-PID-IB-FI), osservando di aver ricevuto numerose e-mail di avviso contrario al disegno di legge n. 3271 e che detto fenomeno sembra aver interessato anche molti altri parlamentari.

Tale atteggiamento, a suo avviso, configurerebbe, però, un'indebita pressione sulla Commissione ed i suoi componenti, che dovrebbero, al contrario, vedersi riconosciuta la possibilità  di esaminare un provvedimento così delicato liberi da qualsiasi condizionamento.

Sollecita pertanto la Presidenza della Commissione ad attivarsi per segnalare tale problematica.

Concorda il senatore DEL VECCHIO (PD), sottolineando che le predette e-mail risultano inviate ad indirizzi specifici di posta elettronica che non dovrebbero essere di pubblico dominio.

La presidente PINOTTI fornisce assicurazioni, riservandosi di approfondire la problematica sollevata.

Con riferimento, poi, ai quesiti tecnici posti dai mittenti in molte delle e-mail pervenute, si dichiara sicura che anche il ministero della Difesa potrà  rispondere nel dettaglio…”.

Ebbene, senza entrare nel merito dei contenuti delle e mail inviate nelle caselle di posta dei senatori, vorremmo ricordare al sen. CARRARA che il suo ruolo istituzionale di rappresentante dei cittadini, lo “espone” anche a questi rischi (?). Certamente più fastidiosi e sicuramente più stressanti di quelli a cui abitualmente si va incontro, quando si pigia un pulsante per approvare o respingere provvedimenti legislativi di cui spesso, senatori e deputati nominati, non conoscono i contenuti. Ubbidendo semplicemente alla linea imposta dal partito di provenienza che - nel caso del senatore Carrara - non è più quello in cui lo avevano eletto i cittadini, essendo egli transitato nel marzo del 2011 dal PDL al gruppo di Coesione Nazionale, sorto per garantire, anche presso il Senato una terza forza parlamentare a sostegno organico dell’allora maggioranza del governo Berlusconi.

Caro senatore, i cittadini hanno il sacrosanto diritto di esprimere le loro opinioni soprattutto quando si tratta di provvedimenti che avranno ricadute sulla loro vita professionale e sociale; il mezzo utilizzato è altrettanto legittimo, anche perchà© vorremmo sottolineare che i militari non possono scioperare, non hanno sindacati ma solo una forma di rappresentanza che nessuno tiene in considerazione.
In risposta alle osservazioni del sen. Carrara avremmo auspicato piuttosto – da parte degli altri componenti della Commissione - una riflessione sul perchà© tanti militari si sono visti costretti a ricorrere alla “rete” per esprimere il proprio dissenso su un tema così complesso e delicato come la riforma dello strumento militare.
Una riforma su cui il Parlamento non può concedere una delega in bianco ma piuttosto vincolare il governo a portare in Parlamento un progetto di ristrutturazione definito nei dettagli e sottoporre ogni provvedimento alla sua approvazione.
Il modello di difesa non può essere impostato fissando a priori il personale da tagliare bensì sulle capacità  operative da mettere a disposizione dell’Unione Europea e della Nato, in relazione ai reali impieghi e agli obiettivi comuni.
Se si insiste sul progetto Di Paola significa che il governo non ha alcuna intenzione nà© di tagliare, nà© di risparmiare nà© di operare una giusta ristrutturazione delle Forze armate.

A.M.


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